Ambiente

Algeria: scoperti nuovi pozzi di gas

L’annuncio è arrivato dal Ceo della compagnia di idrocarburi Sonatrach: entro fine marzo, nel giacimento di Lias Carbonaté la produzione aumenterà fino a 8 milioni di metri cubi al giorno
Credit: Louiza/ ABACAPRESS.COM
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27 gennaio 2023 Aggiornato alle 14:00

Nel sud dell’Algeria è stata fatta una scoperta che permetterà di ampliare la produzione di gas del giacimento di Lias Carbonaté, 500 chilometri a sud di Algeri.

Come noto, soprattutto dopo gli effetti delle sanzioni alla Russia per l’invasione dell’Ucraina, l’Algeria sta diventando il Paese di riferimento - soprattutto per l’Italia - per l’approvvigionamento di gas naturale.

Soltanto pochi giorni fa la premier Giorgia Meloni, accompagnata dai vertici Eni, era in Algeria proprio per il suo “Piano Mattei”, nel tentativo di continuare ad assicurarsi il gas algerino e trasformare l’Italia in hub energetico del Mediterraneo.

Negli accordi con il Paese africano c’è una crescita delle importazioni di 3 miliardi di metri cubi nel 2022 fino ad arrivare a un incremento di 10 miliardi nel 2024.

La nuova scoperta, fanno sapere da Algeri, aumenterà la produzione del campo di Lias Carbonaté portandola a otto milioni di metri cubi di gas al giorno entro la fine di marzo, contro i 3,7 milioni attuali.

Le operazioni sono gestite dalla compagnia di idrocarburi statale algerina Sonatrach.

Il campo si trova nel perimetro di Hassi R’Mel, considerato il più grande giacimento di gas del Paese e dell’Africa.

Come ha fatto sapere l’amministratore delegato di Sonatrach, Toufik Hakkar, la scoperta ha portato a un «notevole progresso in quanto sono stati recuperati 15 pozzi di gas non utilizzati e sono stati perforati 3 nuovi pozzi».

Inoltre la nuova produzione raggiungerà i «15 milioni di metri cubi al giorno entro la fine dell’anno in corso».

Sempre la stessa compagnia di Stato a fine giugno scorso aveva annunciato la scoperta del giacimento di Lias Carbonaté, le cui riserve sono stimate in 340 miliardi di metri cubi. Si tratta del più grande giacimento rinvenuto in vent’anni e sul quale l’Algeria, economia che dipende principalmente dagli idrocarburi, punta per il futuro con lo scopo di diventare il principale Paese in grado di sostituire - per altri Stati europei - l’approvvigionamento energetico che prima era garantito dalla Russia.

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