Ambiente

Il ciclo dell’acqua sta cambiando

A periodi di siccità intensa, si alterneranno sempre di più piogge estreme, concentrate in periodi brevi. Lo rivelano i dati raccolti nel Global Water Monitor 2022
Credit: EPA/ ELISEO TRIGO
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30 gennaio 2023 Aggiornato alle 08:00

Aria secca e lunghi periodi di siccità in alcune zone del mondo, come l’Europa, e inondazioni devastanti in altre, come il Pakistan o l’Australia.

Le variazioni nel ciclo globale dell’acqua stanno cambiando anche la distribuzione delle precipitazioni, a livello sia geografico sia temporale.

A dirlo sono i ricercatori Global Water Monitor, che hanno analizzato i dati satellitari dell’ultimo anno su temperature, umidità dell’aria e del suolo e quelli sulla portata di 4.000 fiumi e laghi.

Lo scenario che emerge dal report 2022 è “preoccupante”: con il progredire della crisi climatica, secondo gli scienziati, aumenterà la frequenza dei fenomeni meteorologici estremi legati alla pioggia, o alla sua mancanza.

Il ciclo dell’acqua è molto semplice: il liquido evapora dalla terra e da mare a causa del sole, entra in atmosfera sotto forma di vapore acqueo e poi ritorna verso il suolo con le precipitazioni. Man mano che il mondo diventa più caldo, a causa delle emissioni di gas serra, questo processo però diventa più rapido, afferma uno studio dell’Institut de Ciències del Mar di Barcellona pubblicato a febbraio 2022 su Scientific Report, con effetti visibili sui nostri ecosistemi.

L’anno scorso a influire sul ciclo sono state le temperature sopra la media registrate negli oceani, in particolare nel Pacifico dell’ovest, che dovrebbe essere attraversato da correnti fredde.

Le alterazioni non hanno avuto impatto sulle quantità di piogge globali: “I valori medi sull’anno e sulla superficie – spiegano i ricercatori – sono molto vicini a quelli rilevati nel 2000”.

Rispetto a due secoli fa però l’aria più calda (di 0,56° rispetto al periodo 1995-2005) e la riduzione dell’umidità hanno portato prolungati periodi di afa e siccità in diverse parti del mondo, riducendo le riserve idriche necessarie ad agricoltura, allevamenti e alla vita quotidiana.

Le immagini del fiume Po in secca e dei bagni estivi sotto i 40 gradi del Regno Unito raccontano bene gli effetti di questi cambiamenti. Lo stesso vale per l’ondata di caldo che ha travolto il Pakistan la scorsa primavera e che, nei mesi successivi, è stata seguita da un potente monsone, che ha causato allagamenti e frane anche in Afghanistan, India, Tailandia, Cambogia, Australia e molti altri Paesi. Si tratta di due aspetti dello stesso problema.

Infatti il 2022 è terzo nella classifica degli anni che, per più tempo, hanno fatto registrare un record di basse precipitazioni dal 1979. Con un +12% di giorni siccitosi rispetto alle medie dell’inizio del nuovo millennio.

Le precipitazioni sono state inferiori alla media negli Stati Uniti, in America del Sud, nel Corno d’Africa, ma anche nell’Asia centrale. In particolare, in Cina, secondo i dati raccolti dall’ong britannica Christian Aid, la siccità ha abbassato talmente tanto i livelli di fiumi e laghi da costringere a fermarsi gran parte delle centrali idroelettriche che alimentano il polo industriale di Sichuan, con danni economici per 8,4 miliardi di dollari. Questa tendenza, secondo gli scienziati, non sembra limitata al 2022, ma potrebbe essere “a lungo termine”.

Il bilancio mensile delle piogge però è rimasto invariato nel 2022. Questo significa che lo scorso anno è stato segnato, in alcuni periodi, da piogge più forti della norma. Secondo il Global Water Monitor, le precipitazioni estreme distribuite su periodi più brevi, di cinque giorni o meno, sono diventate più comuni, con forti rischi di inondazioni.

Lo conferma anche lo studio dell’Institut de Ciències del Mar di Barcellona. Un ciclo dell’acqua più veloce significa anche una maggiore salinità degli oceani e dei mari.

A causa di questa caratteristica, il liquido evapora più rapidamente e in quantità superiore, soprattutto quando il termometro globale segna valori straordinariamente alti. L’acqua in eccesso torna poi al suolo con fenomeni atmosferici sempre più estremi.

Le tragedie che tra settembre e ottobre hanno colpito le Marche e l’isola di Ischia, in Italia, rientrano in questa categoria. A preoccupare gli esperti è soprattutto l’aumento delle piogge ai Poli, che innescano un circolo vizioso: contribuiscono a sciogliere ghiacci e nevi e modificano così ulteriormente i parametri di salinità e temperatura degli oceani, agendo, di conseguenza, anche sullo stesso ciclo dell’acqua.

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