Futuro

90 secondi all’Apocalisse

Ucraina, clima, Covid, disinformazione: per l’orologio della rivista Bulletin of the Atomic Scientists non siamo mai stati così vicini alla catastrofe
Credit: Via: uchicago.edu
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
25 gennaio 2023 Aggiornato alle 17:00

Il protrarsi della guerra in Ucraina, l’esacerbarsi della crisi climatica, l’incombenza di minacce biologiche alla stregua del Covid-19, i rischi della disinformazione esasperata dal negazionismo o adottata come strategia politica: scientificamente, il mondo non è mai stato così vicino alla sua fine.

È quanto ha stabilito il Comitato per la scienza e la sicurezza del Bulletin of the Atomic Scientists, che nella sua ultima stima annuale ha aggiornato l’Orologio dell’Apocalisse (Doomsday Clock) a 90 secondi dalla mezzanotte, vale a dire dalla catastrofe.

Un valore simbolico, tuttavia significativo nella misura in cui risulta il record peggiore di sempre. «Una decisione che i nostri esperti non prendono alla leggera», ha dichiarato Rachel Bronson, Presidente e Ceo del Bullettin, che ha definito quello attuale «un momento di pericolo senza precedenti».

A preoccupare di più il Comitato è il confitto iniziato a febbraio dello scorso anno. “La guerra della Russia contro l’Ucraina ha sollevato interrogativi profondi su come interagiscono gli stati, erodendo le norme di condotta internazionale che sono alla base di risposte efficaci a una varietà di rischi globali”, si legge nella nota diffusa.

L’invasione russa dell’Ucraina ha aumentato il rischio dell’uso di armi nucleari, sollevato lo spettro dell’uso di armi biologiche e chimiche, ostacolato la risposta del mondo al cambiamento climatico e gli sforzi internazionali per affrontare altre preoccupazioni globali”, aggiunge il Comitato.

L’azione intrapresa dalla Russia ha inoltre “violato le norme internazionali in modi che possono incoraggiare altri a intraprendere azioni che sfidano le intese precedenti e minacciano la stabilità”.

Come tornare “indietro nel futuro”? «Non esiste un percorso chiaro per forgiare una pace giusta - sostiene l’organizzazione, ma - il Governo degli Stati Uniti, i suoi alleati della Nato e l’Ucraina hanno una moltitudine di canali di dialogo – suggerisce Bronson – Esortiamo i leader a esplorarli tutti al massimo delle loro capacità per riportare indietro l’orologio».

Il Bulletin of the Atomic Scientists è nato nel 1945 all’indomani dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, sulla spinta di Albert Einstein, J. Robert Oppenheimer, Eugene Rabinowitch e gli scienziati della University of Chicago che hanno contribuito a sviluppare le prime armi atomiche all’interno del cosiddetto Progetto Manhattan.

L’iconico Doomsday Clock venne istituito 2 anni più tardi, nel 1947, e da allora viene periodicamente aggiornato, con tanto di playlist dedicata su Spotify. Il record migliore è stato registrato nel 199l dopo la fine della Guerra fredda, quando mancavano 17 minuti all’Apocalisse.

L’editoriale di quell’anno, intitolato Una nuova era, recitava: “L’illusione che decine di migliaia di armi nucleari siano garanti della sicurezza nazionale è stata strappata via. Nel contesto di un’Unione Sovietica in disfacimento, i grandi arsenali nucleari sono visti ancora più chiaramente come una responsabilità, un metro di misura dell’insicurezza”.

Una responsabilità di cui, ancora oggi, il mondo è chiamato in modo drammatico a farsi carico.

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