Diritti

Per Erdogan i curdi continuano a essere un problema

In vista delle elezioni di maggio, la Turchia sta cercando di reprimere le forze d’opposizione. Il Procuratore Capo della Corte Suprema ha chiesto di chiudere il partito filo-curdo Hdp
La polizia turca mette in sicurezza l'area davanti il Consolato Generale di Svezia durante una protesta a Istanbul, il 23 gennaio 2023.
La polizia turca mette in sicurezza l'area davanti il Consolato Generale di Svezia durante una protesta a Istanbul, il 23 gennaio 2023. Credit: EPA/ERDEM SAHIN
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27 gennaio 2023 Aggiornato alle 12:05

La dissidenza curda continua ad agitare la Turchia, fuori e dentro i suoi confini. Dopo le proteste dei manifestanti curdi in Svezia nei confronti del Governo turco, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha ribadito la propria contrarietà all’ingresso del Paese scandinavo nella Nato.

Da maggio 2022, il veto della Turchia rappresenta il maggior ostacolo all’adesione di Svezia e Finlandia all’alleanza militare. Al centro della contesa c’è la richiesta di Erdogan di estradare alcune decine di dissidenti curdi del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) che i due Paesi hanno ospitato in questi anni come rifugiati politici, ma che Turchia, Unione europea e Stati Uniti considerano terroristi.

Un’altra richiesta avanzata dal Governo turco è di revocare l’embargo sulla vendita delle armi ad Ankara messo in atto da Svezia e Finlandia nel 2019, dopo l’operazione militare della Turchia contro la milizia curda in Siria che causò la morte di decine di civili e la denuncia da parte di Amnesty International nei confronti del Governo turco per crimini di guerra.

Per il presidente svedese Ulf Kristersson queste richieste sono al momento “inaccettabili” e lo stallo internazionale prosegue. Nel frattempo la Turchia si prepara alle elezioni di maggio con nuovi tentativi di repressione nei confronti delle forze politiche filo-curde.

Il 10 gennaio, il procuratore capo della Corte Suprema turca Bekir Sahin ha chiesto alla Corte Costituzionale di chiudere il Partito Democratico dei Popoli (Hdp), il partito di opposizione filo-curdo che rappresenta la terza forza politica del Parlamento di Ankara. Era già successo nel 2021, quando lo stesso Sahin aveva intentato causa contro il partito accusandolo di collusione con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan. Oggi l’Hdp è accusato di essere “l’ufficio di reclutamento” del Pkk.

A inizio gennaio la stessa Corte Costituzionale ha bloccato l’accesso dell’Hdp al conto bancario attraverso il quale riceveva finanziamenti statali, riducendo le sue capacità di concorrere alle elezioni. Se altri partiti sono stati chiusi e altri si sono sciolti riformandosi sotto nomi diversi, l’Hdp ha dichiarato di non accettare la sentenza giudicandola “incompatibile con lo stato di diritto e la democrazia” e avviando un processo contro la decisione della Corte.

Nello stesso periodo, l’Hdp ha dato inizio a una veglia per chiedere la fine dell’isolamento in carcere del fondatore del Pkk Abdullah Öcalan, teorico del confederalismo democratico adottato da alcune comunità curde autonome del Nord-Est della Siria. Oltre a Öcalan, sono migliaia i deputati, gli attivisti e i sostenitori del Partito Democratico dei Popoli che si trovano al momento nel carcere di massima sicurezza sull’isola di Imrali.

Secondo l’Hdp, il leader curdo e altri parlamentari stanno trascorrendo la detenzione in condizioni di isolamento e tortura, senza possibilità di incontrare i propri familiari e avvocati, nonostante le richieste internazionali e l’intervento della European Association of Lawyers for Democracy & World Human Rights ad agosto 2022.

In un recente comunicato stampa, l’Hdp ha dichiarato che questo “​​isolamento è un tentativo di soffocare le conquiste democratiche del popolo curdo”.

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