Ambiente

Attenti ai negazionisti del clima su Twitter

Secondo il report Deny, Deceive, Delay realizzato dal Climate Action Against Disinformation, da quando Elon Musk ha acquistato il social network sono quadruplicati i tweet che negano il surriscaldamento globale
Credit: EPA/ JUSTIN LANE
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24 gennaio 2023 Aggiornato alle 21:00

Se avete un account Twitter fate una prova: iniziate a scrivere la parola “clima” nel motore di ricerca del social e probabilmente il primo risultato che verrà fuori - grazie alla raccomandazione automatica - sarà “#ClimateScam”.

In sostanza un hashtag sulla “truffa climatica”, quello che raggruppa diverse teorie negazioniste sulla crisi del clima, tentando di confutare scienziati o esponendo dettagli che negano il surriscaldamento del Pianeta.

Indipendentemente da come la si pensi, quel primo suggerimento che verrà fuori su Twitter, anziché condurvi su informazioni relative alla crisi del clima o agli impegni per adattamento e mitigazione, avrà l’effetto di piantare un seme del dubbio e provare a condurre gli utenti su altre strade, diverse rispetto a quanto sostiene oltre il 90% degli scienziati nel mondo.

Un tipo di disinformazione climatica come questa, così come diverse fake news sul clima, secondo un nuovo report, sono letteralmente fiorite dopo che Elon Musk lo scorso anno ha acquistato Twitter. Praticamente quadruplicate.

Il report si chiama Deny, Deceive, Delay ed è stato realizzato dalla Climate Action Against Disinformation (Caad) e presentato da Jennie King, responsabile della informazione climatica all’Institute for Strategic Dialogue, organizzazione no profit con sede a Londra. Per King «da quando Elon Musk ha assunto la guida della company il 27 ottobre, su Twitter sono fioriti i post fuorvianti sui cambiamenti climatici. Quel che sta accadendo nell’ecosistema dell’informazione rappresenta una minaccia diretta all’azione climatica. Pianta i semi di dubbio e fa pensare alle persone che forse non c’è consenso scientifico».

Il rapporto fa parte di un’analisi che traccia la disinformazione sulla crisi climatica nei mesi prima e dopo alla Cop27, la Conferenza delle parti sul clima targata Onu che si è tenuta a novembre in Egitto.

Secondo il rapporto già durante la Cop, Twitter stava agevolando il termine “climate scam” quando gli utenti cercavano la parola clima. Sempre durante la Conferenza Onu gli analisti hanno individuato un esercito di profili, tra cui 12 particolarmente attivi, impegnati a diffondere disinformazioni per esempio su fonti fossili, Loss & Damage, questioni anti-green. In totale hanno raccolto oltre 344.000 condivisioni su 388 post a tema climatico.

Alcuni account sono stati in grado, da soli, di produrre 50.000 tweet contro la scienza del clima, spesso negando affermazioni degli scienziati e accompagnando il tutto da hashtag come #climatescam.

Più in generale, secondo i ricercatori del Center for Countering Digital Hate che hanno analizzato gli account verificati dopo che Musk è subentrato, si è scoperto che questi account diffondevano quattro volte la quantità di disinformazione sui cambiamenti climatici rispetto agli utenti verificati prima dell’acquisto di Musk.

Appare “evidente che chi si oppone all’azione climatica ha riguadagnato spazio con una gamma di false argomentazioni come quella che la tecnologia verde è altrettanto cattiva o addirittura peggiore dei combustibili fossili, o che l’azione climatica è una forma di “neocolonialismo”, fanno sapere i relatori.

Come noto inoltre da quando Elon Musk ha acquistato Twitter sono stati riabilitati i profili di tantissimi utenti prima banditi, fra questi diversi account si sono concentrati proprio sulla negazione del cambiamento climatico.

«I tweet che disinformano l’opinione pubblica sui cambiamenti climatici possono aumentare le interazioni su Twitter generando polemiche. Twitter non è stato progettato per fornire informazioni accurate. Twitter è progettato per massimizzare l’attenzione e il coinvolgimento delle persone. E come lo si fa? Facendo emergere contenuti sensazionali ed emotivamente evocativi piuttosto che facendo emergere informazioni razionali. Questo non è sexy, è tutta una questione di architettura», ha commentato Michelle Amazeen, direttrice del Communication Research Center della Boston University.

Altri dati, citati nel report, dicono infine che nel 2022 i tweet contenenti “truffa climatica” o altri termini legati alla negazione del cambiamento climatico sono aumentati del 300%, mentre un’altra analisi sostiene che lo scorso anno i tweet di negazionisti climatici hanno raggiunto vette mai viste prime: a dicembre 2022 si contavano ormai più di 850.000 tweet di scettici sul surriscaldamento globale. Quanti erano nel 2020? Quasi un quarto, appena 220.000.

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