Culture

Anche Darwin era sessista

Un secolo e mezzo di ricerca ha smentito, almeno in parte, la teoria sulla selezione sessuale dello scienziato inglese. La questione è molto più articolata
Credit: Bruno Martins
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
25 gennaio 2022 Aggiornato alle 11:00

Cos’è che rende un partner potenzialmente più attraente di un altro? Fino a poco tempo fa, rispondeva in maniera esaustiva a questo interrogativo la teoria elaborata da Charles Darwin nel 1871 sulla selezione del partner sessuale nel mondo animale. Quella di Darwin fu un’idea rivoluzionaria, che cambiò radicalmente la concezione scientifica della sfera sessuale e dell’evoluzione. In particolare, faceva leva su due elementi: da una parte la competizione e la lotta tra potenziali partner, dall’altra la scelta da parte della femmina. A riprova di questo secondo tratto vi sarebbero proprio i cosiddetti “ornamenti”, quelle caratteristiche fenotipiche che, in molte specie animali, rendono il maschio particolarmente vistoso, come una criniera o una livrea di piume. Negli uomini, questi ornamenti hanno assunto una forma più evoluta, canzoni, danze sensuali o fragranze dal potere afrodisiaco: fino ad arrivare ai complessi e spesso tutt’altro che naturali, rituali d’accoppiamento messi a punto sulle piattaforme digitali.

Lo studio “Sexual selection and the ascent of women: Mate choice research since Darwin” pubblicato sulla rivista scientifica Science e condotto dai ricercatori Gil G. Rosenthal dell’università di Padova e da Michael J. Ryan dell’università del Texas, rivela che l’analisi di Darwin era, almeno in parte, condizionata dalla cultura sessista del suo tempo. L’idea che infatti fosse solo ed esclusivamente la femmina l’artefice della scelta e di conseguenza della selezione naturale e genetica frutto dell’accoppiamento, sulla base di canoni puramente estetici, è in parte da rivedere. Infatti, 150 anni di ricerca scientifica hanno ampiamente dimostrato come la selezione avvenga di volta in volta da parte di ambo i sessi.

«Questi studi ci permettono di collegare esplicitamente i meccanismi dei processi decisionali con le loro conseguenze sul piano evolutivo. Un secolo e mezzo dopo Darwin possiamo considerare sia i maschi, sia le femmine come selezionatori, e concentrarci un po’ più su di loro invece che sul ruolo fino a oggi sopravvalutato degli ornamenti maschili». Prendendo in esame i meccanismi che determinano le scelte sessuali, prima, durante e dopo l’accoppiamento, e le influenze socio-ambientali che essi subiscono, gli scienziati hanno scoperto che tali dinamiche evolvono per motivi che hanno poco che fare con la selezione sessuale basata sui cosiddetti ornamenti.

La scelta di un partner sessuale si orienta non tanto verso il “migliore” in assoluto, quanto verso quello più compatibile sulla base di molteplici criteri, come quelli sociali e sensoriali. Le decisioni in ambito sessuale, quindi, giocano un ruolo importante nella formazione di nuove specie. Se da un lato viene confermata l’intuizione di Darwin, cioè che la scelta del compagno dà un contributo fondamentale alla selezione naturale, dall’altro i risultati più recenti svelano un fenomeno molto più complesso di quanto pensiamo.