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Uk: l’incredibile storia dello scandalo delle Tartarughe Ninja

Quando negli anni ‘90 uscì il cartone animato Ninja Turtles, in Inghilterra scoppiò un polverone che coinvolse anche il Governo. E che portò a rivedere le regole della vendita di armi per le arti marziali
Credit: Raphaël Cubertafon/unsplash
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28 gennaio 2023 Aggiornato alle 16:30

Nel corso degli ultimi anni, i partiti e le figure di spicco della destra americana ed europea hanno inquadrato con successo la cancel culture come un processo attuato dalla sinistra. Storicamente, è un atto tipico dei Governi più conservatori quello di censurare film, programmi tv, libri o spettacoli teatrali.

Uno degli esempi più eclatanti risale a quando la Gran Bretagna perse la testa per le Tartarughe Ninja, ree di diffondere tra i bambini una cultura violenta basata sulle armi delle arti marziali, tanto che il titolo con cui il cartone apparve per la prima volta sugli schermi della Bbc non fu Teenage Mutant Ninja Turtles, come doveva essere, bensì Teenage Mutant Hero Turtles.

Per capire le ragioni di quella censura, è necessario esaminare le preoccupazioni emerse per la rappresentazione della violenza in televisione negli anni ‘80 e l’agenda Law and Order del Governo conservatore di Margaret Thatcher. Come spiega Evan Smith - scrittore accademico esperto di estremismi politici - il panico morale per la violenza delle arti marziali e la loro rappresentazione nei film fu preceduto da quello per i film horror estremi - principalmente negli Stati Uniti e in Italia - disponibili in home video, noti come video sgraditi. Con il Video Recordings Act del 1984, molti film famigerati come Driller Killer, The Last House On The Left e The Evil Dead furono effettivamente banditi.

Sulla scia di questi video sgraditi, a metà degli anni ‘80 furono sollevate preoccupazioni per la vendita di armi in stile ninja nei negozi di arti marziali, che apparivano nei cataloghi e nelle ultime pagine delle riviste: si pensava che le persone usassero gli shuriken negli stadi (e questo si collegò all’emergenza degli hooligans - i tifosi più violenti - di quel periodo).

Le preoccupazioni in merito al pessimo esempio delle arti marziali furono sollevate dal British Board of Film Classification (Bbfc) già verso la fine degli anni ‘70, quando il segretario di questa organizzazione richiese che tutte le scene di un film con Bruce Lee, Enter The Dragon, che coinvolgevano l’utilizzo del nunchaku venissero rimosse. Un problema piuttosto grosso visto che quell’arma era presente nella stessa copertina promozionale del film.

Nel 1986, la Martial Arts Commission nel Regno Unito, in collaborazione con il Governo, pubblicò nuove linee guida per i commercianti di attrezzature relative alle arti marziali, vietandone la vendita ai minori. Queste linee guida furono messe in discussione in parlamento per tutto il 1986 e il 1987, con parlamentari di entrambi i lati della Camera che chiedevano se fossero necessarie nuove leggi per impedire ai bambini di entrare in possesso di queste “armi da arti marziali potenzialmente pericolose”. Il deputato Labour Tony Banks affermò che un bambino di 8 anni a Newham aveva acquistato un dispositivo chiamato artiglio ninja (shuko), a tutti gli effetti un tirapugni chiodato.

Nelle elezioni del 1987, i conservatori promettevano nel loro manifesto di rinforzare le leggi contro la vendita e possesso di armi offensive. Nel novembre 1987, il deputato conservatore John Patten elogiò il ministro dell’Interno Douglas Hurd per non aver esitato a “vietare la vendita di armi ripugnanti provenienti da una cultura malata della sopravvivenza e dalle coste più selvagge del mondo delle arti marziali”.

L’anno successivo, il Criminal Justice Act 1988 (Offensive Weapons) Order 1988 delineava 14 armi in stile ninja che da quel momento furono vietate, tra cui tirapugni, bastoni da spada, artigli, kubotan cavi, artigli da piede, shuriken, cerbottane, kusari gama, kyoketsu shoge e kusari. Il celebre nunchaku di Bruce Lee non fu invece esplicitamente bandito dalla nuova legislazione. Il divieto di vendita di queste armi era tuttavia solo una parte della soluzione per il governo Thatcher, visto lo scandalo sollevato dai media e dai politici sulla rappresentazione dei ninja nei film, in televisione, sui libri e sui giocattoli.

La maggior parte dei commenti si soffermava sulla Turtlemania per la quantità spropositata di merchandising venduta ai bambini, ma alcuni giornali mettevano in guardia riguardo la cattiva influenza che le Hero Turtles avevano sui bambini britannici. Il Daily Mail pubblicò la storia di un bambino di 4 anni che sarebbe quasi morto dissanguato dopo aver preso a calci una porta di vetro mentre imitava i suoi eroi televisivi nel culto delle Tartarughe Ninja, mentre al Daily Telegraph, la regista Victoria Mather affermò che «molti giovani furono salvati dalle fogne dove stavano cercando i loro eroi squamosi, l’anziano topo maestro e le radiazioni per trasformarsi in guerrieri alimentati dalla pizza». Potrà sembrare bizzarro ora ma il panico morale verso i ninja in Gran Bretagna in quel periodo era piuttosto concreto.

Il 1990 - ricordato dagli inglesi come l’anno della Poll Tax Riot e dell’Inghilterra ai Mondiali di calcio italiani - nella memoria popolare è rimasto un anno in cui i media e i politici credevano che i bambini britannici fossero predisposti a imitare il comportamento di immaginarie tartarughe mutanti. E per questo, l’anno in cui il Governo ha agito, con la legislazione e una forte dose di censura, per impedirlo.

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