Ambiente

Piano climatico americano, ostacoli in vista

La presidenza Biden rischia di non implementare i regolamenti necessari per la transizione ecologica Usa. Secondo i climatologi, sono necessarie nuove restrizioni per le centrali (ma non solo)
Credit: Al Drago - Pool Via Cnp/CNP via ZUMA Press Wire
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26 gennaio 2023 Aggiornato alle 07:00

Numerosi ostacoli e ritardi stanno minando le azioni promosse dall’amministrazione del Presidente Biden volte ad accelerare i piani per contrastare la crisi climatica-ambientale. Nonostante l’approvazione in extremis e definitiva dell’Inflation Reduction Act nell’agosto del 2022, la messa in pratica delle numerose regolamentazioni potrebbe slittare nel tempo o addirittura subire una netta regressione con lo stop degli sforzi in corso: «È imperativo portarle a termine il prima possibile. Non è un processo rapido. Stiamo perdendo molto velocemente la nostra capacità di rallentare la crisi climatica e avere un impatto», ha dichiarato Christine Todd Whitman, una repubblicana che ha guidato l’Environmental Protection Agency (Epa) durante il primo mandato di George W. Bush.

Per i climatologi il piano approvato dai democratici potrebbe aiutare a ridurre nettamente le emissioni della nazione americana, ma ulteriori azioni sono necessarie per dimezzarle entro il 2030, fra cui nuove restrizioni per le centrali a carbone e nuovi standard di efficienza e risparmio per l’industria americana.

Una serie di norme che richiede un lungo iter burocratico ostacolato anche dalla mancanza di personale dentro l’Epa. Da tempo l’ente americano presenta un numero inadeguato che ha toccato il minimo nel 2018, sotto la presidenza Trump, con appena 14.200 persone impiegate rispetto alle 17.000 di qualche anno prima.

Con il nuovo governo sono state avviate circa 500 assunzioni, ma troppo poche per sopperire alla mole legislativa necessaria nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione democratica: «Nonostante la diminuzione dei livelli di personale, le persistenti difficoltà di finanziamento e un’amministrazione precedente che ha lasciato l’agenzia trascurata e scientificamente compromessa, questa ha messo a punto regole forti e legalmente durevoli. L’Epa rimane impegnata a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per affrontare il momento e far avanzare l’audace agenda ambientale del presidente Biden», ha affermato Dan Utech, capo dello staff dell’agenzia.

Ulteriori preoccupazioni derivano dalle sentenze della Corte Suprema, dominata da una maggioranza di giudici conservatori, che già nell’estate del 2022 aveva limitato le capacità legislative dell’Agenzia rimandando le competenze al Congresso americano. Un nuovo caso potrebbe presto approdare presso la Corte, mettendo a rischio la protezione degli ecosistemi acquatici, a causa dell’azione di una lobby libertariana collegata alla rete di potere dei fratelli Koch, delle Koch Industries.

La continua azione del Partito Repubblicano, che nei mesi scorsi ha conquistato la maggioranza della Camera dei Rappresentanti, potrebbe rappresentare uno dei maggiori ostacoli nei prossimi anni, specialmente con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali del 2024. Numerose regolamentazioni ambientali, che spesso impiegano anni per essere implementate definitivamente e il cui iter sta procedendo troppo lentamente, potrebbero essere facilmente cancellate da un’eventuale vittoria repubblicana alle prossime presidenziali.

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