Economia

Mercato delle aste: per quali opere d’arte si è speso di più nel 2022?

Tra gli artisti più quotati in Italia, Morandi, Boetti, Fontana. A livello internazionale, sul podio Shot Sage Blue Marilyn di Andy Warhol, venduta per 195 milioni di dollari
Credit: AFP
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24 gennaio 2023 Aggiornato alle 11:00

Nel 2022, in Italia il settore delle aste è cresciuto del 15,5% rispetto al 2021 e del 63% rispetto al 2020. A dominare le vendite, il settore di arte antiche, che costituisce il 38% del fatturato. Buoni anche i risultati dell’arte moderna e contemporanea, che segna una crescita del 23% rispetto al 2021 (con vendite dal calibro di Homme à la tranche de pastèque, un gouache su carta dipinto da Pablo Picasso nel 1967).

Ad occupare le prime 2 posizioni nella top 10 delle opere di arte moderna vendute nel corso del 2022, Giorgio Morandi con 2 Nature Morte. La prima è un’opera del 1959 venduta per più di 3,4 milioni di euro (il miglior risultato di sempre per un’opera d’arte moderna in Italia) da Sotheby’s a Milano. La seconda, datata al 1932, è stata venduta per quasi 1,7 milioni di euro dalla casa italiana Farsetti Arte. In terza posizione per 1,6 milioni di euro, Colonna, l’emblematica opera di arte povera di Alighiero Boetti.

E ancora, compaiono in classifica artisti come Lucio Fontana con Concetto Spaziale, New York (1962), venduto per 1,2 milioni di euro, Domenico Gnoli con Mise en plis n 1, per 1,4 milioni di euro e Mario Schifano la cui opera Milano è stata venduta per poco più di un milione di euro.

Tra le vendite di quadri più rinomati, anche Concetto Spaziale di Fontana (1959/1960), aggiudicato per 635.000 euro, La metà e il doppio di Boetti (1976) per 600.000 euro e le Ombre Vaganti di Fausto Melotti (1975) per 137.000 euro.

Cosa accade nel mondo?

Nelle aste internazionali, il mercato dell’arte ha scatenato la sua forza e la sua perseveranza: le vendite di Sotheby’s, Christie’s e Phillips (tra le principali case d’aste al mondo) sono aumentate del 14,7% rispetto al 2021 e di oltre il 40% rispetto al pre-pandemia, generando 7 miliardi e mezzo di dollari.

Geograficamente, ad avere avuto il maggior successo è New York, dove è stato realizzato il 71,4% del fatturato. A seguire, Londra (18,9%) ed Hong Kong (5,4%).

Da un punto di vista artistico ottiene il proprio riscatto l’impressionismo, movimento da sempre molto amato e che nel 2022 primeggia con l’incasso di 1,72 miliardi di dollari, con un incremento delle vendite dell’80%. Un record che porta i celebri nomi di Monet, Van Gogh e Cezanne. Una lunga strada rispetto a quando il termine “impressionismo” era usato con intento dispregiativo.

A livello internazionale, l’opera più pagata del 2022 è di Andy Warhol, Shot Sage Blue Marilyn (1964) venduta lo scorso 9 maggio da Chrisitie’s per 195 milioni di dollari. A seguire, per 142 milioni di dollari, la piccola tela di George Seurat Les Poseuses, Ensemble (Petite version) del 1988 e infine l’opera di Paul Cezanne La Montagne Sainte-Victoire dipinta tra il 1888 e il 1890.

Arte e sostenibilità

Una nuova frontiera da segnalare, anche in questo settore, è quella della sostenibilità. Rispetto della natura e tutela della Terra diventano importanti anche nell’arte: secondo il report di Art Basel (A survey of global collecting in 2022) il 57% dei collezionisti è disposto a pagare fino al 25% in più per opere sostenibili e a basso impatto ambientale.

Nel 2022 il mercato dell’arte ha superato le aspettative e tenuto testa alla crisi. Adesso la domanda è: cosa attendersi per il 2023? La storia ci insegna la grande resilienza dell’arte, ma al tempo stesso il caro vita e l’inflazione stanno corrodendo il potere di acquisto dei consumatori e questo desta delle preoccupazioni. Il mercato dell’arte potrebbe risentirne con effetti nelle quotazioni, soprattutto degli artisti emergenti.

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