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Il sorriso mette (quasi) tutti di buon umore

Sorridere è un’azione attribuita alla felicità. Ma osservando alcune culture è possibile scovare percezioni diverse, che potrebbero stupirci
Credit: Matheus Bertelli
Tempo di lettura 5 min lettura
28 gennaio 2023 Aggiornato alle 21:00

Sorridiamo quando il nostro corpo viene inondato di emozioni positive, quando realizziamo un sogno, quando incontriamo qualcuno che ci fa stare bene, se ci sentiamo sereni o ascoltiamo e leggiamo qualcosa di bizzarro.

Il sorriso ha migliaia di sfaccettature che ci raccontano sempre qualcosa, non è un semplice riflesso facciale compiuto attraverso il movimento di 12 muscoli ma molto di più. È un’espressione umana che scaturisce direttamente dalla nostra mente, attraverso i processi cognitivi radicati in essa, anche se recentemente è stato osservato un comportamento simile in alcuni primati.

Proprio come l’intero linguaggio, anche il sorriso è radicato intrinsecamente in noi ma la risata, è anche un fenomeno sociale, come afferma Sophie Scott, neuroscienziata dell’University College di Londra che per più di due decenni ha studiato il mondo dei sorrisi.

Scott si è occupata, insieme ad altri scienziati e scienziate, di una celebre ricerca pubblicata su JNeurosci che mostra come il cervello dia una risposta quando viene esposto al suono della risata, predisponendo i muscoli facciali a sorridere.

Il sorriso è contagioso anche secondo Lauri Nummenmaa, che alla Aalto University School of Science in Finlandia ha studiato i meccanismi del sorriso e afferma che: «le risate si diffondono in una stanza proprio come gli sbadigli».

E non finiscono qui le miriadi di caratteristiche e funzioni del sorriso che le scienze hanno scovato negli anni. Sociologia, psicologia, logopedia, antropologia, massmediologia sono solo alcune delle discipline che costantemente lo approfondiscono ma anche la medicina si interessa al sorriso, scovandone parecchi benefici: stimola la produzione di endorfine (composti chimici prodotti dal nostro organismo capaci di migliorare l’umore), quella di globuli bianchi per rinforzare le difese immunitarie e riduce la possibilità di contrarre infezioni virali o batteriche.

Ma in questa grande arena scientifica va considerato anche il panorama culturale della risata. La cultura ha un ruolo ben definito sulla concezione del sorriso e il suo significato cambia in base alle realtà e contesti in cui si manifesta. Seppur nella maggior parte dei casi la percezione culturale e sociale del sorriso è legata a uno stato di felicità e serenità, ci sono alcune culture che associano l’atto di sorridere – soprattutto se fatto senza motivo - a una mancanza di intelligenza e onestà, sradicando gli schemi apparentemente universali a cui siamo sempre stati abituati.

Lo dimostra uno studio condotto dagli psicologi e psicologhe Kuba Kris, Melanie Vauclair, C. Capaldi e Vivian Miu-Chi Lun in collaborazione con numerosi altri esperti e accademici pubblicato sulla rivista Springer. Secondo quanto emerso, il motivo per cui crediamo che le conseguenze del sorriso siano collegate alla felicità in modo universale, è che la maggior parte delle ricerche vengono condotte in società occidentali, istruite, ricche e industrializzate, tralasciando tutto il resto del mondo, che presenta invece differenti caratteristiche di percezione del sorriso.

Lo studio basato su un campione di 5.216 individui provenienti da 6 diversi continenti in rappresentanza di 44 culture, ha chiesto ai partecipanti di valutare 8 volti: 4 sorridenti e 4 non sorridenti, bilanciati per genere. Alla fine sono state riscontrate tra le 4 e le 6 culture in cui il sorriso è stato percepito con un giudizio negativo, ma bisogna ovviamente valutare il contesto in cui si sorride.

Per quanto riguarda la valutazione sull’onestà, gli individui indiani, argentini, indonesiani e iraniani coinvolti nell’esperimento, hanno valutato le persone sorridenti come meno oneste rispetto a chi non sorrideva. In merito all’intelligenza sono state nuovamente le persone indiane e iraniane a valutare le persone sorridenti come meno intelligenti. A loro si aggiungono giapponesi, sudcoreani e russi. D’altra parte proprio un antico proverbio russo recita “Улыбкa, бeз пpичины — пpизнaк дypaчины” ovvero “sorridere senza motivo è un segno di stupidità”.

Come sottolineano gli scienziati nella ricerca, “questo risultato supporta la nostra previsione che la percezione sociale relativa all’intelligenza degli individui che sorridono varia in base alle culture e in alcune di esse, sorridere può persino portare ad attribuzioni di intelletto inferiore”.

Certo, è importante fare diverse precisazioni. La prima è che le interazioni tra cultura e percezione sociale del comportamento non verbale rimangono ancora poco studiate o approfondite; la seconda che “i campioni potrebbero  - descrive il team di ricerca - non essere pienamente rappresentativi delle culture da cui provengono gli individui”. Va considerato poi l’ambiente in cui è stato effettuato il test, che potrebbe aver avuto un ruolo decisivo nella percezione e nel giudizio dei sorrisi.

In sostanza, qualora decidessimo di navigare verso altre culture , come dimostra la ricerca sarebbe meglio avere alcuni accorgimenti sul nostro sorriso, così da non creare impressioni negative su di noi, anche se, tranne le eccezioni, sorridere resta uno dei farmaci naturali più benevoli per il nostro corpo.

Il sorriso inoltre rafforza le connessioni relazionali e la maggioranza delle culture mondiali si aspetta un’interazione pienamente positiva quando si approccia a una persona sorridente.

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