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Matteo Messina Denaro, il supercattivo in manette

È un boss mafioso cattivissimo. Lunedì scorso è finalmente finito in prigione. Ma possiamo dire “e vissero tutti felici e contenti?”
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21 gennaio 2023 Aggiornato alle 09:00

C’era una volta un signore con 1 nome e 2 cognomi. Di nome faceva Matteo e di cognome faceva Messina Denaro. Messina come la città che dalla Sicilia sbircia la Calabria. E Denaro come i soldi, e in questa storia di soldi ne girano parecchi. Questo signore c’era e c’è ancora ma, da lunedì scorso, c’è un po’ meno. C’è in modo diverso.

Lunedì Matteo Messina Denaro è stato arrestato. Devi averlo visto anche tu, un signore smunto e calmo tra gli agenti col passamontagna in testa, fuori da un ospedale. Fino a lunedì, Matteo Messina Denaro era il capo di Cosa Nostra, così si chiama la mafia che è nata in Sicilia ma opera nel mondo intero. Era anche uno tra i 10 latitanti più ricercati al mondo.

Un latitante è una persona ricercata dalla polizia che è scappata e si è nascosta. Matteo Messina Denaro era latitante da 30 anni, dal 1993. Allora i tuoi genitori avevano la tua età, forse addirittura meno. Aiutato da complici, è scappato rimanendo sempre lì, in provincia di Trapani, a pochi chilometri da casa.

Le polizie del mondo intero lo cercavano da tutto questo tempo perché ha fatto delle cose tremende. Ha rubato, sequestrato, estorto, ucciso. Ha fatto direttamente male a tante persone, ma indirettamente male a tutta la sua regione, la Sicilia, anzi, a tutto il Paese.

Ogni tanto ha commesso dei crimini bruttissimi con le sue mani, altre volte ha ordinato ad altri di farlo per conto suo. È successo, per esempio, poco prima che decidesse di scappare, nel 1992, quando collaborò agli attentati contro i giudici Falcone e Borsellino. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano 2 amici e 2 giudici bravissimi che hanno messo il turbo alla lotta alla mafia.

La mafia, infatti, che è un’organizzazione criminale gigante, potente e pericolosa, è un reato ufficiale solo dal 1982 ma è nata un secolo prima. Ci sono voluti tempo, sforzi e, purtroppo, molte lacrime per capire come funzionava e inventare delle leggi che potessero combatterla.

Se, come me, vieni dal “continente” e non dalle isole, è davvero difficile capire la mafia, e i grandi non te la sapranno spiegare per bene, anche se sono grandi. Cioè, non è difficile capire come funziona l’organizzazione dei cattivissimi, coi suoi capi, i sottoposti, i soldati e gli affiliati. Quello che per noi, grandi e piccoli di quasi tutto il continente, è difficile capire, è come la criminalità organizzata non è fatta solo da criminali, cioè dai cattivissimi, ma coinvolge anche i cattivelli, i furbetti, gli ignari, i tonti e persino i buoni. Ché nella vita vera, a differenza che nelle fiabe, non ci sono solo i buoni e i cattivi e noi tutti non siamo sempre solo buoni o sempre solo cattivi.

Da quando Matteo Messina Denaro è stato arrestato, tanti adulti del continente scrivono e parlano, sui giornali, in Tv e soprattutto sui social. È un gran chiasso di opinioni di persone che, come me, non capiscono bene la mafia. In questi casi, quando si può, bisogna sempre ascoltare chi conosce le cose perché succedono a casa sua. Uno di loro è un giornalista bravissimo che si chiama Giacomo Di Girolamo. Oltre ad aver scritto dei libri sulla mafia e su Matteo Messina Denaro, Giacomo è siciliano e capisce come la mafia non si faccia sempre con le armi e con il sangue.

Non bisogna aver paura di non conoscere le cose, sai, di stare solo ad ascoltare. Non bisogna avere un’opinione su tutto. Ci vuole coraggio e pazienza anche solo per ascoltare, e ascoltare è un’azione vera che può portarci lontano.

Nessuno sa bene cosa succederà adesso che Matteo Messina Denaro è stato arrestato. Vorrei poterti dire e vissero tutti felici e contenti” ma ho paura che la storia non finisca qui. Finirà, prima o poi, con tantissimo impegno, ma non è ancora finita.

Matteo Messina Denaro parteciperà ai processi per cui era ricercato da tanti anni ma forse non dirà niente di quello che sa. E allora perché sono tutti in festa per le strade di Sicilia? Perché i processi sono importanti. Oltre a condannare i colpevoli e risarcire le vittime, i processi fanno bene all’anima, delle vittime, appunto, ma anche dei Paesi. Perché della mafia, tutto il Paese è vittima. Fa bene all’anima poter spiegare a tutti quello che ci ha fatto male, essere creduti e presi sul serio. Serve ad andare avanti e a non avvoltolarsi sul proprio male come un cavo ingarbugliato.

In tutti questi anni di assenza, se ne sono dette tante su Matteo Messina Denaro. C’era ma non si vedeva. O forse non c’era più. Forse c’era, ma altrove. Quando i pericoli o i dolori non si vedono, diventano grandi e misteriosi come fantasmi perché non hanno contorni. Adesso Matteo Messina Denaro non è più un fantasma: è un signore smunto. Tutto il male che ha fatto rimane, ma lui non può più fare paura. Qualcuno - lo Stato - ha acceso la luce e ci ha ricordato che i fantasmi non esistono.

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