Futuro

Cleopatra è la pagina Wikipedia più vista del 2022

A spiegare questo strano primato è stato Taha Yasseri dell’University College di Dublino. Spoiler: c’entrano le app che molti di noi utilizzano ogni giorno
Credit: Rama/ Wikipedia
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
20 gennaio 2023 Aggiornato alle 20:00

Nel 2022 sono successe molte cose. La guerra in Ucraina, la morte di personaggi che avevano attraversato il secolo scorso e i primi venti anni di quello attuale, la lunga estate dal caldo record, l’impennata dell’inflazione, solo per citare le prime che saltano alla mente pensando all’anno da poco finito. In questi dodici mesi, però, quello che non si è verificato è un evento che avesse a che fare con Cleopatra.

Non un anniversario, non una mostra, non un’opera che la ritraesse imbrattata dagli attivisti climatici. Eppure, la pagina dedicata alla regina d’Egitto che si dice amasse fare il bagno nel latte d’asina e che aveva fatto capitolare Antonio e Cesare è stata la più visitata della Wikipedia inglese. Come è possibile?

A riportare questo dato curioso – e a spiegarne la causa – è stato Taha Yasseri, professore associato della Scuola di Sociologia dell’University College di Dublino, che in un’analisi uscita su The Conversation ha spiegato come negli anni passati sul podio delle pagine più viste ci fossero gli eventi e le esperienze condivise più importanti e memorabili: nel 2020, la pandemia di COVID-19, le elezioni presidenziali statunitensi e la morte di Kobe Bryant, nel 2021 Squid Game, Euro 2020 e la morte del principe Filippo. Nel 2022, invece, qualcosa ha stravolto gli equilibri: Jeffrey Damer, l’invasione russa dell’Ucraina, la Coppa del Mondo FIFA 2022 e la morte della Regina Elisabetta sono state sì tra le più visualizzate dagli utenti, ma sul podio c’è lei, la grande outsider: Cleopatra.

Se la popolarità di Damer si spiega, dice Yasseri, con il successo della serie tv Netflix Monster: The Jeffrey Dahmer Story, come mostra il picco di ricerche dopo la messa in onda il 21 settembre, l’interesse per l’articolo di Cleopatra – che ha avuto un alto numero di lettori tutto l’anno con un picco in ottobre – rimaneva un mistero.

“Sebbene ci fossero alcune notizie su un remake del film classico e uno spot del Superbowl con Cleopatra, queste non spiegano completamente il numero significativo di visualizzazioni”, continua. “Anche le statistiche di visualizzazione quotidiana dell’articolo di Cleopatra non indicano alcun evento specifico come causa”. Non solo: l’articolo non ha seguito l’andamento tipico dei trend online, che hanno un rapido picco e un altrettanto breve decadimento dopo un periodo che va solitamente dai 5 agli 8 giorni. Come è possibile?

A svelare l’arcano è stato un follower di Twitter che, alla domanda di Yasseri, ha risposto indicando il possibile responsabile: l’app Google Assistant, che utilizza il riconoscimento vocale per consentire agli utenti di interagire con i propri telefoni attraverso la conversazione.

Integrata in almeno 1 miliardo di dispositivi e con più di 500 milioni di utenti mensili, al momento dell’installazione l’app fa degli esempi dei tipi di richieste che possono essere fatte, come i comandi tipo “apri YouTube” e le ricerche sul web. Una di queste, nel 2022 era proprio “Prova a dire: mostrami Cleopatra su Wikipedia”.

Un invito che più di 50 milioni di persone hanno seguito negli ultimi 12 mesi. Per avere un confronto, prima che Google Assistant si diffondesse nel 2020, le visualizzazioni annuali su Cleopatra erano circa 2,5 milioni.

Quello che potrebbe essere un aneddoto curioso, però, è in realtà un piccolo grande campanello d’allarme, che mostra come le scelte a livello di UI/UX design e dei produttori di smart device possano influenzare gli interessi collettivi e avere effetti su larga scala quando raggiungono milioni di utenti attraverso la tecnologia digitale.

Non è la prima volta che Google viene criticato per il modo in cui indirizza il percorso degli utenti, guidandoli verso i propri prodotti. In questo caso, non è accaduto nulla di male, “abbiamo solo imparato qualcosa di più su Cleopatra e sulla sua relazione con Giulio Cesare”, scherza Yasseri. Ma cosa accadrebbe se l’interesse degli utenti venisse dirottato verso altri tipi di contenuti?

Già una ricerca precedente di Yasseri aveva mostrato come “i collegamenti su Wikipedia possano indirizzare un traffico significativo verso determinati articoli e come la promozione di determinate petizioni sulla prima pagina di un sito Web possa alterare in modo significativo la distribuzione delle firme e quindi le possibilità di ricevere un’attenzione diffusa per determinate cause politiche”.

Non solo: “i ricercatori nei campi della scienza dei dati sociali e dell’analisi dei dati web utilizzano spesso statistiche come i volumi di ricerca di Google e le visualizzazioni delle pagine di Wikipedia per studiare le dinamiche di attenzione e popolarità”, ricorda Yasseri. Ma cosa accade quando questi dati sono manipolati?

Il potere che le aziende del tech hanno nel plasmare e influenzare l’attenzione pubblica semplicemente introducendo piccoli cambiamenti non è più un mistero. Questo non è che l’ennesimo tassello. Eppure, non dovremmo abbassare la guardia, nemmeno per una inaspettata lezione di storia.

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