Diritti

Parlamento: rinasce la lobby per i diritti degli animali

La deputata Michela Vittoria Brambilla è stata rieletta presidente dell’Intergruppo per la tutela degli “esseri senzienti” che il nostro Codice civile continua a considerare “cose”
La deputata Michela Vittoria Brambilla con un cucciolo beagle liberato dall'allevamento Green Hill di Montichiari, Brescia, 27 luglio 2012.
La deputata Michela Vittoria Brambilla con un cucciolo beagle liberato dall'allevamento Green Hill di Montichiari, Brescia, 27 luglio 2012. Credit: ANSA/UFFICIO STAMPA LEIDA
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
19 gennaio 2023 Aggiornato alle 19:00

Anche questa legislatura avrà il suo Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali. La squadra di deputati e senatori si è riunita per la prima volta il 18 dicembre per la rielezione della presidente Michela Vittoria Brambilla, promotrice della “lobby” animalista nata nel 2018.

Ex ministra per il Turismo nel IV governo Berlusconi e oggi deputata del Gruppo misto, Brambilla è anche presidente e fondatrice della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente (Leidaa). Al suo fianco gli onorevoli Sergio Costa (M5S) e Walter Rizzetto (FdI), vicepresidenti dell’Intergruppo.

Elette anche le segretarie di presidenza Isabella De Monte (Azione), Rita dalla Chiesa (FI), Francesca La Marca (Pd), Michaela Biancofiore (Noi moderati), Simona Loizzo (Lega), Eleonora Evi (Alleanza Verdi e Sinistra), Julia Unterberger (Per le Autonomie).

«Grazie all’adesione e al sostegno di decine di parlamentari, mi batterò per raggiungere gli obiettivi per cui sono da tempo impegnata – ha dichiarato Brambilla –, dall’inasprimento delle pene per chi maltratta e uccide gli animali a una riforma del Codice civile al passo con i tempi».

«Abbiamo convenuto di lavorare su proposte di legge sottoscritte da tutti, per raggiungere obiettivi comuni – ha aggiunto Brambilla – Siamo determinati a far sentire anche nei palazzi le nostre ragioni, che hanno ampio ascolto e forte eco nella società italiana».

A febbraio dello scorso anno il benessere degli animali è entrato a far parte della Costituzione dopo che la Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge costituzionale per la modifica degli articoli 9 e 41 della Carta.

«La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali», si legge nella nuova formulazione, dove si aggiunge inoltre che la Repubblica «tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni».

Tuttavia il Codice civile italiano considera ancora gli animali comebeni mobili” e dunque “cose”, non “esseri senzienti”, status riconosciuto dall’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Per questo a novembre la Lega nazionale per la difesa del cane ha lanciato una petizione online con la quale intende chiedere al governo la modifica della normativa.

«Questo riconoscimento rappresenterebbe un ulteriore passo in avanti per arrivare alla loro piena affermazione come esseri “viventi”, che, in quanto tali, non possono più essere considerati come delle “res” – si legge nel comunicato – ma come veri e propri soggetti di diritto ai quali, in futuro, potrà anche essere riconosciuta una forma di capacità giuridica».

La questione della soggettività giuridica degli animali è assai dibattuta, al punto che a fine anno l’Università di Torino ha lanciato un corso avanzato in diritto privato degli animali con l’obiettivo dichiarato «di preparare i giuristi di domani ai nuovi problemi che la “questione animale” pone».

Ad esempio: se una famiglia si scioglie a chi andranno gli animali domestici? Varranno le regole della proprietà privata oppure criteri meno scontati che mimano l’affidamento dei figli? E ancora: se l’animale viene ucciso, a quale risarcimento avrà diritto il proprietario? Si guarderà al solo valore economico o si considererà anche il danno non patrimoniale?

«La dicotomia tra res e personae, ereditata dal passato, appare sempre più una coperta corta, che lascia irrisolte troppe questioni – dichiara il professor Luciano Olivero che ha proposto l’insegnamento – Esse, al di là del peso della tradizione e degli approcci sentimentali al tema degli animali, reclamano la ricerca di soluzioni ragionevoli filtrate dagli strumenti tecnici del diritto privato».

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