Economia

Che fare dopo il diploma?

Gli istituti tecnici e professionali mantengono il primato come scuole di riferimento per l’occupazione. Le imprese chiedono con urgenza manodopera qualificata in grado di inserirsi il prima possibile nel mondo del lavoro
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19 gennaio 2023 Aggiornato alle 08:00

È già trascorsa una settimana da quando il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha dato via alla procedura online per le iscrizioni alle scuole superiori (che resteranno aperte, ancora, fino alle ore 20 del 30 gennaio).

I dati AlmaDiploma - associazione di scuole senza scopo di lucro che associa circa 310 istituti superiori - relativi allo scorso anno tracciano un quadro abbastanza significativo delle prospettive occupazionali dopo il diploma. Il risultato indica chiaramente che chi ha scelto una scuola tecnica o professionale riesce a trovare lavoro anche senza frequentare corsi supplementari, rispettivamente nel 50% e nel 54% dei casi. Scendendo più nel dettaglio, per l’istituto tecnico, a un anno dalla maturità, il 34,1% deə diplomatə lavora e a questa percentuale va poi sommato il 16,7% che contemporaneamente prosegue con gli studi.

Dopo tre anni, la quota di chi lavora o studia e lavora sale al 61,5%.

Passando a chi consegue il diploma professionale, invece, il 43% deə ex studentə inizia a lavorare entro un anno dal conseguimento del titolo, l’11% abbina studio e lavoro e il 19% va all’università. La percentuale di chi lavora dopo tre anni dalla maturità è la più alta e si trova al 69%.

Nei licei la situazione è diversa: qui vediamo, infatti, il 65% deə studentə scegliere immediatamente l’università, mentre il 22% studia e lavora. Ad inserirsi nel mondo del lavoro è il 6% del campione considerato.

I dati di AlmaDiploma focalizzano l’attenzione anche su un altro aspetto altrettanto importante, ovvero, la “coerenza” tra il percorso di scuola superiore e il corso di laurea prescelto. Il tasso di studentə che abbandonano l’università si trova all’11,7% e la metà deə studentə che cambia ateneo o corso dichiara di farlo per «mancanza di interesse verso le discipline» insegnate. Questo ci mostra chiaramente come le scelte prese al termine del percorso di scuola superiore non siano sempre chiare e decisive.

I dati emersi dall’indagine fanno sicuramente emergere ancora una volta come la scelta migliore per chi guarda all’occupazione immediata post diploma sia quella degli istituti tecnici e professionali, eppure, anche qui si rileva che il 36,8% deə diplomatə tecnici 2021 afferma di non utilizzare le competenze acquisite durante le ore scolastiche e il 30,4% deə provenienti da istituti professionali ribadisce lo stesso concetto.

La preparazione non adeguata non permette a studentə di trovare lavoro e allo stesso modo impedisce a imprenditorə di trovare quasi un profilo su due (45,6% a gennaio secondo il sistema informativo Excelsior) di quelli richiesti al momento. Sebbene a mantenere il primato come scuole di riferimento per il mondo del lavoro rimangano, comunque, gli istituti tecnici e professionali, ciò che le imprese chiedono sempre di più e con urgenza è manodopera qualificata in grado di inserirsi il prima possibile nell’ambiente lavorativo.

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