Ambiente

Idrogeno: le Regioni vogliono investire, il Governo un po’ meno

In questi giorni sono stati pubblicati diversi bandi per impianti in aree dismesse in Emilia Romagna, Calabria, Lombardia, Basilicata. L’esecutivo preferisce però destinare i fondi del Pnrr altrove
Credit: Via rolandberger.com.    
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18 gennaio 2023 Aggiornato alle 12:00

In questi giorni diverse regioni italiane, come Emilia Romagna, Calabria, Lombardia, Basilicata e altri, hanno pubblicato avvisi di bandi o progetti relativi alla realizzazione di impianti o iniziative legate allo sviluppo delle tecnologie a idrogeno.

Scelte coraggiose e che guardano al futuro in un momento in cui però l’Italia, almeno a livello di infrastrutture, sembra fare piccoli passi indietro.

Se il Governo Draghi puntava nel Pnrr a spingere su queste tecnologie, il nuovo esecutivo secondo quanto riportato nella relazione di Matteo Salvini relativa alle modifiche da richiedere a Bruxelles per il Pnrr sembra invece voler destinare i fondi altrove.

Per esempio verrà richiesto - anche se non ancora ufficiale - di cancellare alcuni progetti per la realizzazione di nove stazioni di rifornimento per i treni a idrogeno e traslare invece i 300 milioni necessari per iniziative di miglioramento della rete idrica.

Nelle modifiche si punta anche ad abbandonare, almeno momentaneamente, a 40 colonnine a idrogeno per i mezzi pesanti lungo la rete stradale. Scelte che sarebbero dettate anche da gare e bandi in passato andati semi deserti.

Le regioni però, almeno ad annunci, sembrano invece insistere sulla strada dell’idrogeno.

Da poche ore per esempio l‘Emilia Romagna, con 19,5 milioni di euro di risorse del Pnrr, ha lanciato il suo bando regionale: c’è tempo fino al 20 febbraio per la presentazione delle domande destinate alla selezione di progetti per la realizzazione di impianti di produzione di idrogeno green in aree industriali dismesse, con il recupero in questo modo di superfici abbandonate, senza nuovo consumo di suolo.

Lo scopo dichiarato è far nascere nuovi siti di produzione di energia pulita (con potenza tra uno e dieci megawatt) e secondo l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Green economy Vincenzo Colla l’idea è «sostenere attività di produzione su larga scala, in grado di dimostrare la convenienza dell’elettrolisi per l’industria energivora, la logistica e il trasporto locale».

In futuro, l’idrogeno secondo l’Emilia Romagna dovrà essere utilizzato anche in caldaie civili e industriali e «con questo investimento, noi diciamo che è possibile produrre idrogeno green e che non è una possibilità lontana», chiosa l’assessore.

Discorso simile anche in Basilicata dove la Regione annuncia che riceverà «altri dieci milioni di euro aggiuntivi ai 18,5 già disponibili dal Pnrr, a favore delle imprese che intenderanno aderire al bando che abbiamo approvato, dedicato a progetti per impianti di produzione di idrogeno green in aree industriali dismesse», ha spiegato il governatore Vito Bardi.

Il bando sarà pubblicato sul Bur entro il 31 gennaio, mentre entro il 31 marzo prossimo sarà definita la graduatoria dei progetti presentati, un avviso “destinato a tutte le imprese, a prescindere dalla loro dimensione, intenzionate a realizzare siti di produzione di idrogeno green in aree industriali dismesse, sia singolarmente che congiuntamente, attraverso un contratto di rete o similari di massimo cinque soggetti”.

Idrogeno rinnovabile nelle aree industriali dismesse è anche la strada scelta dalla Lombardia. Qui per esempio, sempre sfruttando il Pnrr, si vuole dar vita a distretti dell’idrogeno.

Si tratta di “una misura volta a promuovere l’uso locale di idrogeno verde nell’industria nelle piccole medie imprese e nel trasporto locale. Per la nascita di distretti dedicati alla produzione di questo importante vettore energetico, secondo la ripartizione tra regioni e province autonome, a Regione Lombardia è stata assegnata la somma di 33,5 milioni di euro” fanno sapere da Milano ricordando che la Regione “considera l’idrogeno come una delle forme di energia su cui puntare: è infatti l’unico vettore che consente di stoccare energia che, all’impiego, non produce emissioni. Obiettivo del bando è favorire la transizione energetica, rendendo i territori non solo acceleratori nell’ambito dell’utilizzo dell’idrogeno, ma dei veri esempi di sostenibilità ambientale”.

Attualmente l’Italia è fra i primi posti in Europa nei brevetti per la transizione verso l’idrogeno (verde) ma adesso è tempo di dar vita anche alle infrastrutture necessarie per un vero sviluppo.

Così anche la Regione Calabria ha da poco approvato un avviso pubblico, da 24,5 milioni di euro, proprio rivolto alla realizzazione di siti di produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dismesse.

Per l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Rosario Varì, «l’obiettivo è rendere sempre più green la Regione Calabria mediante l’uso di energia rinnovabile diretta, in questo caso, alla produzione, nelle aree industriali dismesse, di idrogeno verde da destinare, a esempio, all’industria, al trasporto locale, alle piccole e medie imprese».

Nel frattempo, mentre la sfida dell’idrogeno coinvolge sempre più territori, parallelamente va avanti anche quella dell’ampliamento delle Cer, le comunità energetiche rinnovabili, tanto acclamate a parole ma ancora troppo poche lungo lo Stivale: fra gli ultimi a lanciare bandi e proposte c’è ora anche il Lazio che il 9 gennaio ha aperto un bando (a disposizione un milione di euro complessivi) per un finanziamento dai 6.000 ai 13.000 euro per ciascuna Cer che verrà realizzata.

Le domande si possono presentare fino al prossimo 21 febbraio sulla piattaforma GeCoWEB Plus.

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