Diritti

Uk: la mortalità materna è un problema di povertà

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme: ogni 100.000 nati, oltre 9 madri muoiono entro sei settimane dal parto. Il suicidio è la principale causa di morte
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17 gennaio 2023 Aggiornato alle 17:00

L’aumento dei prezzi indotto dall’inflazione e l’innalzamento del costo della vita hanno conseguenze in tutti gli ambiti sociali, compresa la maternità.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvertito che questa crisi potrebbe esacerbare il tasso di donne che muoiono durante e dopo la gravidanza. La povertà provocata dall’innalzamento dei costi e dal minore potere di acquisto accentua, tra gli altri fattori, anche le disuguaglianze sanitarie, colpendo un numero sempre maggiore di donne in stato di indigenza economica e sociale.

La dottoressa Natasha Azzopardi-Muscat, dirigente dell’Oms e specializzata in salute materna, ha affermato che esiste una chiara e visibile associazione tra la probabilità che una donna muoia nelle settimane precedenti e successive al parto e il suo livello di povertà.

Le disparità emergono, come sempre, per coloro che che vivono nelle aree più svantaggiate. Il concetto di salute materna è complesso e tiene conto di diversi fattori; non soltanto la forza lavoro sufficiente per avere accesso a un’assistenza sanitaria di qualità, ma anche il background socioeconomico della donna, nonché la sua provenienza etnica.

La dottoressa ha attribuito l’aumento del tasso di mortalità alle cattive condizioni di salute delle donne in gravidanza, tra cui gli alti livelli di diabete e obesità, e all’uso “inadeguato” dei servizi di assistenza prenatale, che non riescono a raggiungere le donne di colore, asiatiche e appartenenti a minoranze etniche e quelle che vivono in aree svantaggiate.

A novembre, il rapporto MBRRACE Saving Lives, Improving Mothers’ Care ha rivelato che le donne che vivono nelle aree più disagiate hanno più del doppio delle probabilità di morire rispetto a quelle che vivono nelle zone più ricche del Regno Unito, mentre i suicidi rappresentano il 18% di tutti i decessi.

L’allarme per la situazione in Regno Unito è il risultato dei dati allarmanti degli ultimi anni; la Care Quality Commission del Regno Unito ha avvertito di un “preoccupante declino” nelle esperienze delle donne con i servizi di maternità, anche a causa della carenza di personale in prima linea. L’ente di controllo sanitario ha dichiarato di aver riscontrato un deterioramento negli ultimi cinque anni; molte donne hanno riferito di non aver sempre ricevuto l’aiuto di cui avevano bisogno durante il travaglio e il parto e di non essere state ascoltate.

L’accesso alla salute materna e la diseguaglianza sociale

L’Oms pubblicherà alla fine di gennaio altri dati in merito alla salute materna e al tasso di mortalità, ma tutti i report raccolti fino a ora hanno lo scopo di delineare un obiettivo: permettere a tutte le donne una maternità serena.

Il Regno Unito, ha dichiarato la dottoressa, deve investire maggiormente nel sostegno alla salute mentale prenatale e perinatale durante un «periodo molto delicato e fragile della vita di una donna» per ridurre il tasso di suicidi delle neomamme.

Il mondo accademico, in particolare la professoressa Marian Knight dell’Oxford University, si era già occupato della salute delle neomamme e del sistema sanitario. Secondo lei il problema è che il Regno Unito «progetta i suoi sistemi per le donne bianche della classe media, mentre noi dobbiamo progettare i nostri sistemi in modo che funzionino per tutti».

Il libero accesso alle cure, che si traduce nel diritto universale alla salute, significa che ogni donna dovrebbe avere le informazioni necessarie a portare a termine una gravidanza in modo sicuro e gratuito. Lo status sociale non dovrebbe inficiare sui controlli prenatali o sulla migliore condotta da tenere in gravidanza.

La mancanza di istruzione o la lontananza dalla vita sociale e pubblica, cosa che colpisce molte donne straniere emarginate e non sufficienti, condiziona tutta l’esperienza della gravidanza, soprattutto dopo la nascita.

L’impressionante tasso di suicidi, il 18% delle morti delle neomamme, indica una lacuna del sistema sociale, incapace di impiegare le risorse per occuparsi del benessere di queste donne. I fattori esterni alla maternità, quindi, pesano molto sulla salute mentale e un costo della vita sempre più proibitivo potrebbe avere un impatto davvero massiccio.

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