Ambiente

Davos: care aziende fossili vi scrivo

In occasione dell’inizio del World Economic Forum, Thunberg, Nakate, Gualinga e Neubauer hanno scritto una lettera ai Ceo delle multinazionali di Fossil Fuel. Chiedono di fermare l’apertura di nuovi siti d’estrazione
Luisa Neubauer, Greta Thunberg e Lakshimi Thevasagayam al villaggio di Luetzerath, in Germania, il 13 gennaio 2023. Luetzerath (Renania settentrionale-Vestfalia) vorrebbe far posto alle miniere di lignite. La miniera a cielo aperto di Garzweiler, gestita dal fornitore di energia tedesco RWE, è al centro delle proteste di persone che vogliono che la Germania smetta di estrarre e bruciare carbone
Luisa Neubauer, Greta Thunberg e Lakshimi Thevasagayam al villaggio di Luetzerath, in Germania, il 13 gennaio 2023. Luetzerath (Renania settentrionale-Vestfalia) vorrebbe far posto alle miniere di lignite. La miniera a cielo aperto di Garzweiler, gestita dal fornitore di energia tedesco RWE, è al centro delle proteste di persone che vogliono che la Germania smetta di estrarre e bruciare carbone Credit: EPA/FINN BECKER
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16 gennaio 2023 Aggiornato alle 14:20

Forse, sorvolando Davos con i loro jet privati, che lo scorso anno portarono a quadruplicare le emissioni, anche i leader, i Ceo e i banchieri riuniti al World Economic Forum (Wef) si saranno accorti quest’anno dell’assenza di neve. La cittadina svizzera - dove da oggi fino al 20 gennaio si svolge l’edizione 2023 del Wef - quest’anno appare infatti priva di neve, solo con qualche imbiancata qua e là: una delle tante conseguenze di ondate di calore e temperature elevate collegate alla crisi del clima. Una crisi che i potenti del mondo non possono davvero più ignorare.

Anche per questo nella nuova edizione del World Economic Forum il tema del clima e della crisi energetica sarà centrale: sia nei confronti e nelle discussioni, che nelle azioni di protesta. Il punto, hanno ricordato centinaia di attivisti che domenica hanno manifestato alla vigilia del forum, è che la crisi climatica innescata dalle azioni degli esseri umani sta portando a sempre più ingiustizie e disparità sociali, aumentando il divario fra ricchi e poveri, rubando il futuro alle nuove generazioni.

Il messaggio lanciato ai 2.500 leader riuniti in Svizzera è, dunque, la necessità di un maggiore impegno nella lotta al surriscaldamento, a cominciare dallo stop immediato all’uso dei combustibili fossili. Chiarissime, in una lettera petizione lanciata sui social a poche ore dall’inizio del vertice, sono 4 delle più note attiviste ambientali al mondo: Greta Thunberg dalla Svezia, Vanessa Nakate dall’Uganda, Helena Gualinga dall’Ecuador e Luisa Neubauer dalla Germania, che hanno diffuso un appello interpellando direttamente i Ceo delle multinazionali di petrolio, carbone o gas. A Davos infatti parteciperanno diversi amministratori delle principali aziende energetiche, tra cui anche BP, Chevron e Saudi Aramco.

Lo scopo della missiva - che in poco tempo veleggia ormai verso le 750.000 firme richieste - è chiedere loro “di interrompere immediatamente l’apertura di nuovi siti di estrazione di petrolio, gas o carbone e di smettere di bloccare la transizione verso l’energia pulita di cui tutti abbiamo così urgente bisogno”. Nel messaggio c’è anche l’implicita richiesta di fermare, per esempio, la miniera di carbone che stanno ampliando a Lutzerath in Germania e dove continuano le proteste (anche Thunberg ha manifestato ed è stata allontanata dalla polizia).

Le giovani attiviste ricordano come le aziende di oil and gas sapevano “da decenni che i combustibili fossili causano cambiamenti climatici catastrofici”, così come da anni la scienza ci continua a dire che “è sbagliato bruciare combustibili fossili” perché sono quelli che più impattano a livelli di emissioni, ma nonostante questo i “politici ci hanno ingannato”. La richiesta diretta ai Ceo è dunque quella di “porre fine a queste attività in quanto violano direttamente il nostro diritto umano a un ambiente pulito, sano e sostenibile”.

Inoltre, tuonano Thunberg, Nakate, Gualinga e Neubauer “se non agirete immediatamente tenete presente che i cittadini di tutto il mondo prenderanno in considerazione l’idea di intraprendere qualsiasi azione legale per ritenervi responsabili. E continueremo a protestare per le strade in gran numero”. Le 4 attiviste - che intendono portare di persona l’appello ai potenti di Davos - temono però che, nonostante le richieste, i Ceo “affermeranno di avere a cuore il Pianeta… pur continuando a lanciare nuove trivellazioni e raccogliere miliardi”.

In tal caso, sarebbe un serio problema per il futuro, perché se si continuerà con l’inazione non ci sarà mai un concreto freno alle emissioni climalteranti. Il problema però, come ricorda il Global Risk Report 2023, è che nel frattempo pandemia, guerra e disinformazione continuano a “minacciare gli sforzi per affrontare i rischi di lungo termine, in particolare quelli legati al cambiamento climatico e alla biodiversità”.

La lettera di Greta Thunberg, Vanessa Nakate, Helena Gualinga e Luisa Neubauer

To Fossil Fuel CEOs:

This Cease and Desist Notice is to demand that you immediately stop opening any new oil, gas, or coal extraction sites, and stop blocking the clean energy transition we all so urgently need.

We know that Big Oil:

KNEW for decades that fossil fuels cause catastrophic climate change.

MISLED the public about climate science and risks.

DECEIVED politicians with disinformation sowing doubt and causing delay.

You must end these activities as they are in direct violation of our human right to a clean, healthy, and sustainable environment, your duties of care, as well as the rights of Indigenous people.

If you fail to act immediately, be advised that citizens around the world will consider taking any and all legal action to hold you accountable. And we will keep protesting in the streets in huge numbers.

Vanessa from Uganda, Greta from Sweden, Helena from Ecuador, Luisa from Germany

Ai dirigenti delle aziende fossili:

Questa diffida legale esige l’interruzione immediata di nuove aperture di siti di estrazione di petrolio, gas o carbone e che non si intralci la transizione verso l’energia pulita, di cui tutti abbiamo urgente bisogno.

Sappiamo che Big Oil:

SAPEVA da decenni che i combustibili fossili causano cambiamenti climatici catastrofici.

HA INGANNATO il pubblico sulle basi scientifiche del cambiamento climatico e i suoi rischi.

HA RAGGIRATO la classe politica con la disinformazione infondendo dubbi e provocando ritardi.

Dovete interrompere queste attività poiché violano direttamente i nostri diritti umani. Siete tenuti a osservare il dovere di diligenza per garantire un ambiente pulito, sano e sostenibile, nonché garantire i diritti delle popolazioni indigene.

Se non agite immediatamente, sappiate che i cittadini di tutto il mondo potranno intraprendere qualsiasi azione legale per ritenervi responsabili. E continueremo a protestare per le strade in gran numero.

Vanessa dall’Uganda, Greta dalla Svezia, Helena dall’Ecuador, Luisa dalla Germania

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