Economia

Arrivano nuove assunzioni per i lavoratori della cultura

Da adesso fino al 2026 dovrebbero essere assunte 97.700 persone nei settori della cultura e dello spettacolo. Un segnale di crescita e slancio per un comparto in difficoltà, ma con grande voglia di riscatto
Credit: Tina Hillier
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15 gennaio 2023 Aggiornato alle 08:00

Iniziamo l’anno con una buona notizia: nel settore della cultura e dello spettacolo da oggi al 2026 dovrebbero essere assunti circa 100.000 lavoratori. Per la precisione 97.700.

Questo è quello che ha anticipato, attraverso il sistema informativo Excelsior, Unionecamere-Anpal che mette insieme le richieste del settore pubblico e di quello privato.

Osservando il comparto pubblico del mondo della cultura e dei beni culturali si nota che 4 dipendenti su 5 hanno più di 50 anni, e che quindi in tempi brevi si renderà necessario un ricambio generazionale.

Per i profili più ricercati, ovvero architetti, urbanisti ed esperti del recupero e della conservazione del territorio, fino al 2026 sono previste 18.600 nuove assunzioni, mentre per gli specialisti delle discipline artistico-espressive, nello stesso arco temporale se ne prevedono 17.700.

Inferiori, ma sempre molto elevati, saranno i nuovi posti di lavoro che riguardano figure quali artigiani e operai dell’artigianato artistico e dello spettacolo, che saranno 7.600 e infine le professioni qualificate nei settori ricreativi e culturali, che saranno richieste in 3.700 unità.

Come in tutti i settori ormai, anche in questo si parla di lavoratori introvabili, ovvero di quelle figure professionali che risultano più difficili da reperire.

Entrando nello specifico, a mancare è il 46,8% di tecnici del marketing del settore storico-museale, il 30% di grafici pubblicitari e la stessa percentuale di allestitori di scena. Ugualmente elevata è la percentuale di archivisti, bibliotecari e conservatori di musei, al 20%.

Spostandosi sull’intrattenimento, invece, manca all’appello il 71,3% degli intrattenitori, il 48,9% dei tecnici del marketing e il 45,8% di compositori, musicisti e cantanti.

Questi numeri si scontrano con altri di significato diametralmente opposto. In Italia infatti sono 80.000 i giovani che arrivano a un titolo di studio nelle discipline umanistiche ma solo 30.000 quelli che vengono assunti.

Per ridurre questo gap, è necessario che il mondo della formazione e quello delle opportunità di impiego si avvicinino e allo stesso tempo iniziare a spingere sulla leva dell’innovazione, dato che le figure richieste necessitano di abilità elevate dal punto di vista tecnologico e di certificazioni che ne attestino le competenze acquisite.

Negli ultimi anni, il Ministero della cultura sta mettendo in atto un’intensa attività di reclutamento. Dal 2017 al 2022, infatti, sono state assunte 3.901 persone attraverso concorsi, procedure selettive, mobilità esterna, scorrimento di graduatorie di altre Pa, stabilizzazione e passaggi d’area. Un percorso che continuerà visto che nei primi mesi del 2023 verranno concluse le procedure in corso per 2.487 nuovi dipendenti.

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