Futuro

I tutor a scuola si baseranno sull’intelligenza artificiale?

Mentre il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara propone tutor per ogni classe, negli Stati Uniti esistono app che basandosi sull’intelligenza artificiale forniscono servizi di tutoraggio personalizzati
Credit: YJ Jang, the founder and chief executive of Riiid, at the company’s offices in Seoul.Credit...Jun Michael Park for The New York Times
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
14 gennaio 2023 Aggiornato alle 12:00

Recentemente sulle pagine del Messaggero il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato l’arrivo di un tutor in ogni classe e la formazione di classi sperimentali, composte da massimo 10 alunni in 50 scuole selezionate in base agli Invalsi. Ma, non è l’unica figura di questo tipo ipotizzata da Valditara, che ha anche parlato di un possibile tutor per l’orientamento e uno per l’alternanza scuola-lavoro.

L’idea di migliorare la scuola affidandosi ai tutor non è nuova e soprattutto non esclusivamente italiana visto che circola anche Oltreoceano, dove però da qualche tempo si discute di tutor AI, ovvero di intelligenza artificiale, sistemi software basati su reti neurali (che imitano la costruzione del pensiero nel cervello umano) e che potrebbero prestare a ogni studente un’attenzione personalizzata, colmando le lacune e sopperendo alle mancanze dell’insegnante umano.

Secondo quanto si legge sul New York Times sarà questo il futuro della didattica, sempre più personalizzata e ultra-digitale.

Tra le pochissime aziende promotrici di questa potenziale rivoluzione della didattica c’è Riiid, una start-up fondata in Corea da YJ Jang, laureato alla Haas School of Business dell’Università della California, Berkeley.

I primi sistemi di tutoraggio informatico risalgono infatti agli anni Sessanta e consistevano in software in grado di porre domande agli studenti e fornire un feedback immediato sulle risposte. Si trattava chiaramente di strumenti costosissimi e per almeno un decennio, rimasero di esclusivo appannaggio degli istituti di ricerca, tanto che il vero cambio di marcia si ebbe con la nascita del deep learning, una versione molto più sofisticata di intelligenza artificiale in cui gli algoritmi seguivano processi di autoapprendimento, attingendo da enormi flussi di dati.

YJ Jang, nel 2014 ha applicato il deep learning all’insegnamento e con un team di data scientist ha sviluppato una serie di intelligenze artificiali che monitorano le prestazioni degli studenti, prevedono i punteggi e anticipano eventuali cali di interesse.

Per convalidare la tecnologia e raccogliere i dati necessari per perfezionare i suoi algoritmi, Riiid ha lanciato un’app di preparazione al test Toeic (Test of English for International Communication) chiamata Santa Claus, che ha scalato in breve tempo la classifica delle app educative più scaricate in Giappone e in Corea. Attraverso l’app ha accumulato dati sulle interazioni degli studenti, andando a costruire e ad arricchire quella che oggi è una delle banche dati sull’istruzione pubblica più grandi al mondo: EdNet.

Sulla base di quell’esperienza ora Riiid sta introducendo una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale per gli esami di ammissione all’università. Il prodotto sarà lanciato entro la fine di gennaio 2023 e prevede punteggi standardizzati in un quarto del tempo necessario per completare un test sull’app. Rispondendo a 30 domande, gli studenti ottengono un’analisi dei loro punti deboli e una guida pratica su come migliorare.

Nel frattempo il 4 gennaio anche la Commissione europea si è espressa sul tema, pubblicando alcune linee guida etiche sull’uso dell’intelligenza artificiale (AI).

«Le linee guida sono progettate per aiutare gli educatori a comprendere il potenziale che le applicazioni dell’IA e l’utilizzo dei dati possono avere nell’istruzione e per aumentare la consapevolezza dei possibili rischi così che siano in grado di impegnarsi in modo positivo, critico ed etico con i sistemi di intelligenza artificiale e sfruttarne appieno il potenziale» sottolinea la direzione generale dell’Istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura della Commissione europea.

«L’intelligenza artificiale ha un grande potenziale, - ha affermato Maryia Gabriel, commissaria per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani - può trasformare l’istruzione e la formazione per gli studenti, gli insegnanti e il personale scolastico, può aiutare gli studenti con difficoltà di apprendimento e sostenere gli insegnanti grazie all’apprendimento personalizzato. L’utilizzo dell’IA e dei dati comporta tuttavia rischi per la vita privata e la sicurezza, in particolare quando riguarda i nostri giovani. Sono quindi lieta che gli orientamenti contribuiranno a garantire che questi rischi siano presi in considerazione e che i nostri figli possano essere protetti e al sicuro».

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