Bambini

Web: un mare dove per navigare in sicurezza serve il salvagente

Per questo è utile l’educazione digitale. Per muoverci, proprio come su una barchetta, usando le vele, l’ancora e il timone. Senza andare alla deriva
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14 gennaio 2023 Aggiornato alle 10:00

I tuoi genitori ti insegnano ogni giorno un sacco di cose: a tenere la schiena dritta, a starnutire con la bocca coperta, a dire “grazie”, “scusa” e “per favore”. Queste cose, insieme a tante altre, le hanno imparate dai loro genitori, i tuoi nonni, che le hanno imparate a loro volta dai loro genitori, i tuoi bisnonni.

Ma tra una generazione e l’altra succedono cose, s’inventano oggetti, nascono idee che prima non c’erano e i genitori di ogni epoca si scoprono impreparati. I tuoi bisnonni sono nati senza la televisione e hanno imparato a usarla. I tuoi nonni sono nati senza il computer e hanno imparato a usarlo. Noi siamo nati senza smartphone e stiamo imparando a usarli.

Tu sei nato in un mondo che ci è al tempo stesso familiare e sconosciuto. Quando sei natə tu, internet era già dappertutto e chissà in quali universi - veri o inventati - ci porterà. Noi, che siamo i tuoi genitori e che dovremmo insegnarti tutto, sappiamo pochissimo. Stiamo imparando. Ma come sempre quando si impara, ci si confonde e si fanno errori, soprattutto se non ci sono libri di testo.

Una materia che dovremmo studiare tuttə, soprattutto noi adulti, è l’educazione digitale. L’educazione digitale non è solo saper navigare in rete ma, proprio come su una barchetta, saper navigare usando le vele, l’ancora e il timone, senza andare alla deriva.

I social, che sono nati quando sei natə tu, per noi grandi sono come un grande oceano pieno di onde: alcuni di noi sono surfisti ma la maggior parte di noi si sente naufrago. Spinti dall’entusiasmo di ritrovare gli amici, di fare nuove conoscenze, di scoprire la vita di gente lontana o famosa, abbiamo cominciato a dire tutto, mostrare tutto, svelare tutto.

Senza rendercene conto, abbiamo cominciato a credere a una bugia, anzi, a due grosse bugie. La prima è che bisogna sempre dire tutto, sempre, e che i segreti sono come le menzogne. La seconda è che una cosa, per essere vissuta davvero, dev’essere mostrata agli altri. Se non la mostri - la tua vacanza, il tuo ultimo acquisto, le cose che fai - allora non è mai successa.

Queste due grosse fandonie ci hanno spintə a postare di tutto e a non fare più la differenza tra una cosa bella, una cosa grave, una cosa vera e una cosa falsa. Ma in tutto questo posta-posta generale, ci è sfuggita di mano la cosa più importante: tu. I bambini e le bambine come te.

Questo fenomeno si chiama sharenting. È una parola inglese strana e nuova che mette insieme la parola share, che vuol dire “condividre”, e parenting, che vuol dire “fare il genitore”. Indica la tendenza dei genitori a postare tutto quello che fanno. In media, infatti, un genitore condivide oltre 1500 foto dei suoi bambini sui social nei loro primi 5 anni di vita.

Il problema è che i social sono come un grande oceano. Nell’oceano ci sono docili delfini ma anche squali scatenati e, senza sapere come e dove mettere delle reti di protezione, tutte queste foto, queste informazioni che ti riguardano vanno in pasto a tutti, squali e delfini. E tu, che sei ancora piccolo, non puoi decidere. Ma la tua faccia è finita in mare e, per com’è fatto internet, ci resterà, perché è molto difficile togliere per sempre una foto finita in rete.

Quando sarai più grande, queste tue foto da bambino potrebbero venir fuori e farti male, anche se sono state postate in un momento di allegria. In un mondo come il nostro, dove il virtuale è molto importante, è importante avere il controllo sul proprio corpo ma anche sull’immagine del proprio corpo, perché tante cose si fanno ormai solo attraverso lo schermo. E tu hai il diritto di scrivere la tua storia su internet da solə, quando sarai abbastanza grande per farlo.

È normale che i tuoi genitori vogliano scattare foto dei momenti belli insieme a te, passano così in fretta! Ma non c’è nessun bisogno che questi momenti belli finiscano in mare, il mare è troppo grande. Chiedi loro di non postare le tue foto (vale anche per i nonni e gli zii!) ma di stamparle e appenderle in casa, regalarle a chi è davvero importante. Credimi, con tutto il suo bagaglio di momenti felici e tristi, la vita non si spegne mai, non si scarica mai e va avanti lo stesso, anche se non c’è nessuno a guardare.

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