Valanghe: giorni difficili sulle nostre montagne

Giorni di tragedie sulle montagne italiane.
L’ultima vittima di una serie di valanghe che si sono verificate in zone differenti delle Alpi è Giulia Ramelli, giovane maestra di sci di 34 anni di origini veneziane. Purtroppo è deceduta all’ospedale di Treviso dopo tentativi disperati di salvarla: fatale è stata una valanga, nell’area di Cortina, sul Nuvolau.
Ramelli si trovava sul 5 Torri quando durante una escursione in compagnia del 50enne Piero Paccagnella, amico della donna e direttore di esercizio della funivia in Tofana e Marmolada, è stata travolta dalla slavina ed è rimasta sommersa da circa due metri di neve.
Paccagnella, che si è invece salvato, era riuscito a chiamare i soccorsi: un elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha raggiunto la maestra di sci ma le sue condizioni sono apparse fin da subito critiche.
Il rischio valanghe, raccontano gli esperti, in questi giorni di gennaio è stato legato soprattutto al forte vento e alla formazione di accumuli di neve nelle conche e nelle valli. In diversi casi sulle montagne venete delle Dolomiti sono state diramate allerte legate alle raffiche di vento e al rischio di distacchi.
Poche ore prima della tragedia di Cortina anche in Val Gardena si è verificata una valanga che ha travolto un maresciallo dei carabinieri ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Bolzano.
Circa 20 operatori del soccorso alpino hanno dovuto scavare sotto tre metri di neve per liberarlo.
Il giorno precedente, questa volta in Alta Valle Spluga, una valanga ha invece ucciso un 60enne, Michele Buga, che era tornato a recuperare i suoi cani.
Sulle montagne di Madesimo nella zona della capanna Bertacchi il docente di matematica di Lecco era impegnato a cercare i suoi due cani, Garry e Timun, dispersi.
All’improvviso è stato travolto dalla neve e anche per lui purtroppo non c’è stato nulla da fare.

