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Covid: un mistero ancora nascosto

L’inchiesta del quotidiano francese Le Figaro spiega come l’ostruzionismo del Governo cinese sulle origini della pandemia stia allungando il velo di silenzio che la avvolge da ormai 3 anni
Credit: Cottonbro
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14 gennaio 2023 Aggiornato alle 20:00

Esattamente 3 anni fa, dalla metropoli cinese Wuhan che conta 12 milioni di abitanti, arrivava la notizia del primo decesso causato da un misterioso virus apparso in città un mese prima.

I sintomi non erano ancora ben noti, ma quelli che più di tutti spiccavano erano riconducibili alla polmonite. Il virus, infatti, insorgeva velocemente nei polmoni, devastandoli. Nessuno sapeva che quel misterioso agente patogeno, denominato poi Sars-Cov-2, si sarebbe di lì a poco diffuso al mondo intero, provocando milioni di morti.

A distanza di tempo quello che resta sconosciuto è il luogo preciso di origine del virus. Il quotidiano francese Le Figaro ha provato a fare chiarezza, soffermandosi soprattutto sulla mancanza quasi totale di informazioni che le autorità cinesi avrebbero dovuto invece rilasciare al mondo: solo così si sarebbe potuta prevenire la folle escalation di contagi che è poi avvenuta.

Le prime manifestazioni ufficiali della malattie sono emerse nel cuore di un mercato di Wuhan, e successivamente i governatori cinesi hanno cominciato a imporre misure orwelliane di sorveglianza, trasmettendo una grossa paura al mondo intero. Oltre queste evidenti informazioni ufficiali però, il silenzio delle autorità del posto è stato sempre più intenso.

Come fa notare Le Figaro, dagli inizi della pandemia il Paese asiatico ha sempre rifiutato di aprire le porte agli scienziati stranieri indipendenti e persino i ricercatori locali hanno evitato di pubblicare ricerche scientifiche sull’argomento. Il diritto di parola è stato sistematicamente negato e chiunque parlasse del virus veniva ammutolito o addirittura sottoposto a minacce di morte.

Le piste ipotizzate dagli scienziati mondiali sull’origine della pandemia, vertono verso due possibili ipotesi: il Covid potrebbe essersi originato naturalmente da alcuni pipistrelli provenienti da regioni molto remote della Cina oppure essere fuggito da un laboratorio che lo trattava. I sospetti inerenti a questa seconda ipotesi convergono sul grande Istituto di virologia di Wuhan, che a causa di ciò che viene lavorato al proprio interno presenta un altissimo livello di rischio.

Marc Elliot, alla guida di un team di ricercatori francesi, interpellato dal quotidiano afferma di aver scovato su alcuni pipistrelli in Laos un virus molto simile al Sars-Cov-2, chiamato Banal. Tuttavia, effettuando test anticorpali sulle persone più vicine a questi animali infetti, non sono stati riscontrati risultati significativi e questo alimenta ulteriormente i forti dubbi sulla possibile manipolazione in laboratorio del virus, dove potrebbe essersi trasformato, diventando pandemico, anche se l’ipotesi dell’origine naturale viene ritenuta tangibile da alcuni scienziati.

Un paper scientifico elaborato nel 2022 e contenuto nella rivista Science, ritiene che il luogo dal quale tutto abbia avuto inizio sia il mercato di Wuhan, dove il contagio si sarebbe propagato dagli animali all’uomo attraverso gli esemplari venduti sui banchi. Tuttavia, la biologa Virginie Courtier ascoltata dal quotidiano francese, afferma che «i dati della ricerca sono molto incompleti e non permettono di arrivare a conclusioni».

In questo vorticoso incrocio di dati scientifici entrambe le possibilità devono essere prese in considerazione, ma il sistema di falsificazioni unito alla meticolosa sorveglianza del governo cinese ha bloccato qualunque tentativo di comprenderle al meglio.

Quello che fa notare il quotidiano è che indipendentemente dall’origine naturale o artificiale del virus, «la responsabilità umana potrebbe comunque essere imputabile». Quando nel 2001 emerse l’epidemia di Sars, infatti, il virus circolava già all’interno di alcuni allevamenti cinesi di manguste. Evidentemente allora le misure di biosicurezza non sono state prese in considerazione, e anche nel caso di ipotesi della fuga dal laboratorio, le responsabilità sarebbero comunque imputabili agli esseri umani, specialmente se si tratta di uno dei centri virologici con il più alto livello di rischio al mondo.

La pandemia di Covid insomma, poteva essere affrontata al meglio delle disponibilità scientifiche mondiali e il silenzio del governo cinese e la mancanza di meticolose misure di sicurezza negli allevamenti mondiali, sono il segno di evidenti responsabilità umane.

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