Economia

Francia: l’età pensionabile sale di 2 anni

Aumenterà da 62 a 64 entro il 2030, ma l’introduzione della nuova regola deve prima passare per il Parlamento a fine gennaio. E non tutti condividono la scelta
Credit: Simon Fanger/unsplash
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11 gennaio 2023 Aggiornato alle 20:00

Nettamente in ritardo rispetto alle previsioni, in Francia arrivano le modifiche del sistema pensionistico. La notizia non è nuova e oggi, come allora, non trova il consenso della popolazione.

È dal 2019 che il presidente Emmanuel Macron porta avanti la sua intenzione di apportare cambiamenti al regime pensionistico francese. Numerose sono state le proteste a partire da quel momento che si sono assopite solamente con l’arrivo della pandemia.

La posizione del Presidente francese e degli analisti non cambia. Il sistema pensionistico costa caro alle finanze del Paese e urge la necessità di un cambiamento. Ragion per cui il 10 gennaio Elisabeth Borne, Prima Ministra Francese, ha annunciato i dettagli delle modifiche alle regole pensionistiche.

Il sistema pensionistico presente in Francia è “a ripartizione”: i contributi sono pagati dai lavoratori e dai datori di lavoro, permettendo di pagare immediatamente le pensioni agli attuali pensionati. Ogni contributo versato viene trasformato in punto pensione, il quale va ad alimentare un conto individuale.

Quali le novità?

La modifica radicale e impopolare che è stata proposta risulta essere l’innalzamento dell’età pensionabile legale da 62 a 64 anni, entro il 2030. In questo modo, alzando l’età, si spenderanno meno in pensioni, poiché l’erogazione viene posticipata. L’innalzamento avverrà in modo graduale, di 3 mesi l’anno dal prossimo primo settembre. Quindi, l’obiettivo dei 64 anni sarà raggiunto nel 2030.

In aggiunta, le pensioni minime saranno portate a 1.200 euro netti per tutti i pensionati e non soltanto per i nuovi, rispetto a quanto previsto inizialmente.

I sindacati e i partiti di sinistra non condividono la scelta e sono pronti a continuare la loro protesta. Sono pochi a seguire il cammino del Presidente. Infatti, quasi la totalità dei sindacati del Paese è contrario all’aumento, con il sorpreso sostegno del sindacato moderato della Confédération Française Démocratique du Travail (Cfdt).

La testata francese Le Figaro continua spiegando come la Francia sia uno dei pochi Paesi europei dove i giovani entrano tardi nel mercato del lavoro e gli anziani escono prima. Secondo gli economisti, non cambiare la situazione lascerebbe un debito economico troppo elevato per le generazioni future. Èlie Cohen, economista francese, ritiene che la riforma sia essenziale, sostenendo come il regime pensionistico francese sia in deficit e lo Stato continui a pagare un indennizzo di 30 miliardi di euro per riequilibrare il sistema pensionistico sottofinanziato dei dipendenti pubblici. Infatti, lo Stato contribuisce alle pensioni dei dipendenti del 74%.

A riguardo il Ministro dell’azione e dei conti pubblici, Gabriel Attal, è convinto che senza la riforma ci sarà la bancarotta. Al contempo, la proposta risulta essenziale anche a livello demografico. I dati dell’Ocse mostrano come l’età media alla quale gli uomini francesi vanno in pensione sia la terza più bassa in Europa.

In altri termini, in Francia le aspettative di vita sono molto alte e questo porterebbe ad avere un grande numero di pensionati. Il rischio, spiega Le Figaro, è quello di avere un numero di pensionati maggiore rispetto al numero di contribuenti.

L’unica via di uscita sembra essere allungare l’età pensionabile

Emmanuel Macron non può che portare avanti la sua promessa. Promessa che, se non mantenuta, gli costerebbe cara anche in termini di rapporti con la Commissione Europea, verso la quale deve dimostrare di essere in grado di intraprendere una serie di riforme necessarie per raggiungere l’obiettivo di un deficit inferiore al 3% del Pil entro il 2027.

“Audace, in ritardo e meno radicale”. Così, l’Economist definisce la riforma pensionistica francese. Audace per aver introdotto una riforma nel pieno di una crisi economica globale e per portare avanti un cambiamento voluto da pochi, il 68% della popolazione francese è, infatti, contrario a questa scelta. In ritardo, dato che dal 2017 Macron promette di cambiare i regimi pensionistici. E meno radicale rispetto all’originario progetto di riforma.

L’introduzione delle nuove regole deve passare per il Parlamento a fine gennaio. Il Governo spera nell’appoggio dei repubblicani per non dover ricorrere all’articolo 49-3 della Costituzione, disposizione che permette di varare alcune leggi senza l’approvazione parlamentare e salvo voto di censura.

Tuttavia, mentre il Presidente tira la corda da un lato dall’altro non molla la presa il popolo all’opposizione, che si organizza per scendere in piazza la prossima settimana.

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