Economia

Assegno unico e rinnovo Isee: qual è la scadenza?

Entro il 28 febbraio le famiglie dovranno presentare all’Inps la propria situazione reddituale aggiornata, per poter beneficiare degli aumenti approvati dal Governo
Credit: Mart Production
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14 gennaio 2023 Aggiornato alle 14:00

L’assegno unico e universale è un sostegno economico che l’Inps corrisponde alle famiglie per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni (e senza limiti di età per i figli con disabilità). Per poterne avere diritto, occorre che la persona a carico rispetti alcune condizioni: che frequenti un corso di studi, svolga un tirocinio o un’attività lavorativa con reddito complessivo inferiore a 8.000 euro, che sia alla ricerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego o svolga il Servizio Civile Universale.

L’importo spettante varia in base alla condizione economica del nucleo familiare sulla base dell’Isee valido presentato al momento della domanda. L’Isee (Indicatore della Situazione Economica) misura il livello economico complessivo del nucleo familiare calcolato sulla base dei dati indicati nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu), tenuto conto dell’età e del numero dei figli, nonché di loro eventuali situazioni di disabilità. La Dsu è il documento che contiene tutti dati anagrafici, reddituali e patrimoniali della famiglia ed ha validità dal momento della presentazione fino al 31 dicembre successivo.

L’assegno è unico, poiché è un intervento diretto a sostenere la genitorialità e la natalità, ma anche universale in quanto viene garantito (in misura minima) a tutte le famiglie con figli a carico, anche in assenza di Isee o quando questo sia superiore alla soglia di 40.000 euro.

La Legge di Bilancio 2023 ha approvato alcune maggiorazioni per l’importo mensile versato alle famiglie, anche alla luce dei danni provocati dall’inflazione sui redditi medio-bassi. Ecco perché l’importo aumenterà del 50% non solo per i nuclei con almeno 4 figli (da 100 a 150 euro), ma anche per le famiglie con 3 o più figli a carico e con un Isee inferiore ai 40.000 euro, seppure in questo caso valga solo per i figli di età compresa tra 1 e 3 anni, oltre ai nuclei familiari con figli di età inferiore a 1 anno. Fra le altre maggiorazioni è previsto un importo di 30 euro al mese per ciascun figlio nel caso entrambi i genitori lavorino, che si riduce con l’avvicinarsi dell’Isee al limite dei 40.000 euro. Previsti anche 20 euro al mese per le mamme under 21, erogati in maniera forfettaria.

Questi aumenti però saranno riconosciuti solo a partire dalla mensilità versata il prossimo febbraio (insieme agli arretrati di gennaio), che rappresenta il mese limite entro il quale 5,3 milioni di famiglie beneficiarie della misura dovranno inviare la Dsu all’Inps e ottenere l’aggiornamento dell’indicatore Isee nel caso in cui la propria situazione familiare abbia subito cambiamenti come nascita di altri figli, variazione della condizione di disabilità o separazione.

Qualora non si provveda al rinnovo, gli importi spettanti non potranno essere rimodulati in base agli aumenti stabiliti dal Governo e, a partire da Marzo, a queste famiglie verrà erogata solo la quota minima di 50 euro per ciascun figlio.

Lo stesso importo è stato ricevuto lo scorso anno da circa il 18,8% degli oltre 8 milioni di figli interessati dalla misura, tra cui ben 42.871 con disabilità, proprio perché le rispettive famiglie non hanno presentato l’Isee.

La buona notizia è che i nuclei familiari potranno presentare l’aggiornamento del proprio Isee fino al 30 giugno e chiedere tutti gli importi arretrati, qualora non si rispetti la deadline del 28 febbraio. Data che segnerà la scadenza anche per i 350.000 nuclei a cui l’assegno unico universale viene corrisposto insieme al reddito di cittadinanza, sostegno economico ulteriore e sempre legato ai dati indicati dall’Isee.

Potranno invece presentare la domanda tutti coloro che non hanno mai fruito dell’assegno unico universale, oltre a coloro la cui domanda - già trasmessa - non sia più attiva o non sia stata accolta (circa 72.000 che tra dicembre e gennaio, stando ai dati Inps), attraverso l’app Inps Mobile, all’apposito servizio online, contattando il Contact center o recandosi presso i patronati.

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