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Ucraina: chi sono i giovani che ricostruiscono il Paese?

Riedificare, mattone dopo mattone, le case distrutte dai bombardamenti: è l’obiettivo dei volontari di Repair Together. Fino a oggi sono state ripulite dalle macerie quasi 200 case nella regione nord-orientale
Credit: Dall’account Instagram di Repair Together
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16 gennaio 2023 Aggiornato alle 10:15

Dall’inizio dell’invasione russa fino a fine settembre, circa 120.000 case e 16.000 appartamenti in tutta l’Ucraina sono stati danneggiati o distrutti. La Kyiv School of Economics afferma che il danno fisico complessivo ammonta a 127 miliardi di dollari. La Banca Mondiale, l’Unione Europea e il Governo ucraino hanno stimato i costi di recupero: circa 350 miliardi di dollari.

Mentre il Primo Ministro Zelensky ha iniziato a incontrare alcuni grandi finanziatori privati per ricevere sostegno economico nei lavori di ricostruzione del Paese, il rapporto del German Marshall Fund sulla ricostruzione post bellica dell’Ucraina rileva che gli investitori occidentali saranno tuttavia cauti nel versare grandi quantità di denaro al Paese, dato il suo passato all’insegna della corruzione.

Nel frattempo, giovani volontari ucraini hanno già iniziato a ricostruire le città distrutte sotto i bombardamenti: il progetto si chiama Repair Together e ha l’obiettivo di ridare un tetto a chi ha perso tutto. Lo fa coinvolgendo centinaia di volontari da tutta Europa, aziende socialmente responsabili e artisti nazionali attraverso eventi che permettono di raccogliere soldi e risorse per aiutare le comunità delle città che sono state travolte dall’invasione russa.

Kateryna Andriychuk, Responsabile Collaborazioni di Repair Together, spiega che l’obiettivo del progetto è ricostruire non solo le abitazioni distrutte, ma anche le comunità locali attraverso una realtà giovanile che utilizzi efficacemente le proprie capacità per contribuire alla ricostruzione dell’Ucraina in modo continuativo.

«Quando è iniziata la guerra, come me tanti giovani ucraini volevano essere utili alla distruzione che ci circondava. Dopo la de-occupazione della regione di Chernihiv, un piccolo gruppo di giovani si è recato nel villaggio di Yahidne, dove tutti i 300 abitanti sfollati avevano trascorso un mese nel seminterrato della scuola. Quei giovani volontari hanno deciso di ripulire le case distrutte per ricostruirle mostrando alle persone che non erano sole in quella situazione difficile».

Da quella prima esperienza, l’iniziativa di Repair Together si è ingrandita. Fino a oggi, sono state ripulite quasi 200 case nel nord est del Paese verso il confine con la Russia e il progetto conta più di 300 volontari che arrivano da tutto il mondo. «Alcune persone prendono ferie apposta e vengono a darci una mano anche da Stati Uniti, Spagna, Portogallo e Gran Bretagna. È una cosa fantastica» racconta Andriychuk.

Nella maggior parte dei casi, i volontari non sono costruttori professionisti. Dopo aver ripulito le case sotto le macerie, dal giovedì alla domenica, insieme a un caposquadra esperto, i gruppi di lavoro costruiscono nuove abitazioni grazie ai materiali forniti dai partner del progetto. «Si lavora con le mani, si acquisiscono nuove competenze, si comunica con la gente del posto, si offre loro qualcosa dagli orti che abbiamo iniziato a coltivare. E tutti sentono l’importanza e il significato di ciò che stanno facendo», aggiunge Andriychuk.

Mentre l’Ucraina continua a essere bombardata, migliaia di famiglie vivono sfollate e senza una casa dall’inizio del conflitto. Repair Together sembra aver riacceso una scintilla nei Paesi più isolati. «La mia casa e quella di mio figlio è stata totalmente distrutta - racconta uno degli abitanti di Lukashivka - Per 4 mesi di guerra, in estate, abbiamo vissuto in un fienile, e ora il mio nipote sta finendo di ricostruire la nostra casa da zero: costruisce con le sue mani, con i soldi che il padre gli manda dal fronte, dove combatte per l’esercito ucraino. I volontari lo hanno aiutato ad affrontare la ricostruzione e ci hanno fatto sentire indistruttibili».

Ma la ricostruzione non si ferma alle case. Tra gli obiettivi del progetto c’è anche quello di attirare l’attenzione della comunità internazionale sulla necessità di riattivare le comunità colpite dall’occupazione russa ripristinando i centri culturali ucraini. Per farlo, Repair Together ha sperimentato nuove forme di volontariato organizzando rave di pulizia nei centri culturali andati distrutti. L’ultima performance si è svolta a settembre nelle cittadine di Yahidne e Ivanivka (quest’ultima nel sud dell’Ucraina). Qui, centinaia di volontari provenienti da diversi Paesi e abitanti di tutte le età si sono riuniti per ripulire i centri di cultura locali al ritmo di musica: 12 DJ set hanno animato la giornata dedicata ai lavori, che hanno permesso di ripristinare luoghi di aggregazione cruciali per la popolazione.

Nel tempo, numerosi artisti ucraini hanno scelto di tenere concerti di beneficenza e di girare i propri videoclip nei luoghi dove le case vengono ricostruite, inviando poi i fondi raccolti a sostegno dell’iniziativa. La rete di partnership si è estesa anche ad alcuni brand, spiega Andriychuk: «Abbiamo una partnership con le caffetterie di Kiev: il 100% delle vendite delle confezioni di caffè va al nostro fondo per la ricostruzione delle case a Lukashivka, nella regione di Chernihiv. Abbiamo anche collaborato con Lenovo, che ci ha donato parte delle vendite dei loro pc per l’acquisto di mattoni, cemento e altri materiali».

Far vedere al mondo cosa significa ricostruire città e vite da zero è diventata la missione dei volontari che credono nella ricostruzione dell’Ucraina. A dicembre, attivisti internazionali hanno distribuito in tutta Europa pezzi di mura e calcinacci delle abitazioni distrutte in poco meno di un anno di guerra. Da Varsavia a Berlino, fino a Parigi e Londra, migliaia di frammenti accompagnati da QR code hanno permesso di mostrare quel che resta delle città rase al suolo. «In futuro - dice Andriychuk - vorremo creare una comunità internazionale a cui tutti si uniscano per risolvere i vari problemi globali, come sappiamo fare noi ucraini: in modo rapido e coraggioso».

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