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Formula 1: le pilote torneranno in pista?

Negli ultimi settant’anni, solo 5 donne hanno partecipato a un Gp. Ma la F1 Academy, che prepara le giovani sportive a gareggiare ai livelli più alti del motorsport, vuole cambiare le cose
Credit: Gustavo Campos/ Unsplash  
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
11 gennaio 2023 Aggiornato alle 12:00

Il 2023 potrebbe essere un anno di cambiamenti nella Formula 1. La principale categoria dell’automobilismo sportivo regolamentata dalla Fédération Internationale de l’Automobile, il cui primo campionato mondiale è stato disputato nel 1950, avrà una nuova serie tutta al femminile che inizierà quest’anno.

Si chiamerà F1 Academy e comprenderà una serie di gare e un programma di formazione per sole donne. «Dimostreremo che le donne pilota hanno tutte le carte in regola per competere ad alti livelli», ha detto il responsabile Bruno Michel, anche amministratore delegato della F2 e della F3, le serie che portano i piloti in Formula 1.

Le corse delle tre categorie si differenziano principalmente per il tipo di auto utilizzate: F1 ha le più veloci e tecnologicamente più avanzate, e rappresenta il livello più alto delle gare internazionali a ruote scoperte gestite dalla Fia, mentre F2 e F3 utilizzano lo stesso telaio e sono identiche tra loro. Le altre discrepanze riguardano il motore, la velocità massima, l’accelerazione, gli pneumatici, le squadre partecipanti, così come lo stipendio dei piloti.

L’obiettivo della F1 Academy è cercare di favorire l’accesso delle donne ai principali campionati di questo sport, anche se sulla carta avrebbero le stesse possibilità di tutti gli altri piloti. Nella pratica, poi, si tratta di presenze molto rare: finora, a poco più 70 anni dal primo Mondiale di F1, a Silverstone, solo 5 donne hanno gareggiato in Formula Uno, sfidando i colleghi uomini. Maria Teresa De Filippi, la prima a qualificarsi a un Gp di F1, nel 1958, seguita da un’altra italiana, Maria Grazia Lombardi, poi dalla britannica Divina Galica, dalla sudafricana Desiré Wilson e la romana Giovanna Amati.

Di fronte a numeri così scarsi, gli organizzatori della F1 sembrano aver capito che è giunto il momento di riportare le pilote sulla griglia di partenza. Come spiega il Guardian, in passato sono sempre mancati i fondi per sostenere le giovani donne che fanno il proprio ingresso in questo sport: la F1 sta cercando di riparare ai propri errori.

La F1 Academy comprenderà 15 vetture di 5 squadre in una stagione di 21 gare, riceverà 156.000 dollari per vettura dalla F1, ma i piloti dovranno versare la stessa cifra con i propri fondi o attraverso sponsorizzazioni. A novembre il ceo di Formula 1, Stefano Domenicali, aveva detto che l’obiettivo della competizione è quello di «dare alle giovani l’opportunità di seguire i propri sogni attraverso un programma completo che le possa supportare nelle loro carriere nell’ambito delle corse», per accedere alla Formula 3 e quindi alle categorie superiori.

Secondo Bloomberg, l’idea è che l’Accademia di F1 recluti talenti dai go-kart e dalle serie di corse giovanili, le faccia allenare su vetture F4 modificate (la F4 è una categoria destinata ai piloti junior), per poi farle passare direttamente alla F3, alla F2 e, in due o tre anni, alla F1.

Non si tratta, però, della prima serie di corse per sole donne: nel 2018 ha debuttato il campionato di W Series, non finanziato dalla F1 e sostenuto privatamente da personaggi celebri - come Caitlyn Jenner, che in passato ha partecipato e vinto alle olimpiadi di Montréal 1976 nella categoria decathlon -. L’iniziativa è stata criticata da pilote di spicco per aver “segregato” le donne a una gara a sé e aver impedito loro di competere con i migliori piloti (uomini) del mondo. Le gare, proprio per motivi finanziari, sono state annullate a settembre.

Pare che la F1 Academy abbia tutto il sostegno necessario per prosperare, anche se in passato, secondo gli esperti, questo format di iniziative non ha mai funzionato. Gli organizzatori non hanno ancora specificato quando annunceranno il programma delle gare del 2023, né l’elenco dei piloti. Probabilmente, spiega Bloomberg, saranno giovani e provenienti dall’Europa.

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