Diritti

Congedo di paternità: un aiuto contro la depressione post partum

Il team dell’epidemiologa Maria Melchior ha rilevato che i papà che hanno usufruito del congedo in Francia dal 2002 hanno sofferto meno della depressione postnatale rispetto a chi ha deciso di non farlo
Credit: pexel
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
10 gennaio 2023 Aggiornato alle 14:00

“Depressione post partum” è una parola che ci si vergogna quasi a dire. Per anni ci hanno inculcato l’idea della genitorialità come un momento complicato sì, ma straripante di gioia ed emozioni positive. Per questo ammettere qualunque altro sentimento è vissuto come un fallimento, come se ci fosse qualcosa che non va. Quando poi si parla di depressione, il tabù è quasi totale.

La depressione post partum (o postnatale) è una patologia psichiatrica che viene diagnosticata quando sono presenti quotidianamente alcuni sintomi per almeno 15 giorni: difficoltà ad andare al lavoro, accudire i figli, concentrarsi e altre attività simili; tristezza; irritabilità o rabbia.

Per fortuna, anche se lentamente, qualcosa inizia a cambiare, complici anche un numero sempre maggiore di persone che raccontano la propria esperienza. Significativamente, però, di depressione post partum si parla ancora esclusivamente al femminile, ma gli studi hanno mostrato che, anche se meno frequentemente, i neopapà sono colpiti da questa patologia e che – ancor più significativamente – il congedo di paternità può avere un impatto positivo sulla salute mentale della coppia.

A dirlo è un articolo a firma di alcuni ricercatori francesi pubblicato sulla rivista The Lancet Public Health, che ha cercato di valutare l’impatto del congedo di paternità concesso in Francia dal 2002, inizialmente per 11 giorni poi aumentati a 21 nel luglio 2021.

Il team guidato da Maria Melchior, epidemiologa e direttrice dell’Institut national de la santé et de la recherche médicale (Inserm) presso l’Istituto di sanità pubblica Pierre Louis ha parlato con le coppie che avevano partorito poco dopo la nascita del bambino personalmente e le ha ricontattate telefonicamente dopo 2 mesi. Oltre a verificare la fruizione o meno del congedo, a entrambi i genitori sono state poste le domande della Edinburgh postnatal depression scale, lo strumento di riferimento per lo screening della depressione postnatale.

I risultati hanno mostrato che gli uomini che hanno usufruito del congedo o hanno programmato di farlo hanno sofferto meno di depressione postpartum rispetto a quelli che non avevano intenzione di usufruirne (rispettivamente 4,5%, 4,8% e 5,7%).

“Questo suggerisce che oltre ai benefici che il congedo di paternità può avere sulle dinamiche familiari e sullo sviluppo del bambino, questa disposizione può avere anche un impatto positivo sulla salute mentale dei padri - scrivono gli autori dello studio - Siamo rimasti piacevolmente sorpresi nel vedere che c’è un effetto positivo nei padri, anche se la depressione post parto rimane meno frequente tra loro che tra le madri”, sottolinea Maria Melchior.

Il congedo di paternità non ha effetti positivi solo sul benessere mentale dei padri, ma anche sul futuro sviluppo del bambino: il congedo, infatti, continuano i ricercatori, “permette ai papà di trascorrere del tempo con il loro bambino fin dall’inizio e di dedicarsi ad attività come il contatto pelle a pelle o l’ora dei pasti. Questi momenti (condivisi) riducono il rischio del bambino di sviluppare successivamente problemi emotivi o comportamentali, ansia o depressione o ritardi nel linguaggio. Inoltre, gli studi hanno dimostrato che i padri che si prendono del tempo libero sono più coinvolti nella vita del bambino per tutta la vita”.

Al contrario, invece, il congedo di paternità non ha diminuito il rischio di depressione per la madre. Addirittura, ci sarebbe un leggero aumento: il tasso è pari al 16,1% quando il padre ha preso il congedo, contro il 15,3% quando non ha preso il congedo. Gli autori non hanno individuato un motivo certo, ma suggeriscono che probabilmente il periodo concesso è forse troppo breve e insufficiente per avere un effetto. Anche i tempi potrebbero essere rivisti: la maggior parte dei padri prende questo congedo dopo il parto, ma in un terzo dei casi la depressione postpartum inizia prima della nascita del bambino. Infine, c’è anche un altro aspetto da considerare: è più probabile che i padri usufruiscano del congedo se sanno che la loro compagna ha una fragilità psichiatrica o vive un momento complicato.

Una review della letteratura dedicata agli effetti del congedo parentale sulla salute mentale dei genitori – pubblicata sempre su The Lancet Public Healt – ha aggiunto: “i padri mostrano miglioramenti della salute mentale con politiche che forniscono un’adeguata sostituzione salariale o incentivi attraverso altri mezzi, come le quote di assorbimento” mentre “l’aumento della durata del congedo è stato generalmente associato a un rischio ridotto di cattiva salute mentale materna, inclusi sintomi depressivi, disagio psicologico e burnout e minore adozione di cure per la salute mentale”, sebbene l’esito delle ricerche non sia ancora “conclusivo”.

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