Economia

Mercato del lavoro: quali prospettive?

Secondo la ManpowerGroup Employment Outlook Survey, la previsione occupazionale in Italia si attesta al +10%. In calo rispetto al boom di assunzioni post-pandemia del primo trimestre del 2022
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10 gennaio 2023 Aggiornato alle 11:30

La pandemia ha avuto ripercussioni importanti in ogni campo, in particolare sul mercato del lavoro, che solo in parte è riuscito a ritornare al proprio equilibrio. Infatti, anche se le previsioni di assunzione risultano positive, si registrano comunque valori inferiori rispetto al passato.

Secondo quanto emerso dallo studio condotto dalla Meos - ManpowerGroup Employment Outlook Survey - sulle prospettive occupazionali del nostro Paese, la Net Employment Outlook, ovvero la previsione netta di occupazione, si attesta al +10%. Un valore in calo sia rispetto al trimestre ottobre - dicembre 2022 (+13%) che rispetto al primo trimestre dell’anno precedente, periodo nel quale si è registrato un dato record, con prospettive occupazionali pari al +29% dovuto al boom di assunzioni post-pandemia.

Le previsioni individuano le imprese del comparto energetico come le più ottimiste dal punto di vista occupazionale, dal momento che prevedono un +25% di assunzioni tra gennaio e marzo. Sono seguite dalle imprese del settore dell’Information Technology con un’aspettativa pari al +20% e dal settore dell’industria (+15%). Risultati positivi anche per il settore dei beni e servizi di consumo, da cui ci si aspetta un +12% di assunzioni e per il settore finanziario e Real Estate (+11%). Resta stabile il settore dei servizi per la comunicazione, a fronte, invece, di un leggero calo nel settore della Salute e delle Life Sciences (-1%). Viene messa in evidenza, inoltre, una diffusa preoccupazione sulle prospettive occupazionali nel settore Trasporti, Logistica e Automotive, con un calo previsto di assunzioni pari al 17%.

Sono le aziende più grandi e le aziende di piccole dimensioni che registrano le prospettive migliori, rispettivamente con +12% e +11%; previsioni positive anche per le medie imprese (+9%), mentre restano stabili le microimprese (+2%). Nonostante ciò, tutti i dati registrati sono in calo rispetto ai trimestri precedenti: infatti, in rapporto all’ultimo trimestre del 2022, si registrano flessioni pari a -7% per le grandi imprese, -6% per le microimprese e -5% per le medie; le uniche controtendenza sono le piccole imprese, che prevedono un miglioramento del 5% rispetto al trimestre precedente (e questo è un dato che può e deve farci riflettere).

Per quanto riguarda l’analisi geografica del nostro Paese, le imprese localizzate a Nord-Ovest sono le più ottimiste, con una prospettiva di assunzione pari al +12% (nell’ultimo trimestre del 2022 era pari al +9%), mentre si registrano previsioni di assunzioni più basse nel resto d’Italia: Nord-Est (+9%), Sud e Isole (+8%) e Centro (+3%).

Questo scenario ha ispirato alcune misure presenti nella Manovra di Bilancio, come la revisione delle condizioni per accedere al Reddito di Cittadinanza e l’introduzione di un nuovo incentivo contributivo finalizzato all’assunzione da parte dei datori di lavoro dei relativi percettori.

Per quanto attiene al Reddito di Cittadinanza, i provvedimenti adottati nella Legge di bilancio vogliono avere come scopo ultimo quello di rafforzare la valenza di politica attiva del beneficio, funzionale alla collocazione nel mondo del lavoro. I principali interventi riguardano i beneficiari di età compresa tra i 18 e i 59 anni, non frequentanti un regolare corso di studi e non occupati. Quanti si trovino in queste condizioni dovranno rilasciare la dichiarazione di immediata disponibilità lavorativa e l’adesione a un percorso specializzato di accompagnamento all’inserimento nel mercato del lavoro (completando inoltre il percorso di studi obbligatorio) e all’inclusione sociale (svolgendo attività al servizio della comunità, come servizi all’impiego e servizi socialmente utili).

Inoltre, si prescrive la decadenza del loro nucleo familiare dal Reddito di Cittadinanza nel caso in cui i beneficiari non partecipino a corsi di formazione o riqualificazione professionale per almeno 6 mesi. È prevista la decadenza anche nel caso di rifiuto della prima offerta lavorativa (nel 2022 decadeva dopo il rifiuto alla seconda offerta). Ultima novità per questa classe di percettori riguarda la durata, che passa da 18 a 7 mensilità. Unica prerogativa che porta alla non applicazione di queste condizioni si presenta nel caso in cui all’interno del nucleo familiare siano presenti minori o persone con disabilità.

Altra categoria nella quale si presentano delle novità è quella che riguarda i beneficiari tra i 18 e i 29 anni, che non hanno completato il percorso di istruzione obbligatorio di almeno 10 anni: in questo caso, il beneficio è subordinato alla frequenza di corsi di istruzione finalizzati all’assolvimento dell’obbligo, secondo le modalità previste dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero del Lavoro.

Al fine di incentivare l’accettazione di offerte di lavoro resta, poi, il diritto a usufruire del Reddito di Cittadinanza, anche in caso di stipula di contratti di lavoro stagionale o intermittente, escludendo tali entrate dal calcolo utile alla determinazione della portata del beneficio, purché non superino i 3.000 € lordi annui.

A supporto della ripresa del mercato occupazionale, il Governo ha varato inoltre l’introduzione di un nuovo incentivo contributivo finalizzato ad aumentare e stabilizzare le assunzioni nel 2023, agevolando i datori di lavoro attraverso sgravi contributivi.

Si prevede il bonus assunzioni per gli under 36, che consiste nell’esonero contributivo integrale del 100% rivolto ai datori di lavoro privati che assumono giovani fino a 35 anni di età. Le agevolazioni valgono per le assunzioni a tempo indeterminato e per il passaggio dei contratti dal tempo determinato al tempo indeterminato, fino a un massimo di 8.000 €.

Altra ipotesi di esonero contributivo totale per i datori di lavoro, sempre per un ammontare massimo di 8.000 € l’anno, riguarda le assunzioni di donne in specifiche condizioni di disagio, sia con contratti a tempo determinato che con contratti a tempo indeterminato.

Al fine di favorire la ripresa del mercato occupazionale, poi, altre agevolazioni riguardano l’assunzione, per i datori di lavoro, di percettori del reddito di cittadinanza, per i quali si prevedere uno sgravio contributivo al 100%. Questa agevolazione ha una durata massima di 12 mesi e riguarda assunzioni e stabilizzazioni effettuate dl 1° gennaio al 31 dicembre 2023.

Per quanto riguarda i contratti a tempo pieno lo sgravio contributivo può essere effettuato entra un limite massimo di 8.000 €, mentre per i contratti part-time questo tetto deve essere proporzionalmente ridotto. L’agevolazione è rivolta anche ai datori di lavoro privati intenzionati a stabilizzare rapporti lavorativi con beneficiari del reddito contratti a tempo determinato.

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