Diritti

La verità? È stato un anno bellissimo

È vero: è scoppiata una guerra e l’inflazione è alle stelle. Ma siamo tornati a una vita - quasi - normale dopo la pandemia; abbiamo visto dittature arrancare. E le donne ribellarsi, con i capelli al vento
Credit: Christopher Campbell/unsplash

Non farti fuorviare troppo dal titolo. Sappiamo dell’inflazione, della guerra e di tutto il resto: viviamo nel mondo e in Italia anche noi. Però a guardare attentamente i 12 mesi appena trascorsi, tra buone notizie e lezioni apprese, ci pare di poter stilare un bilancio ampiamente positivo.

Siamo, più o meno, fuori dalla pandemia

A 2 anni dall’identificazione ufficiale del virus, avvenuta il 10 gennaio del 2020, siamo passati dai lockdown, mascherina quasi ovunque, lavaggio compulsivo di ortaggi e superfici, suoni di ambulanze nel silenzio di città deserte, camion militari pieni di corpi a una vita sostanzialmente normale. A gennaio dell’anno scorso ancora contavamo i casi nell’ordine delle decine di migliaia. Il tutto grazie a una inedita collaborazione mondiale per creare, distribuire, testare e verificare i vaccini, creando - con la rivoluzione mRNA - premesse impensabili fino a questo 2022, quando Moderna ha annunciato risultati straordinari per il vaccino contro il melanoma, che unito al trattamento con anticorpi monoclonali, riduce la recidiva del 44% (stando ai primi test).

Abbiamo capito che fare affari coi dittatori non conviene

Il 2022, è vero, ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa. Ma, seppur tra qualche tentennamento, ha portato anche a un’inedita unità di una larga parte delle democrazie non solo nella generica condanna di Vladimir Putin e dell’invasione dell’Ucraina, ma anche nella presa di distanza economica dall’autocrate russo. Un monito anche per gli altri. E un cambiamento al quale speriamo di assistere nei prossimi anni: un’asse per il rafforzamento dei legami tra chi si riconosce in determinati valori e una marginalizzazione di chi in questi valori non si riconosce.

Non sarà facile, sarà un processo pieno di stop and go e contraddizioni, che abbiamo visto esplodere clamorosamente sul finire dell’anno, quando ci siamo improvvisamente resi conto di aver assegnato il mondiale di calcio a un Paese, il Qatar, non proprio in prima linea nella difesa dei diritti umani. Ma il tema si è posto.

Sorpresa! Le dittature funzionano male

I molti ancora affascinati dall’uomo solo al comando (mai troppo pochi) o dal partito solo al comando (idem) hanno visto le loro convinzioni messe a dura prova. Il presunto maestro di strategia Vladimir Putin ha dimostrato al momento di aver sbagliato i calcoli militari, politici ed energetici, scommettendo su una frattura Europea, su una frattura tra Europa e Stati Uniti, sulla debolezza dell’Occidente.

La Cina, di contro, si è confrontata con due opposte strategie fallimentari di lotta al virus: la Covid Zero, con massicci lockdown e relative proteste e poi il rilassamento, avvenuto però in assenza di vaccini efficaci, i quali - giova ricordarlo - sono stati realizzati nelle tanto detestate economie liberali a trazione capitalista. Il meraviglioso bilanciamento tra poteri che vige dalle nostre parti ha i suoi difetti e le sue lentezze, ma ha dato una prova di sé migliore di quanto non ci immaginassimo.

Il sovranismo di Governo è molto simile a un centrodestra standard

Ci si può dividere sui singoli provvedimenti o sulla composizione della Legge di Bilancio, ci si può concentrare su qualche dichiarazione improvvida o qualche busto di Mussolini, ma l’approdo alla guida del Paese di Fratelli d’Italia non pare dissimile da quello di un partito conservatore standard europeo, tanto che in queste ore si ragiona di un avvicinamento al PPE. “Pensavano fossimo verdi con le antenne”, ha scherzato Giorgia Meloni. Le si potrebbe rispondere che fino a qualche tempo fa si presentavano come verdi con le antenne.

Poi quando si esce dalla campagna elettorale e si fa amicizia con la realtà di un Paese grande e complesso come l’Italia, prevale il principio di realtà su quello di propaganda, quantomeno sui grandi temi internazionali, economici e di bilancio, che poi sono quelli che tengono la nostra democrazia ancorata alle altre. Intoccate, nelle intenzioni, conquiste come le unioni civili e l’aborto, sulle quali l’ampia maggioranza del Paese non ha la minima intenzione di vedere arretramenti.

La presidente del Consiglio è donna

Oddio, se ne è dibattuto all’infinito: è donna, ma non femminista; è donna, ma con un’idea retriva della donna; è donna, ma sostiene il patriarcato. Non entriamo nel dibattito perché su La Svolta c’è chi ne ha scritto più autorevolmente. Però il fatto che abbiamo la prima premier donna è un fatto e, potenzialmente, anche un esempio.

E le donne si ribellano

Quindi l’ultima nota non può che essere per lo straordinario coraggio che abbiamo visto, sfuggito dalle maglie della censura di regime, nelle piazze di Teheran. Un coraggio fatto di veli strappati o mai messi, capelli tagliati, canzoni, rabbia: donne in piazza contro l’oppressione della teocrazia iraniana. Martiri per la libertà. Nel piangerle, non possiamo non coglierne il messaggio straordinario di speranza.

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