Futuro

Uno scatto d’orgoglio: questa è la lezione

Ricominciare da zero a cinquant’anni, è possibile. Con un obiettivo in testa, o - come Fedele Costadura - a tracolla. E un’associazione di Ri-Scatti
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22 gennaio 2022 Aggiornato alle 10:00

Secondo l’Istat, dati del rapporto 2021, in Italia vivono in povertà assoluta oltre 5,6 milioni di persone, più di due milioni di famiglie, con 1 milione 337mila minori. La situazione, purtroppo, peggiora, con la coda lunga della sciabolata pandemica. Per fortuna, c’è un esercito attivo di organizzazioni e istituzioni che provano a mitigare il problema, provvedendo ai bisogni primari, in diversi modi. Tra milioni di persone indigenti ci sono altrettante strade per uscire dalla difficoltà.

Quando ciò accade, è merito di una mano tesa. O di un’idea a volte persino “folle.” Perché mai, a esempio, una persona che non ha più nulla, che vive in strada, fa la coda alla mensa dei poveri, ha perso tutto, dovrebbe mettersi a fare un corso di fotografia? Federica Balestrieri mi ha aiutato a coglierne il senso immediato. Ex giornalista Rai e volto noto della tv, si è lanciata in una nuova esperienza e ha fondato, a Milano, Ri-Scatti, un’associazione per aiutare chi è in difficoltà. Un corso, con gli insegnanti e i corsisti. Semplice. Mica tanto. Da un lato i fotografi professionisti volontari; dall’altro gli studenti, persone ormai ai margini che accettano inspiegabilmente di prendere parte a quel corso di formazione. In-spie-ga-bil-men-te, fino a quando ascolti i loro motivi.

Perchè? Per ritrovare la bellezza che non avevamo più, è stata la risposta. Le lezioni offrono un motivo, un impegno per alzarsi al mattino, vestirsi con cura, e andare in aula; sentendosi di nuovo considerati, in un’attività che normalmente dà molto a chi la pratica. In questo stava la chiave dell’idea: accendere le emozioni, guardando il risultato del lavoro compiuto, dopo aver puntato l’obiettivo verso ciò che sta attorno.

Chi ha vissuto il dramma della solitudine ha uno sguardo diverso sul mondo. Guarda le stesse cose che capitano a fianco di ciascuno di noi, ma le apprezza in modo diverso, e sceglie di immortalarle con quello scatto, in quel modo preciso, perché dietro c’è un motivo enorme, o anche un piccolissimo ricordo, ci sono dolore o gioia. Il momento più bello? “Quando usciamo per le vie della città, per esercitarci con gli insegnanti”. È il mio modo per riprendermi la vita, ritrovare gli spazi e riconoscere la bellezza di un fiore in periferia.

Ri-scatto. Nella disperazione hai bisogno un gancio, anche piccolo, a cui aggrapparti, per ricominciare. Se non lo trovi, scivoli giù e ti perdi. Anche un piccolo, flebile, pertugio di luce in tutto il buio che c’è attorno, può alimentare la speranza. Fedele Costadura è uno di quei fotografi, si sono autodefiniti di strada. Nella sua prima vita era un professionista di alto livello; varie vicissitudini lo hanno portato sotto i portici, dove ci ha dormito per molte notti. Altre ne ha trascorse al dormitorio. Non ha mai nascosto i suoi errori. Ha pagato, tanto, e ha ricominciato, da zero. Con la sua macchina a tracolla, è tornato a fare il fotografo, grazie a quel corso. Ora le aziende cominciano a chiamarlo.

Quando scatta, studia le luci, la posizione, il taglio, e cerca il sorriso delle persone. Quando non lo trova lo chiede: cheese! Il diaframma della sua macchina si apre rapidissimo, là in fondo, e con l’occhio, Fedele ritrova quel pertugio di luce che sembrava essersi chiuso, nei momenti più bui, se qualcuno non gli avesse dato un piccolo resistentissimo gancio, un po’ folle, come l’idea di studiare ancora a cinquant’anni e più. Un gancio e un cavalletto.