Ambiente

Hydrogen valleys in aree dismesse: via libera dal Governo

Secondo la viceministra del Mase, Vannia Gava, l’investimento del Pnrr ha il duplice obiettivo di «convertire gli stabilimenti inutilizzati e favorire la crescita delle fonti energetiche rinnovabili»
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4 gennaio 2023 Aggiornato alle 14:00

Come riportato dal sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) è stato attivato il decreto direttoriale che dà il via libera alla realizzazione delle cosiddette hydrogen valleys. «Si tratta di un investimento Pnrr – ha dichiarato la viceministra Vannia Gava - con cui intendiamo sostenere la produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse, soprattutto del Sud Italia, con il duplice obiettivo di convertire gli stabilimenti inutilizzati e favorire la crescita delle fonti energetiche rinnovabili».

Il decreto è la conclusione del percorso innescato nel gennaio 2022 di ‘Investimento 3.1 - Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse’ che aveva come obiettivo il completamento di almeno 10 progetti di produzione di idrogeno in aree dismesse, per una capacità complessiva di almeno 10-50 MW.

«L’idrogeno verde sarà direttamente utilizzato nell’industria, nelle Pmi (Piccole e medie Imprese) e nel trasporto locale - dichiara ancora Gava -, promuovendo così la crescita economica locale in un’ottica di decarbonizzazione e maggiore sostenibilità».

Il provvedimento fornisce in allegato un documento che regola il bando che le Regioni e le Province autonome possono utilizzare per la concessione dei finanziamenti e consentirà di procedere con l’aggiudicazione degli appalti entro il primo trimestre del 2023.

Nello stesso lasso di tempo, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica allocherà 2 miliardi per l’utilizzo dell’idrogeno nell’industria hard-to-abate (di difficile riconversione), contribuendo così alla progressiva introduzione di vettori energetici rinnovabili in sostituzione dei fossili.

Il processo, ha nel complesso l’obiettivo di favorire la transizione verso l’idrogeno verde, a emissioni zero, delle industrie che risultano oggi più inquinanti e difficili da riconvertire, soprattutto acciaierie e raffinerie.

L’introduzione dell’idrogeno come vettore costituisce una novità nella gestione del sistema energetico italiano. Come spiega il sito ufficiale del Governo Italia Domani Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’idrogeno rappresenta una valida alternativa nei settori caratterizzati da un impiego intenso di energia ma per i quali non è possibile ricorrere a soluzioni basate sull’elettricità. “Le raffinerie – scrive il portale - sono il settore più promettente in cui iniziare a introdurre l’H2 verde, totalmente privo di emissioni, in sostituzione di quello grigio (utilizzato attualmente per coprire l’1% del fabbisogno finale)”.

Le acciaierie rappresentano uno dei settori industriali di maggiore difficoltà di riconversione e anche in questo caso, l’idrogeno può assumere un ruolo rilevante, essendo l’Italia seconda solo alla Germania, nella produzione europea.

L’impiego di H2, quindi, al posto del carbone, nei processi siderurgici di produzione di acciaio primario, a partire da minerali a base di ossido di ferro, abbatterebbe le emissioni di particolato, dei gas serra così come di altri inquinanti. “Sono quindi previste – sempre Italia Domani - due riforme per definire il quadro normativo a 360 gradi: la prima interverrà sulle norme tecniche (come sicurezza della produzione, del trasporto e dello stoccaggio di H2), la seconda sulle misure per incentivare la produzione e il consumo”.

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