Economia

Il lavoro nel 2022 sarà più flessibile. E più amato

In Gran Bretagna Boris Johnson revoca lo smart working? In Italia ci attendono invece 12 mesi agili. Lo “promette„ un’indagine della società Variazioni
Credit: Ave Calvar
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21 gennaio 2022 Aggiornato alle 07:00

(testo a cura di Adnkronos) Alternanza, flessibilità e appartenenza saranno le parole chiave che guideranno la trasformazione delle organizzazioni verso un modo di lavorare sempre più agile. Nelle policy aziendali la pianificazione dell’alternanza diventa un elemento ricorrente, dove alla presenza viene attribuito un ruolo specifico. Presenza sì ma con un motivo, con una funzione precisa. Cambia il paradigma e la domanda non è, e non sarà più, quando lavorare a distanza ma perché lavorare in presenza. L’alternanza del lavoro distanza con quelle in presenza diventa un fatto acquisito. Spesso in emergenza si è lavorato negli stessi orari nei quali si lavorava abitualmente in ufficio.

Nel 2022 vedremo aumentare la flessibilità: l’orario di lavoro diventa variabile e in funzione degli obiettivi. L’evoluzione del lavoro ha sviluppato relazioni basate sulla fiducia e la misurazione dei risultati in termini di obiettivi raggiunti: elementi che consentono una maggiore autonomia anche nell’organizzazione del tempo. I manager hanno imparato a delegare di più e meglio: i dati dell’Ufficio Studi di Variazioni registrano nel 2021 un sensibile incremento del 17% rispetto al 2020 della fiducia che i manager ripongono nel proprio team di lavoro (53% 2020 rispetto al 70% 2021), aumentata del 7% anche la capacità di delegare dei responsabili. Nel 2021 si registra anche un lieve miglioramento delle competenze di work-life balance, nonostante emergano chiaramente alcuni elementi connessi allo stress e all’over-work: rimangono costanti da un anno all’altro i dati sull’eccesso di reperibilità 1 manager su 4 lamenta un carico di lavoro eccessivo.

Uno degli elementi di attenzione del lavoro smart post-pandemia sarà proprio quello di migliorare il benessere e la conciliazione vita-lavoro. Nelle policy aziendali la flessibilità si traduce in autonomia nella scelta dei luoghi e dei giorni di lavoro agile. Molte aziende introdurranno la flessibilità oraria e la possibilità ai manager di scegliere non più giorni fissi di smart working (come nel pre-Covid) ma di poter organizzare liberamente il lavoro del proprio team. Viene ampliata la possibilità di scegliere il luogo nel quale svolgere la propria prestazione lavorativa.

In un mondo del lavoro in trasformazione, alternato, o ibrido e flessibile, l’unico modo per governare il cambiamento è coltivare l’appartenenza e la motivazione delle persone, attraverso l’ascolto, la comunicazione, la formazione. La soluzione non può essere univoca e ciascuna realtà dovrà trovare la modalità più coerente con la propria cultura e i propri obiettivi.

Nel 2021 i dati mostrano un incremento da 5,5 a 6,3, su una scala di punteggio da 1 a 10, dell’importanza che lo spirito di appartenenza all’organizzazione riveste per i manager e i decisori d’impresa. Qui si gioca la grande sfida delle imprese nel 2022: l’ascolto, l’ingaggio e la motivazione per rendere il tempo dedicato al lavoro significativo e smart.

Coltivare l’orgoglio di far parte dell’organizzazione serve a trattenere talenti e attrarre risorse. Una consapevolezza che emerge chiaramente nell’approccio delle imprese che stanno costruendo le policy di lavoro agile: si parte dall’ascolto, si sperimenta e si rivalutano i risultati delle proprie decisioni organizzative in base al riscontro che emerge dagli stessi lavoratori, in un lavoro di continua analisi e ricalibrazione delle soluzioni adottate. Le giornate in presenza diventano occasioni di aggregazione e condivisione dei valori e della cultura dell’organizzazione con formazione dedicata e momenti informali. Il lavoro agile, sia tra le organizzazioni più prudenti sia tra le più innovative, diventa strumento per alimentare l’appartenenza e sperimentazione.

«I dati parlano chiaro» afferma Arianna Visentini ceo e fondatrice di Variazioni «ciò che sta cambiando è l’importanza che le persone, lavoratori e manager attribuiscono all’autonomia, alla flessibilità e alla conciliazione con un importante impatto non solo sul modo di lavorare che sarà sempre più agile - anche le aziende più reticenti dovranno acquisirne consapevolezza se non vorranno perdere competenze, ma anche sull’occupazione e sull’atteggiamento delle persone di tutte le generazioni, verso la scelte professionali».

«Così - spiega - se il lavoro sarà prevalentemente solo agile, la domanda non sarà più smart working si o no, ma quale smart working e come? Organizzazioni e lavoratori sperimenteranno nuovi equilibri e troveranno nuove soluzioni per coniugare la domanda di esperienza con la domanda di competenze, flessibilità e produttività: modificheranno gli spazi delle proprie sedi per renderli più attraenti e accoglienti, più coerenti coi bisogni di relazione, adotteranno soluzioni di prossimità offrendo ai propri lavoratori spazi di coworking più vicini a casa e, ancora il mercato del turismo innoverà l’offerta di formule di work-ation: il lavoro in luoghi di vacanza».