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Svolta President*, Maria Falcone

Portavoce dell’eredità morale del fratello Giovanni, trasforma l’attivismo antimafia in una vera e propria missione
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20 gennaio 2022 Aggiornato alle 20:00

È il 1992 quando Giovanni Falcone perde la vita nella strage di Capaci, assieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Da quel momento la sorella, Maria Falcone, si fa portavoce dell’eredità morale di Giovanni, trasformando l’attivismo antimafia in una vera e propria missione.

Capisce che serve un cambiamento più profondo, innanzitutto culturale. Cambiamento a cui può contribuire grazie al suo ruolo nelle scuole: anche lei infatti ha conseguito la laurea in giurisprudenza come Giovanni, e insegna diritto negli istituti superiori. Attraverso la sua testimonianza, può trasmettere dei valori importanti ai suoi studenti: il rispetto della legalità, il senso dello Stato.

Decide però di non limitarsi a questo. Lo stesso anno della tragedia dà vita alla Fondazione Falcone, che cura in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione le manifestazioni in ricordo del fratello. In particolare, le celebrazioni che si tengono per l’anniversario della strage di Capaci, con interventi di esperti e magistrati: un evento che raccoglie ancora oggi migliaia di ragazzi, provenienti da tutta Italia, nell’aula bunker dell’Ucciardone, che ha ospitato il maxiprocesso a Cosa nostra. Lancia inoltre progetti legati al contrasto alla criminalità organizzata, come “Università per la Legalità”, volta alla realizzazione di ricerche, studi e laboratori teatrali che coinvolgono ogni anno decine di atenei italiani.

Negli anni viaggia per il mondo, da Mosca a New York, da Londra a Buenos Aires, raccontando la propria esperienza. Nel 2013 partecipa al convegno presso la sede dell’FBI di Quantico, in Virginia, durante il quale viene riconosciuto il valore e il lavoro della fondazione. Nel 2018, presso la sede dell’ONU di Vienna, prende parola durante il dibattito che porta all’approvazione della “Convenzione di Palermo”, che apporta delle modifiche importanti al meccanismo di revisione della “Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale”.