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Il giro del mondo in 80 capodanni

Dalle Kiribati a Howard Island, il Capodanno arriva per tuttə e ogni paese ha i suoi riti e le sue credenze per festeggiare l’anno nuovo.
Credit: Ines Ivkovic 
Tempo di lettura 4 min lettura
31 dicembre 2022 Aggiornato alle 09:00

«C’era ancora una volta». Stanotte è Capodanno e se una fiaba dovesse cominciare a mezzanotte, comincerebbe proprio così.

Gli inizi sono belli, ma i nuovi inizi sono molto più belli. Stanotte tutti ricominciano a sperare in un anno migliore e tutti promettono a sé stessi di scrivere una fiaba più giusta, con un bel finale e tanti capitoli avvincenti.

La terra è tonda e, nel suo viaggio intorno al sole, la mezzanotte non scocca alla stessa ora per tutti.

I primi che si tuffano nell’anno nuovo sono gli abitanti delle Kiribati, un atollo pieno di coralli che sembra essere caduto dal Paradiso.

Gli ultimi sono gli abitanti di Howard Island, dove vivono solo 2 famiglie di aborigeni. In quasi 2 giorni, la Terra permetterà a tutti i suoi 8 miliardi di abitanti di esprimere 8 miliardi di desideri.

Non importa quanto siamo diversi e lontani, nella notte di Capodanno cerchiamo tutti di accucciarci sotto una buona stella. Ogni cultura ha i suoi riti e le sue credenze. Alcune servono a buttarsi alle spalle l’anno appena trascorso. Altre, invece, servono a riporre le speranze in quello che sta per cominciare.

Se sei in Italia, mangerai probabilmente cotechino e lenticchie, perché le lenticchie sono tonde e ricordano i soldini. E i soldini, come le lenticchie, non fanno mai male. In tanti altri Paesi il cibo tondo porta bene, come nelle Filippine, dove sulla tavola del Capodanno devono esserci 12 frutti rotondi.

Una buona fetta di Italiani porterà delle mutande rosse, ché il rosso porta fortuna, almeno in Italia. In altri Paesi, come in Centroamerica, è il giallo a portare bene. Allora tutte le strade si trasformano in lunghi raggi di sole.

In Brasile, dove in questo periodo dell’anno è estate, ci si veste tutti di bianco, perché il bianco era il colore dei fedeli del candomblé e dell’umbanda, che sono 2 religioni afrobrasiliane.

La notte di Capodanno lasciavano offerte nell’acqua dell’oceano a Iemanjá, la regina del mare. Adesso è tradizione di tutti: a mezzanotte, i Brasiliani che vivono sul mare saltano su 7 onde, formulando 7 preghiere, chiedendo alla regina del mare un anno felice.

A 11.500km da lì, nella fredda Russia, i desideri si scrivono su un foglietto. Il foglietto viene bruciato e le ceneri vengono versate in un calice di champagne. Allo scoccare della mezzanotte, si ha un minuto per bere la pozione magica di cenere, alcool e desideri e sperare forte che si avveri l’incanto.

A Capodanno, c’è chi si tuffa nell’anno nuovo, come i Brasiliani scavalcatori di onde o i Danesi che a mezzanotte saltano giù da una sedia. Ma c’è anche chi butta via l’anno appena trascorso. In fondo, non c’è niente di più comodo che partire per una nuova meta leggeri leggeri.

In Sudafrica, la gente butta via i mobili vecchi. Occhio a passeggiare per le strade della capitale: gli abitanti hanno la pericolosa abitudine di sbarazzarsi del mobilio buttandolo dalla finestra! In Ecuador, invece, si bruciano i monigotes, delle marionette di cartapesta che rappresentano l’anno che si chiude. A Montevideo, la capitale dell’Uruguay, si stracciano i calendari e le agende dell’anno appena trascorso e si lanciano come coriandoli per le strade. La chiamano lluvia de papelitos, la “pioggia di foglietti”, e fa senz’altro meno male di un comodino in faccia.

Potete essere ordinati come i Giapponesi, che si preparano all’anno nuovo facendo l’ōsōji, un repulisti generale per entrare nell’anno nuovo a mente fresca e casa ordinata. Oppure caotici come i Greci che lasciano i piatti del cenone sporchi nel lavello, non sia mai che San Basilio dovesse passare di lì durante la notte con un improvviso languorino.

Ogni Paese, forse addirittura ogni paesino di ogni Paese, ha le sue tradizioni per ricominciare. È bello come, una volta all’anno, tutto il mondo abbia un modo per chiamare a sé la felicità, la pace e la prosperità. È bello che tutti crediamo nella possibilità dei mutamenti, dei cambi di rotta, del miglioramento. Sulla speranza, almeno su quello, siamo tuttə d’accordo.

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