Futuro

Buoni propositi e speranze per l’anno che verrà

Con il 2023 alle porte, abbiamo chiesto a esperti di ambiente, diritti e futuro di raccontarci i loro buoni propositi e quello che vorrebbero accadesse nel nuovo anno
Credit: Ivy Son 
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 9 min lettura
30 dicembre 2022 Aggiornato alle 19:00

L’anno sta per terminare e insieme ai bilanci, una consuetudine di questo periodo sono i buoni propositi.

Ecco quelli a tema ambiente, diritti e futuro, di alcuni esponenti particolarmente influenti nei loro ambiti, tra speranze e impegno personale.

Ambiente

Martina Comparelli, portavoce di Fridays For Future

Mantenermi sempre informata scegliendo fonti di qualità e che non collaborino con aziende fossili e inquinanti.

Clima e ambiente sono temi in continua evoluzione ed è necessario rimanere al passo. Oltre a studi e report è fondamentale non perdere di vista le notizie politiche visto che non saremmo in questa situazione se alle prime avvisaglie di pericolo le compagnie fossili e gli Enti governativi non avessero portato avanti operazioni di insabbiamento.

Non tutti i media sono imparziali. Parlare di salvaguardia dell’ambiente omettendo che circa il 70% dell’inquinamento globale dipenda dall’operato di un centinaio di compagnie significa fare cattiva informazione o greenwashing.

Riuscire a comunicare la complessità della crisi climatica.

La tendenza attuale è di semplificare il linguaggio e ridurre i messaggi per farli stare nello spazio di un reel o di un tweet ma la narrazione della crisi climatica dipende da molte cause unite tra loro e necessita di una lettura più approfondita. Politica ed economia non possono essere ignorate, così come le istanze razziali e femministe.

Comunicare la complessità del tema significa anche sottolineare le interconnessioni con i problemi quotidiani, a esempio con una transizione ecologica ed energetica rapida ed efficace potremmo azzerare le emissioni e renderci indipendenti dal gas delle nazioni estere.

Supportare le lotte territoriali in Italia e quelle delle popolazioni indigene all’estero.

Come attivisti abbiamo sempre rivendicato la necessità di ragionare in modo globale, di sedersi ai tavoli e di partecipare alle conferenze sul clima.

Tuttavia serve anche occuparsi in presenza delle istanze dei propri territori, agendo localmente soprattutto in luoghi particolarmente critici, dove la mobilitazione delle persone può fare la differenza.

Da non dimenticare, infine, le battaglie delle popolazioni indigene, impegnate nella protezione dei loro territori, ma molto spesso lasciate sole.

Rossella Muroni, ecologista ed esperta di mobilità sostenibile

Ridurre al minimo il consumo di carne, soprattutto rossa.

Oltre a non essere un toccasana per la salute, la carne rossa andrebbe mangiata il meno possibile perché secondo la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, le emissioni legate agli allevamenti rappresentano circa il 15% di quelle annue di gas serra dovute all’essere umano. Questo fattore, insieme al massiccio utilizzo di acqua e spazi verdi, rende la produzione di carne particolarmente impattante sul fenomeno del mutamento climatico.

Orientarsi sempre più verso la mobilità urbana.

Abbandonare l’uso della macchina privata e muoversi più spesso con i mezzi pubblici, con il monopattino, la bici o semplicemente a piedi diminuisce l’inquinamento e obbliga a ricalcolare tempi e spostamenti, tarandoli su un ritmo più giusto e sostenibile. Inoltre, capire che non si possono fare troppe cose nel corso di una giornata e che è necessario prendersi i propri tempi migliora la salute fisica e mentale.

Combattere consumismo e spreco.

Dovremmo tutti impegnarci a consumare molto meno di tutto, dal cibo al vestiario, perché siamo arrivati a livelli non più sostenibili che si traducono in sprechi giganteschi, soprattutto alimentare. Quello domestico in Italia vale oltre 9 miliardi di euro. In media ogni settimana gettiamo 674,2 grammi di cibo pro capite, soprattutto frutta e l’insalata.

Per combattere il fenomeno dovremmo conservare gli alimenti in modo migliore, comprare meno e fare una pianificazione oculata dei pranzi e delle cene in modo che nel frigo ci sia sempre una giusta quantità di cibo.

Annalisa Corrado, ingegnera meccanica, ecologista

Imparare a comunicare meglio quanto le cose che proponiamo non abbiano soltanto un risvolto etico e di giustizia sociale e climatica ma siano anche un’opportunità incredibile per vivere meglio e diventare veramente una società diversa, più inclusiva e solidale.

Contribuire a una diffusione dei contenuti green più rigorosa.

Spero che i media non rimangano più in superficie ma approfondiscano sempre meglio i temi della transizione, così da evitare quel greenwashing che appiattisce tutto su una falsa sostenibilità e serve solo a intercettare la preoccupazione delle persone per poi manipolarle.

Serve invece approfondire, spiegare e diffondere conoscenza reale in modo che tutti possano scegliere davvero come fare la differenza.

Accantonare questioni perdi tempo e non utili alla transizione ecologica.

Soprattutto in campo energetico i capisaldi sono risparmio energetico, efficientamento, elettrificazione e fonti rinnovabili. Il resto, compreso il tanto citato nucleare, sono armi di distrazione di massa. Le idee sono chiare e le tecnologie pronte ma bisogna fare sul serio. Nel 2022 abbiamo leggermente accelerato il passo ma non basta, c’è ancora tanto da fare e l’Italia ha un grandissimo potenziale che mi aspetto si traduca in fatti concreti.

Diritti

Federica di Martino, attivista e fondatrice della pagina Instragram IVG ho abortito e sto benissimo

Tracciare punti di connessione tra più ambiti della salute riproduttiva e reti riconoscendoci tutti e tutte dalla stessa parte.

Hanno provato a metterci l’una contro l’altra, madri contro non madri, persone che hanno abortito spontaneamente e persone che hanno abortito volontariamente. Nelle nostre singolarità siamo assoggettate al medesimo sistema di oppressione patriarcale ma tutelare il diritto di aborto vuol dire tutelare quello alla maternità e garantire accesso a una medicina di genere che rispetti la dignità di ciascuna e la libertà di scelta in ogni campo della salute riproduttiva.

Rivendicare il diritto a una parola che ci salvi e a uno strumento che ci liberi.

Quelle parole sono le vostre storie di aborto, la possibilità di restituirci le nostre esperienze ribadendo che nessuno può parlare al nostro posto, decidere per noi e dirci come dobbiamo stare o vivere la nostra esperienza.

Gli strumenti sono invece le pratiche di mutualismo dal basso: accompagnarci per non farci sentire sole, fornire strumenti contraccettivi e presidi sanitari gratuiti per ricordarci che c’è sempre uno sguardo di amore e sorellanza che sa prendersi cura di noi. E per essere, ancora una volta, specchio rabbioso del fallimento di uno Stato e di Istituzioni incapaci di garantire i nostri diritti.

Voglio tutto, e lo voglio subito.

Voglio un aborto sicuro, gratuito e garantito in ogni regione d’Italia e che il personale medico e sanitario obiettore di coscienza scelga di fare altro nella vita se non sa garantire il diritto alla salute. Voglio contraccezione gratuita, perché la tutela del nostro benessere non possono essere un privilegio, una narrazione fuori dalle stereotipie del dolore e del pietismo e che quando si parla di salute riproduttiva si parli di donne e di tutte le libere soggettività, perché non sono disposta a sacrificare nessun e perché se non siamo insieme non è la mia rivoluzione. Voglio che si riconosca che la 194 è una legge fallata, e che si vada finalmente avanti, invece che continuare soltanto a mantenere tutto immobile.

Lou Ms.Femme, attivista transfemminista e lgbtq+

Ottenere una corretta informazione riguardo l’interruzione volontaria di gravidanza.

Da parte del Ministero della Salute serve una piattaforma che sia facilmente accessibile, con un linguaggio chiaro e non giudicante e colpevolizzante nei confronti di donne e persone socializzate tali. Basta narrazione del dolore.

Rivendicare spazio di narrazione anche per le persone trans che abortiscono.

Non solo le donne cisgender hanno un utero ed esiste la transfobia addizionata alla violenza ginecologica di cui nessuno parla. Bisogna decostruire il paradigma donna-madre, così come quello donna-incinta perché Anche gli uomini trans e le persone non binary subiscono discriminazioni interconnesse tra loro quando si parla di Ivg ed è il momento di parlarne e portare alla luce lo stigma.

Tenere fuori gli anti scelta dai consultori, dagli ospedali, dalle scuole, dal diritto all’autodeterminazione delle donne e di chi possiede un corpo gestante.

Sempre più spesso si subisce violenza psicologica e coercitiva da parte di individui e associazioni che si permettono di invadere la privacy altrui per i propri interessi, siamo essi ideologici, religiosi o economici, aiutati da una legge nebulosa e vecchia, decisamente da rivedere.

Nogaye Ndiaye, attivista e fondatrice della pagina Le regole del diritto perfetto

Pensare a una riforma della cittadinanza.

Ci sono milioni di ragazze e ragazzi che non hanno il diritto alla cittadinanza pur essendo nati in questo Paese o avendo effettuato un percorso di studi, e questo non è giusto.

Oltre ad accelerare il processo è fondamentale anche cambiare la narrazione intorno a questo tema, in modo che la cittadinanza non venga più vista come una concessione, un merito o un premio ma come un diritto.

Combattere il razzismo istituzionale.

Il razzismo in Italia non è solo sistemico ma istituzionale e sono le istituzioni stesse a doversene occupare responsabilizzandosi.

Le forze dell’ordine, a esempio, dovrebbero affrontare il problema della profilazione razziale e il personale di ogni Ente pubblico essere formato adeguatamente. Noi persone afro discendenti viviamo spesso forti disagi di fronte a funzionari che ci guadano dall’alto al basso, non ci danno del lei o chiedono se riusciamo a capire cosa stiamo dicendo.

Sarebbe necessario, inoltre, che il tema fosse affrontato seriamente anche nelle scuole, invitando persone afro discendeti a dare un reale contributo e non lasciando che siano sempre persone bianche a parlare di razzismo.

Istituzione del salario minimo.

Solo offrendo a tutti uno stipendio dignitoso è possibile fare in modo che la povertà non sia più vista come una colpa o una forma di non decoro.

Futuro

Ersilia Vaudo, astrofisica

Lancio della missione Esa Juice.

Con questa missione l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) andrà a studiare delle lune d’acqua che orbitano intorno a Giove, il più grande pianeta del sistema solare che per le sue caratteristiche sarebbe quasi potuto diventare una stella e che ha lune con un cuore liquido e un guscio di ghiaccio.

L’evento è particolarmente importante perché potrebbe far luce sulle condizioni che non solo hanno permesso la formazione dei Pianeti ma anche l’emergere della vita in qualche angolo del sistema solare.

Partenza della missione Esa Euclide.

Il telescopio Euclide cercherà di accendere una luce sul mistero dell’energia oscura facendo una mappatura dell’universo in tre dimensioni, una delle quali sarà il tempo, e osservando miliardi di galassie fino a una distanza di 10 miliardi di anni luce.

Le domande alle quali si spera di dare risposta sono come ha fatto l’universo a nascere, quali erano le condizioni dopo il big bang e soprattutto come mai oggi l’universo non solo si espande ma accelera e quale sia il motore che genera questa spinta in avanti.

La materia e l’energia oscura rappresentano il 95% di quello che è contenuto nell’universo e tutto ciò che osserviamo, ovvero galassie, asteroidi e comete è solo il 5% di quello che effettivamente c’è. Speriamo quindi che Euclide riesca a raccontarci qualcosa di più.

Vedere progressi nel progetto parastronauta dell’Esa.

Qualche settimana fa si è conclusa la selezione degli astronauti e l’agenzia spaziale europea è stata la prima a selezionarne uno con disabilità, l’inglese John McFall, campione paralimpico, chirugo e molto altro, che dimostrerà che lo spazio è davvero per tutti.

Leggi anche
Animali
di Alice Trombetta 3 min lettura
26 settembre 2022, New York, USA: alcune attiviste protestano fuori dalla Cattedrale di San Patrizio durante la messa di apertura tenuta dal Cardinale Timothy Dolan, dalle Sisters Of Life e dalle Witness For Life per la loro campagna antiabortista.
Gravidanza
di Chiara Manetti 4 min lettura