Ambiente

Puerto Rico chiede i danni alle Big Oil

La svolta avviene nell’isola caraibica, che pretende di essere risarcita dalle grandi compagnie petrolifere Usa per i danni subiti a causa degli uragani del 2017. Esacerbati dal cambiamento climatico
Credit: ICARDO RAMIREZ BUXEDA / ORLANDO SENTINEL / TRIBUNE NEWS SERVICE VIA GETTY IMAGES 
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5 gennaio 2023 Aggiornato alle 06:30

Il 22 novembre 2022, sedici municipalità di Porto Rico hanno citato alcune grandi compagnie petrolifere degli Stati Uniti, tra le quali ExxonMobile, Shell e Chevron, per i danni subiti con i devastanti uragani del 2017, che sarebbero stati esacerbati dal riscaldamento globale.

Negli Stati Uniti in genere non si è nuovi a class actions nei confronti della grandi società, la notizia desta però attenzione anche perché iniziata in base al Rico - Racketeer Influenced and Corrupt Organizationsn Act - emanato nel 1970 per combattere le organizzazioni criminali: in tal senso centrale è il concetto dell’organizzazione con connotazione di carattere criminale, ovvero il racket.

Da notare che il Rico Act è normativa federale degli Stati Uniti d’America e può essere applicata davanti a corti statali e a corti federali. Porto Rico è un territorio con un particolare status, in quanto pur non rientrando nel territorio degli Stati Uniti, ne è soggetto alle norme e alla giurisdizione.

Questo status consente quindi la possibilità di una tale azione. La legislazione antiracket consente da un lato un’azione penale ma consente anche un’azione da parte dei danneggiati, che possono richiedere i danni derivanti dagli atti dell’organizzazione criminale.

La criminosità dell’organizzazione deve essere comunque provata, così come il nesso di causalità del danno subito con l’azione del racket, nonché la partecipazione delle parti citate in giudizio all’organizzazione stessa. È necessario inoltre che i reati contestati rientrino in novero previsto dalla normativa Rico (cd. reati presupposto): tra di essi vi sono a esempio la frode, l’ostacolo alla giustizia, la corruzione.

Per quanto concerne Porto Rico, le municipalità ricorrenti sostanzialmente accusano le Big Oil di avere manipolato le informazioni relative al cambiamento climatico e alle conseguenze nefaste che ne derivano, nonché il legame con il consumo di combustibili fossili, attraverso azioni di disinformazione e la creazione di think tank asserviti a tali scopi, a partire dal 1989 quando venne creato la Global Climate Coalition (che contrastava il ruolo dei gas serra nel riscaldamento climatico), nonché investendo somme elevatissime in campagne pubblicitarie fraudolente, il tutto con l’intento di mantenere un monopolio della produzione dell’energia ed evitare il ricorso a produzioni alternative.

Le Big Oil interessate stanno già, con comunicati ufficiali, fermamente negando proprie responsabilità e la validità dell’impianto accusatorio. Sui fatti saranno le corti a decidere.

Un aspetto da notare, è che, in base alla normativa Rico, il risarcimento può essere concesso in via punitiva: ovvero con la condanna al pagamento di somme che può giungere a tre volte l’entità del danno subito.

La normativa in parola è stata utilizzata, con diversi esiti, sia contro grandi famiglie mafiose (tra le altre, i Gambino), ma anche nei confronti di dipartimenti di polizia (quello di Los Angeles a esempio), società affiliate alla Major League di Baseball e alla stessa Fifa in connessione con i mondiali in Russia e Qatar.

Tra i casi più eclatanti sono le azioni Rico nei confronti delle industrie del tabacco.

L’azione partì nel 1999, sotto l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.

Nel 2004 l’amministrazione federale avviò quindi la richiesta di risarcimenti pecuniari, relativi ai costi di gestione del sistema sanitario legati alle malattie provocate dal consumo del tabacco. Sulla base delle prove acquisite durante il procedimento le industrie del tabacco vennero obbligate a fornire maggiori informazioni sui rischi connessi al fumo.

Era il 2005, sono passati 17 anni, negli Usa molte cose sono cambiate ma molti dubitano che dei risultati effettivi siano stati raggiunti e la querelle prosegue, visto che solo il 6 dicembre 2022, il Dipartimento di giustizia federale ha rilasciato un comunicato su ulteriori misure correttive d’informazione, ordinate dalla corte competente, che dovranno essere apposte nelle rivendite dei tabacchi per informare i consumatori sula nocività del prodotto.

Ora si inizia con le Big Oil e vedremo cosa il Rico Act porterà a Porto Rico.

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