Futuro

Perché il 5G non decolla negli aeroporti Usa

Le reti superveloci interferiscono con la sicurezza dei voli? Negli Usa 2 grandi compagnie di telecomunicazioni hanno rimandato l’attivazione
Credit: Joshua Sukoff
Tempo di lettura 3 min lettura
20 gennaio 2022 Aggiornato alle 11:23

La pulce nell’orecchio del segretario ai trasporti degli Stati Uniti, Pete Buttigieg, l’avevano messa Airbus e Boeing, due dei più grandi costruttori di aerei al mondo, poco prima di Natale: le reti di comunicazione 5G potrebbero interferire sulle apparecchiature che contribuiscono a garantire la sicurezza dei voli di linea. Anche se la controversia tra compagnie aeree e operatori mobili sull’introduzione della tecnologia a banda larga mobile ad alta velocità negli Stati Uniti, era ormai iniziata da tempo. Tanto da costringere Verizon e AT&T - i principali operatori di telecomunicazioni presenti negli USA - a rinviare l’attivazione delle reti 5G nei pressi di diversi aeroporti americani, prevista per il 19 gennaio 2022.

A chiedere ripetuti rinvii erano stati proprio Buttigieg e Steve Dickson, capo della Federal Aviation Administration (Faa), l’ente federale statunitense dell’aviazione, dopo le preoccupazioni espresse anche da società aeronautiche come Boeing e Airbus per possibili interferenze con gli strumenti di bordo necessari all’atterraggio. A dicembre, Verizon e AT&T avevano confermato la loro intenzione di rendere accessibili alcune bande di frequenza utilizzate nella tecnologia 5G (3.7-3.8 GHz). Senza fare i conti con la Faa.

Le società di telecomunicazioni avevano già rinviato due volte l’attivazione delle torri wireless negli ultimi mesi per dare alle autorità di regolamentazione della sicurezza aerea più tempo per analizzare le potenziali interferenze del 5G con i radioaltimetri (strumenti di misura presenti su molti velivoli che forniscono la distanza presente tra il velivolo e il suolo, fondamentali per l’atterraggio in condizioni di scarsa visibilità). I nuovi sistemi 5G utilizzano uno spettro wireless noto come banda C (vicino alle onde radio su cui si basano gli altimetri) che potrebbe rendere inutilizzabile un numero significativo di aeromobili a doppio corridoio come i Boeing 787. Alcune compagnie aeree chiedono di disabilitare il 5G entro le due miglia (circa 3,2 chilometri) dagli aeroporti.

«Gli strumenti [di un aereo] sono talmente sofisticati che sarebbero in grado di riconoscere un’interferenza grave» spiega a La Svolta un ingegnere di terra addetto alla manutenzione degli aeromobili dell’ex compagnia di bandiera Alitalia. «Il sistema stesso non è in grado di essere inficiato. I test hanno sempre bisogno di una casistica, se non ci sono abbastanza prove per poter fare una statistica rilevante, il dubbio rimane», L’ingegnere sottolinea come l’allarme possa essere nato proprio perché non si hanno delle prove concrete sull’impatto delle nuove frequenze, anche se sembra non essere preoccupato dalle notizie che si sono susseguite negli ultimi giorni, perché più allarmistiche da parte di compagnie aeree.

«Penso che la loro preoccupazione nasca dal fatto che i due settori utilizzano standard di efficienza differenti. Essendo le frequenze utilizzate dalla telefonia prossime a quelle utilizzate dai sistemi di bordo degli aerei, le compagnie si preoccupano che le stazioni a terra del 5G invadono il campo delle frequenze dei sistemi di bordo» conclude l’ingegnere.

A pensarla diversamente la compagnia aerea Emirates che ha annunciato lo stop di alcuni voli verso diverse città degli Stati Uniti, tra cui Boston, Miami e San Francisco. «La decisione è dovuta a problemi operativi associati alla prevista distribuzione di servizi di rete mobile 5G negli Stati Uniti» ha affermato la società che continuerà a volare nei principali aeroporti di New York, Los Angeles e Washington DC.