Ambiente

La sostenibilità non va in vacanza

Il 43% dei nostri concittadini pagherebbe un prezzo più alto per una vacanza più green: lo dice il rapporto “Italiani, turismo sostenibile ed ecoturismo” di Fondazione UniVerde
Credit: Joshua Earle/unsplash
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30 dicembre 2022 Aggiornato alle 16:00

Gli italiani apprezzano sempre di più vacanze e soggiorni sostenibili e chiedono maggiore qualità.

È, in sintesi, la fotografia perfetta che ha come protagonista il settore del turismo e che viene fuori dai dati del rapporto “Italiani, turismo sostenibile ed ecoturismo”, presentato nel corso dell’incontro “Dal Grand Tour alla sostenibilità: il turismo certificato per difendere il brand Italia”, un appuntamento promosso da Fondazione UniVerde, Noto Sondaggi, Società Geografica Italiana, in collaborazione con ITA0039.100% Italian Taste Certification by Asacert.

Un’attenzione sempre maggiore al tema della sostenibilità, ha fatto sì che anche nel settore turistico si sviluppasse una sorta di coscienza che ha portato i cittadini a voler viaggiare e arricchirsi culturalmente, avendo al contempo più cura dell’impatto ambientale delle loro vacanze.

Un traguardo raggiunto lentamente nel tempo, ma che oggi fa registrare un punteggio pari all’ 86% tra i turisti italiani che hanno piena consapevolezza delle pratiche di quello che viene definito come “turismo sostenibile”, ossia un turismo che rispetta l’ambiente e cerca di ridurre al minimo il consumo energetico e le risorse del territorio, mentre il 71% sa a cosa si fa riferimento quando si parla di “ecoturismo”, una forma di turismo che rispetta ambiente e popolazioni locali e valorizza le risorse naturali e storico culturali di un territorio.

Sulla base di un turismo che, in linea generale, può essere definito più green e con una coscienza che punta alla sostenibilità, il 51% dei turisti italiani, a oggi, nel momento in cui pianifica un soggiorno turistico, pensando alla meta, al mezzo di spostamento, alla struttura da prenotare, si pone il problema di fare scelte che non danneggino l’ambiente. E se questo dovesse significare dover spendere una cifra un po’ più alta per le proprie vacanze green, il 43% degli italiani lo farebbe comunque.

Il 48% degli intervistati che hanno preso parte all’indagine, inoltre, ha dichiarato di informarsi preventivamente sull’attenzione che le strutture hanno verso l’ambiente, cercando segnali di sostenibilità nella presenza o meno dei pannelli fotovoltaici (59%), di sistemi per il risparmio dell’elettricità (34%) e dell’acqua (28%), nella bioarchitettura della progettazione (10%), nei materiali eco nella costruzione e negli arredi (15%) e nella possibilità di essere plasticfree (22%).

Ancora, i turisti sostenibili sono attenti anche ai servizi offerti e valutano positivamente menù biologici o a km0 (42%, +2%), raccolta differenziata (39%, +2%), proposta di escursioni ecoturistiche (22%, +3%), ricariche o noleggio di auto elettriche o ibride (9%). Si attestano al 32% gli item che riguardano la riduzione degli sprechi, Zero Waste e trasparenza nelle procedure per il riciclo di rifiuti, compensazione delle emissioni, prodotti naturali per il corpo e non testati su animali.

Ma coerentemente con la linea dell’essere “turisti sostenibili”, gli italiani rinuncerebbero a spostarsi con l’auto? Il 65% lo farebbe se la meta fosse raggiungibile con il treno, il 61% se sul posto ci fosse il car sharing, il 52% se ci fosse, invece, il bike sharing e il 50% se la meta fosse raggiungibile in bus.

Da sottolineare, poi, i dati che hanno fatto emergere come, per la quasi totalità degli italiani (97%), sono cibo, prodotti e piatti tipici dei territori i principali vettori del turismo in Italia. Tuttavia, solo per il 51% degli intervistati il food e gli itinerari tematici sarebbero adeguatamente promossi dalle Istituzioni.

Per promuovere in Italia il turismo esperienziale legato al cibo made in Italy, per gli intervistati si potrebbe tentare la strada di soluzioni efficaci, come quella che propone assaggi e degustazioni nei luoghi di produzione, quella che promuove soggiorni in fattorie e/o agriturismi che offrono i propri prodotti, oppure quella che opta per organizzare itinerari a tema o incentivare i comuni a organizzare sagre.

Per il 67% degli intervistati, infatti, i prodotti agroalimentari Made in Italy non sono sufficientemente tutelati (+7% rispetto al dato 2020) e l’81% ritiene necessaria una certificazione che garantisca la loro provenienza di origine italiana.

«L’Italia è storicamente un Paese di grande attrattiva turistica. Occorre strutturare maggiormente la qualità di questa offerta all’insegna della sostenibilità e della certificazione» ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde.

Perché, usando le parole di Giancarlo Morando (presidente onorario di Cobat) «se davvero desideriamo che bellezze e paesaggi, già fortemente messi in crisi da una condotta umana discutibile, continuino a esistere, la riscoperta di un turismo lento, che rispetti ambiente, tradizioni e culture locali, è una delle necessarie forme di rispetto che dobbiamo al nostro Pianeta».

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