Culture

Ci sono 3 italiani tra i 100 migliori film di sempre

Giusto in tempo per le feste, arriva la classifica della rivista statunitense Variety, che incorona le più belle pellicole di tutti i tempi. In testa, un classico di Hitchcock. Indovina quale?
Credit: Illustrazione Ines Ivkovic
Tempo di lettura 3 min lettura
23 dicembre 2022 Aggiornato alle 10:30

Fine anno tempo di bilanci e classifiche. Un vizio nobile che ci precipita nell’ordine con scientifico fanatismo, e che alle prese con l’oggetto culturale è diventato negli anni terreno di scontro animoso e irriducibile. Punti di vista, espressione tanto più letterale quando si discetta di arte cinematografica.

L’ultima in ordine di tempo a mettere carne al fuoco è la classifica dei 100 migliori film di tutti i tempi pubblicata dalla rivista statunitense Variety. In testa c’è uno dei tre Hitchcock in lista, Psycho (1960), mentre a distanze diverse troviamo tre pellicole italiane.

In ordine crescente al 67esimo posto si posizionano i Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica, «intramontabile gemma umanista del neorealismo italiano», mentre arriva 44esima L’Avventura (1960) di Michelangelo Antonioni. «Ha lo scheletro di un thriller di Hitchcock – scrivono i critici di Variety – Ma questo mistero senza soluzione è essenzialmente un’inversione di quel modello, che è ciò che ha reso il film, e Antonioni, così rivoluzionario».

Al 33esimo posto, infine, un altro numero – anche in accezione circense –, il più onirico del cinema italiano. Stiamo parlando naturalmente di 8 ½, il «trionfo più disinibito» di Federico Fellini (1963). Sia 8 ½ sia Ladri di biciclette, oltre a vincere l’Oscar al miglior film internazionale – che nel caso di De Sica era ancora un premio onorario prima di essere istituito ufficialmente nel 1956 – fanno parte dei 100 film italiani da salvare selezionati nel 2008 dalle Giornate degli Autori alla Mostra del cinema di Venezia.

La classifica di Variety arriva a breve distanza da quella decennale stilata da Sight & Sound, la rivista cinematografica pubblicata dal British Film Institute, che per la prima volta in 70 anni di storia ha assegnato il primo posto a una cineasta donna, la belga Chantal Akerman, col suo insospettabile Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles (1975).

Segno di cataloghi che si arricchiscono e di epoche che spostano lo sguardo, spesso accoglienti, piaccia o meno, nei confronti delle nuove istanze sociali. Solo per mettere le cose in prospettiva: nella prima classifica di Sight & Sound, datata 1952, al n. 1 c’era proprio Ladri di biciclette, che oggi è diventato 41esimo e figura insieme ad altri film italiani come Il Gattopardo, C’era una volta il West, L’avventura, 8 ½, La dolce vita, La battaglia di Algeri, Viaggio in Italia.

Morale spicciola: le classifiche lasciano il tempo che trovano, i film no. Perciò ora che arrivano le feste è possibile utilizzarle per recuperare con cognizione qualche titolo mancante. Dopo Love Actually, Una poltrona per due, Mamma ho perso l’aereo e La vita è meravigliosa, ovvio.

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