Culture

La scienza dietro i film di Natale

Trame tutte uguali e finali scontati non sarebbero frutto di scarsa fantasia degli sceneggiatori, ma della scelta di assecondare un input del cervello umano, che ci fa amare ciò che è familiare
A casa per le vacanze è un film del 1996 diretto da Jodie Foster
A casa per le vacanze è un film del 1996 diretto da Jodie Foster
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
24 dicembre 2022 Aggiornato alle 20:00

Lei è una business woman d’attacco che odia il Natale, con un lavoro stressante e, solitamente, un fidanzato insopportabile e assente. Lui, un boscaiolo/ristoratore/maestro di sci bonaccione e un po’ ingenuo che crede nella magia delle feste.

Lei torna a casa per le vacanze e – sorpresa, sorpresa – riscopre l’amore e la gioia delle festività.

Se vi sembra una trama vista e rivista è perché è proprio quello che è: un’altissima percentuale dei film di Natale (come quelli della famosissima emittente statunitese Hallmark), infatti, ricalca esattamente questo plot. I film natalizi che si basano sulla riscoperta delle radici e del trionfo dell’amore genuino sono così tanti che è probabilmente impossibile vederli tutti, non ultimo (anche se con variazioni sul tema) Falling for Christmas, la pellicola Netflix che ha segnato il ritorno di Lindsay Lohan sulle scene.

Se questi film sono così diffusi e, per quanto non vogliamo ammetterlo, apprezzati come più o meno segreto guilty pleasure delle feste, un motivo c’è. E quel motivo lo spiega la scienza: «sebbene certamente un cliché, il tropo del ritorno potrebbe in realtà essere basato su un nocciolo di verità. - ha sottolineato il sociologo Viren Swami su The Conversation - Gli psicologi sanno da tempo che una potente scintilla di attrazione e romanticismo è la familiarità. In contrasto con l’idea di buon senso che la familiarità genera disprezzo, la familiarità in realtà genera attrazione». Addirittura, secondo alcuni sarebbe forse il più basilare di tutti i principi di attrazione.

Già uno storico studio del 1992 aveva mostrato come i volti familiari non solo ci piacciono di più, ma hanno anche maggiori probabilità di farci sorridere. Il motivo è legato al fatto che il nostro cervello elabora più facilmente gli stimoli familiari e questa fluidità, come la definiscono i neuroscienziati, viene vissuta in modo positivo.

Ma a farci sembrare le cose familiari sotto una luce più rosea entrano in gioco anche i fattori evolutivi: di fronte alle novità, infatti, è facile provare sentimenti di incertezza e diffidenza, mentre siamo più portati a percepire quello che già conosciamo come innocui e affidabile.

«Quindi – continua lo studio – la protagonista di un film di Natale torna nella città dove è cresciuta e la familiarità favorisce l’attrazione, alimentata dai sentimenti di comfort e sicurezza generati proprio dalla sensazione di familiarità». Bingo.

Se ancora non ti sembra abbastanza per credere alla magia del ritorno a casa natalizio, Swami cita altri due studi che confermerebbero il legame diretto tra familiarità e attrazione.

Uno è realizzato proprio da Swami, che lo chiama La mappa empirica della bellezza di Londra: a 400 partecipanti in ciascuno dei 33 distretti londinesi è stato chiesto di valutare quanto ritenessero attraenti le persone in ciascuno dei distretti, nonché quanto conoscessero ogni distretto. Non solo gli abitanti di quelli più ricchi venivano ritenuti più attraenti – che potrebbe anche in un certo senso spiegare perché tutti gli ingenui paesani capitolino di fronte alla ragazza ricca tornata in città – ma a ricevere gli apprezzamenti maggiori erano gli abitanti dei distretti che gli intervistati conoscevano meglio.

Anche uno studio condotto nei Paesi Bassi focalizzato sugli effetti della geografia sulla scelta del partner, ha dimostrato che gli intervistati preferivano i partner del proprio villaggio, che erano più familiari e avevano una conoscenza simile che deriva dalla condivisione di un’educazione nello stesso quartiere.

La condivisione di un passato e di un retroterra comune sarebbe quindi un veicolo di attrazione e un’altra spiegazione del perché la freccia di Cupido colpisce in maniera così sistematica chi torna nel contesto in cui è cresciuto, anche solo per un breve periodo, ed entra in contatto con le persone che di quel contesto sono parte ed emanazione.

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