Wiki

Spid: cos’è e a cosa serve?

Piccola guida al Sistema Pubblico di Identità Digitale, che permette di accedere ai servizi pubblici direttamente dai propri dispositivi. Ha oltre 33 milioni di utenti attivi in tutta Italia, ma forse verrà “spento”
Tempo di lettura 6 min lettura
22 dicembre 2022 Aggiornato alle 18:00

I più giovani lo hanno conosciuto per ottenere la 18app o per pagare le tasse universitarie, ma con il passare del tempo (e l’arrivo della pandemia), avere un’identità digitale è diventata un’esigenza fondamentale per persone di ogni età e professione. Si tratta dello Spid, strumento utile quanto temuto dai meno avvezzi alla tecnologia: proviamo a capirne di più.

Cos’è lo Spid?

Il Sistema Pubblico di Identità digitale o semplicemente Spid, è uno strumento che consente di accedere con un solo username e una password (strettamente personali) a tutti i servizi online della pubblica amministrazione e di soggetti privati aderenti, come imprese e commercianti. Si tratta quindi di una vera e propria identità digitale e personale utilizzabile da ogni cittadino, da qualsiasi dispositivo, come chiave di accesso non solo per servizi pubblici centrali e locali, ma anche per quelli erogati dagli stati membri dell’Unione Europea disponibili in rete e tutte le aziende che hanno scelto Spid come strumento di autenticazione per i propri servizi.

Pensato come meccanismo che potesse avvicinare le esigenze della collettività alla Pubblica amministrazione – storicamente associata a una montagna di burocrazia insormontabile e incomprensibile – lo Spid nasce con una proposta del deputato Stefano Quintarelli nel Marzo 2013 per poi diventare ufficialmente legge nel 2014.

A cosa serve lo Spid?

Fra i circa 8030 servizi della Pubblica Amministrazione a cui oltre 33 milioni di utenti registrati accedono tramite Spid ci sono quelli legati all’Agenzia delle Entrate. Questo strumento si può infatti utilizzare per pagare le tasse, compilare il modello 730 per la dichiarazione dei redditi o controllare la propria situazione debitoria, oppure per i servizi riguardanti la pensione o l’iscrizione dei lavoratori domestici erogati online dall’Inps.

Guardando ai Comuni, le cui attività online variano in base al livello di digitalizzazione di ciascuna regione e città, lo Spid è utile per la richiesta di certificati anagrafici direttamente dal sito del Comune, oppure per il pagamento di imposte come Tasi, ICI e IMU ma anche bollo auto, accesso al fascicolo sanitario elettronico nonché richiedere online 18app, il bonus docenti e, da Febbraio 2019, il Reddito di Cittadinanza.

Per quanto riguarda i service provider privati, i servizi online di 50 società (tra cui Lottomatica, Infocert e Namirial) sono fruibili utilizzando l’Identificazione Spid.

Tutti i servizi disponibili per privati e professionisti possono essere consultati direttamente nell’apposito motore di ricerca del sito ufficiale.

Come si ottiene lo Spid?

Lo Spid è un sistema aperto a enti pubblici – come Agenzia dell’entrate ed Equitalia, entrambi aggiunti al sistema nel 2016 – ma anche per soggetti privati, che grazie all’accreditamento da parte dell’AgID diventano Identity Provider capaci di gestire servizi di registrazione e fornire ai richiedenti le credenziali di accesso per i servizi pubblici online.

Per attivarlo è necessario essere maggiorenni e muniti di documento di riconoscimento valido, accedere al sito di uno dei dieci enti certificatori privati riconosciuti e vigilati da AgID.

Per procedere all’attivazione bisognerà registrarsi sul sito ed effettuare il riconoscimento dell’identità personale secondo la modalità (gratuita o a pagamento) utilizzata dal gestore d’identità digitale scelto: ci si può recare di persona presso l’ufficio del provider o in alternativa in uno degli sportelli delle pubbliche amministrazioni abilitati a questa funzione; essere riconosciuti da remoto via webcam da un operatore insieme al versamento di una somma simbolica tramite bonifico; utilizzando la Carta d’Identità Elettronica (Cie) o passaporto elettronico attraverso le app dei gestori di identità digitali oppure usando la tessera sanitaria o la firma digitale con l’ausilio di un apposito lettore smart card.

Anche i cittadini italiani all’estero possono ottenere le credenziali dello Spid e fruirne regolarmente utilizzando la stessa procedura ma selezionando una delle modalità di riconoscimento disponibili anche fuori dall’Italia, contrassegnate da apposito simbolo ‘EU’ o ‘mondo’, tra cui è presente la possibilità di rivolgersi di persona direttamente presso i Registration Authority Officers attivi nelle sedi consolari.

Come cambierà lo Spid?

Le dichiarazioni al decennale di Fratelli d’Italia del sottosegretario all’innovazione Alessio Butti sull’intenzione di «spegnere» lo Spid hanno innescato forti polemiche e critiche da parte dell’opposizione e parte della maggioranza. D’altronde già dal 2020 lo stesso Butti in parlamento non nascondeva la volontà di realizzare uno Spid di Stato con il ministero dell’Interno come unico identity provider affiancato da Poste, togliendo l’erogazione delle credenziali dalle mani degli enti privati a oggi autorizzati.

L’idea di fondo sarebbe quella di smantellare l’ordinario sistema di identità digitale e rendere la Carta d’identità elettronica (Cie) l’unica chiave d’accesso per i servizi online della Pubblica amministrazione. Tale carta, rilasciata dal Ministero dell’Interno al costo di 16,79 euro, ha un funzionamento pressoché uguale alla Spid, ma a rendere questo «percorso a tappe di transizione negoziata» più tortuoso è la sua differenza strutturale e tecnologica, poiché si tratta di un documento d’identità non dematerializzato e comprensivo di microchip dotato di dati personali e biometrici del titolare, leggibili da apposito lettore smartcard o smartphone con chip Near Field Communication, tecnologia utilizzata per comunicazione bidirezionale fra dispositivi a distanza ravvicinata fra loro. Butti però ha promesso futuri sviluppi sulla semplificazione di questo meccanismo, con l’ulteriore ambizione di permetterne rilascio da remoto senza costi e in 24 ore.

A smorzare le polemiche è intervenuto il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Alessandro Cattaneo, che apprezza lo Spid come strumento di semplificazione e afferma che «non verrà cancellato», ma che il Governo avvierà una «valutazione concordata con tutti gli stakeholder», istituzionali e non, sulla razionalizzazione delle identità digitali per verificare la fattibilità a lungo termine di un’unica identità digitale a gestione centralizzata dello Stato.

Con un aumento di 5,87 milioni di registrazioni nel 2021 e oltre 12 mila enti aderenti, lo Spid si dimostra essere un meccanismo ampiamente apprezzato per la semplificazione e la velocizzazione delle pratiche amministrative, anche se presenta ampi margini di miglioramento per permettere a sempre più persone di avere un contatto diretto, trasparente e immediato con la Pubblica amministrazione del futuro, anche e soprattutto a livello europeo.

La digitalizzazione della burocrazia è nelle mani del Governo che, ricordiamo, è sprovvisto di Ministero dell’Innovazione.

Leggi anche
Innovazione
di Redazione 2 min lettura
Lavoro
di Claudia Gioacchini 3 min lettura