Futuro

Guardiamo ancora la tv. Ma come?

Siamo circa 60 milioni ma gli schermi – piccoli e grandi – che abbiamo in casa sono molti di più: in media 5 per famiglia, secondo il Rapporto Auditel-Censis che fotografa i consumi e le abitudini mediali degli italiani
Credit: KoolShooters
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22 dicembre 2022 Aggiornato alle 09:00

La “buona”, vecchia televisione fa ancora gola e per gli italiani rimane l’elettrodomestico indispensabile da tenere in casa. Internet ha amplificato il suo processo evolutivo e ha prodotto un nuovo modo di “guardare” la TV. Non più solo fissa in salotto, ma “in movimento” grazie al suo molteplice utilizzo tramite device diversi.

Abbiamo cambiato le modalità di fruizione, e da telespettatori passivi siamo diventati attivi. La vasta gamma di generi, spettacoli, programmi, film e serie tv, grazie all’inclusione di numerose piattaforme di streaming, ci hanno permesso una visione più consapevole e calibrata in base ai nostri gusti personali. Sarà per questo che nell’ultimo anno gli schermi presenti nelle case degli italiani si sono moltiplicati.

Il settore che comprende smartphone, televisioni connesse, computer ha trainato l’economia del nostro Paese. A fotografare la nuova fase della modernità digitale è il Rapporto Auditel-Censis che, con oltre 40 mila interviste realizzate durante tutto il corso dell’anno, ha studiato i consumi e le abitudini mediali delle famiglie. Su circa 60 milioni di abitanti, in Italia gli schermi presenti nelle case degli italiani sono quasi 120 milioni, per una media di 5 schermi a famiglia. Tra questi, i device connessi sono 93 milioni 200 mila e sono aumentati di quasi 20 milioni negli ultimi cinque anni.

Il primato assoluto lo agguanta lo smartphone: sono 48 milioni, aumentati di oltre 6 milioni dal 2017 a oggi. Al secondo posto, invece, ritroviamo la TV. Lo schermo familiare, fattore di unità, è presente nelle case del 97,3% delle famiglie italiane, per un totale di 43 milioni – tra tradizionali e smart. In particolare, sono queste ultime ad aver ottenuto la crescita più rilevante nel corso degli ultimi anni: dal 2017 a oggi, infatti, il loro utilizzo è aumentato del 210,9%, che in valore assoluto significa oltre 11 milioni di apparecchi televisivi connessi in più.

Un dato che si aggancia perfettamente con quello di un altro studio, l’Annuario 2022 della Tv italiana, realizzato da CeRTA con Auditel, Apa, Sensemakers, Comscore, Nielsen, eMedia Institute. Come ogni anno, oltre a stilare le classifiche dei programmi tv più seguiti, fotografano anche il il consumo dei contenuti streaming della popolazione. Mai come quest’anno si è assistito a un raddoppio del tempo speso consumando contenuti audiovisivi e di origine televisiva in streaming. Da 472 milioni di ore del biennio 2019-2020, si è passati a 843 milioni di ore per il 2021-2022.

Nonostante la platea del pubblico televisivo che segue i programmi in real time si sia ridotta a favore dell’online, però, gli italiani continuano a guardare i format TV in streaming. Ma solo in alcuni casi. A tenere alta la soglia dell’interesse del pubblico sono perlopiù i reality e le fiction. Queste ultime si inseriscono perfettamente nel tipo di consumo “classico”, mentre dall’altro lato si guardano con interesse le dinamiche interne a programmi come “Amici” (visto per ben 2 miliardi di minuti) e “GFVip” (1,2 miliardi di minuti) che si sviluppano secondo generi televisivi diversi, ma incontrano spesso il favore del pubblico grazie proprio alla componente personale e intima dei concorrenti. Quasi nulla è, invece, la popolarità in modalità streaming di quei format pensati e realizzati per il classico fruitore di TV. Tra questi, nelle prime nove posizioni è presente solo “Le Iene”.

Mettendo insieme i pezzi, nell’ultimo anno abbiamo assistito a un aumento considerevole degli schermi digitali all’interno delle case degli italiani e questo ha portato anche a un maggiore uso del mezzo televisivo che si è espanso ed evoluto, rimanendo una risorsa fondamentale per l’intera famiglia. Ma, come abbiamo visto dai dati emersi, a essere popolari on demand sono soprattutto i programmi che generano intrattenimento. L’aumento nell’acquisto degli schermi, quindi, è forse direttamente proporzionale alla voglia di slegarci dai problemi quotidiani e dedicarci unicamente a noi stessi?

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