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Prove Invalsi: cosa sono?

Ad aprile torneranno i test di valutazione degli studenti, che in terza media e quinta superiore saranno un requisito di ammissione all’esame. Ecco tutto quello c’è da sapere, dalle date a come prepararsi
Credit: Dev Asangbam/unsplash
Tempo di lettura 8 min lettura
21 dicembre 2022 Aggiornato alle 16:00

Il mondo dell’istruzione italiana vive fasi alterne, è vasto e non sempre decifrabile. I margini di miglioramento sono enormi e necessitano di un continuo aggiornamento e valutazione, anche e soprattutto per rendere i nostri ragazzi competitivi anche al di fuori dei confini nazionali. Per agevolare questo compito, almeno dal punto di vista degli studenti, ormai da anni esistono le prove Invalsi e cioè delle prove standardizzate che gli studenti svolgono in diverse fasi del loro percorso scolastico per individuare il loro livello di competenze su scala nazionale.

Le prova Invalsi vengono ripetute annualmente così da avere uno storico sulle competenze degli studenti e sono rivolte a tutti gli studenti che frequentano la II e V primaria; III secondaria di I grado; II e V secondaria di II grado. A partire dal 2023, le prove Invalsi torneranno a essere un requisito di ammissione per gli esami di terza media e di maturità. A stabilirlo è proprio un decreto del 2017, sospeso durante la pandemia, e rientrato in vigore alla fine dello stato di emergenza. Vediamo nello specifico cos’è Invalsi e come opera nel settore scolastico.

Invalsi, cos’è?

L’Invalsi è l’Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico istituito nel 1999 che raccoglie l’eredità del Centro Europeo dell’Educazione (Cede) istituito nei primi anni settanta del secolo scorso su proposta del ministro Luigi Berlinguer, a norma della legge 59/1997. La creazione dell’Invalsi avviene in anni in cui i servizi di valutazione analoghi venivano creati in molti altri Paesi per stimolare e monitorare l’evoluzione dei rispettivi sistemi scolastici. La storia dell’Invalsi è lunga e complessa, in quanto legata alle diverse esigenze tecniche e politiche dei governi che si sono succeduti e alle discussioni sul suo ruolo e sul suo operato.

Nel 2004 l’Istituto viene riordinato dall’allora ministra Letizia Moratti e rinominato Istituto Nazionale per la Valutazione del sistema educativo dell’istruzione e della formazione, con il compito di effettuare prove periodiche e sistematiche degli esiti di apprendimento. Dall’anno scolastico 2005/06 l’Invalsi predispone le prove nazionali e ne cura lo svolgimento, prove che verranno comunque più volte modificate negli anni a seguire. L’ultimo riordinamento dell’Invalsi è con il ministro Maria Stella Gelmini nel 2009 che ne amplia mezzi e competenze.

Sulla base delle vigenti Leggi, soggetto alla vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione, l’Istituto Invalsi:

- effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell’apprendimento permanente; in particolare gestisce il Sistema Nazionale di Valutazione (Snv);

- effettua le rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole;

- studia le cause dell’insuccesso e della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale e alle tipologie dell’offerta formativa;

- predispone annualmente i testi della nuova prova scritta, a carattere nazionale, volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti nell’esame di Stato al terzo anno della scuola secondaria di primo grado;

- predispone modelli da mettere a disposizione delle autonomie scolastiche ai fini dell’elaborazione della terza prova a conclusione dei percorsi dell’istruzione secondaria superiore;

- provvede alla valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti a conclusione dei percorsi dell’istruzione secondaria superiore, utilizzando le prove scritte degli esami di Stato secondo criteri e modalità coerenti con quelli applicati a livello internazionale per garantirne la comparabilità;

- fornisce supporto e assistenza tecnica all’amministrazione scolastica, alle regioni, agli enti territoriali, e alle singole istituzioni scolastiche e formative per la realizzazione di autonome iniziative di monitoraggio, valutazione e autovalutazione;

- svolge attività di formazione del personale docente e dirigente della scuola, connessa ai processi di valutazione e di autovalutazione delle istituzioni scolastiche;

- svolge attività di ricerca, sia su propria iniziativa che su mandato di enti pubblici e privati;

- assicura la partecipazione italiana a progetti di ricerca europea e internazionale in campo valutativo, rappresentando il Paese negli organismi competenti;

- formula proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, definisce le procedure da seguire per la loro valutazione, formula proposte per la formazione dei componenti del team di valutazione e realizza il monitoraggio sullo sviluppo e sugli esiti del sistema di valutazione.

Invalsi 2023, date prove

Dal 2023, ormai alle porte, le prove Invalsi tornano a essere un requisito di ammissione per gli esami di terza media e di maturità, dopo la sospensione dovuta agli anni di pandemia. Le prove si terranno dal 3 al 28 aprile e dal 3 al 5 e il 12 aprile per le classi campione.

A comunicare questo ritorno alle scuole è stato Roberto Ricci, presidente dell’istituto Invalsi, tramite una lettera inviata alle segreterie delle scuole a novembre scorso. Studenti e studentesse dall’anno prossimo dovranno soddisfare un criterio in più, per poter terminare il proprio ciclo di istruzione, sia per le scuole medie, che per le superiori. Così insieme alla frequenza, alla media sufficiente e, nel caso dell’esame di maturità, allo svolgimento dell’attività di alternanza scuola-lavoro qualora prevista, studenti e studentesse dovranno anche superare le prove Invalsi.

Per far questo è giusto cominciare la preparazione e mettersi alla prova per vedere già in anticipo il proprio livello. Degli esempi di test sono disponibili sulla piattaforma Invalsi Open, dal titolo Mettiamoci alla prova. Sulla piattaforma si possono trovare le esercitazioni di Italiano, Matematica e Inglese, le tre materie oggetto di test. Questi esempi consentono di ricevere un feedback immediato sull’esito per verificare la preparazione in tempo reale e capire come sono le prove in concreto.

Invalsi: l’autovalutazione bussola per le famiglie

Il presidente dell’istituto Invalsi Roberto Ricci sottolinea però in una lettera anche come l’autovalutazione da parte delle famiglie sia già un buon punto di partenza e una bussola per i propri figli nel mondo scolastico. Ecco i passaggi più utili e significativi:

“Il procedimento di valutazione delle scuole, così come definito nel Sistema Nazionale di Valutazione (Dpr 80/2013), inizia con l’autovalutazione. Lo strumento che accompagna e documenta questo processo è il Rapporto di autovalutazione (Rav). A partire dall’anno scolastico 2014/2015, tutte le scuole – statali e paritarie - sono coinvolte in questo percorso, al fine di riflettere sui propri esiti e processi. Il Rav fornisce, quindi, una rappresentazione della scuola attraverso l’analisi che la scuola stessa fa del suo funzionamento.”

“Nella sua articolazione il Rav si compone di 4 sezioni. Nella prima sezione, Contesto, sono presenti indicatori relativi alla popolazione scolastica, al territorio e al capitale sociale, alle risorse economiche, materiali e professionali. La seconda sezione è relativa agli Esiti ovvero ai risultati scolastici, ai risultati nelle prove standardizzate, alle competenze chiave europee e ai risultati a distanza. La terza sezione è dedicata ai Processi suddivisi a loro volta in pratiche educative e didattiche e pratiche gestionali e organizzative. L’ultima sezione, invece, riguarda l’individuazione delle Priorità e la definizione dei relativi traguardi e obiettivi di processo.”

“I processi di autovalutazione consentono di analizzare e approfondire gli aspetti del percorso formativo che incidono maggiormente sugli esiti degli allievi e di individuare le priorità di intervento per il miglioramento degli apprendimenti e della qualità dell’offerta formativa, basandosi su strumenti e dati affidabili. In generale, le scuole hanno, nel tempo, percepito chiaramente l’utilità dell’autovalutazione, così come hanno compreso la funzione della valutazione esterna, che è stata inquadrata dallo stesso legislatore nell’ottica del miglioramento e non del controllo.”

“Per le famiglie, il Rav - che le scuole caricano sul portale “Scuola in chiaro” - può essere inteso come uno strumento “parlante”, in quanto per ciascuna dimensione fornisce criteri di valutazione (le rubriche di valutazione) ed evidenze che sono in grado di rappresentare la complessa realtà della scuola. In questa accezione, il Rav è uno strumento identitario, in grado di raccontare alle famiglie della scuola, mettendone in luce gli aspetti di forza e di criticità, le scelte prioritarie, i traguardi e gli obiettivi di processo, ed evidenziando la linea strategica delle azioni di miglioramento, ovvero su quali aspetti la scuola ha deciso di investire per il triennio. Le famiglie, soprattutto quelle che si affacciano per la prima volta a una specifica scuola, possono utilizzare il Rav come strumento di conoscenza.”

“Il Rav diventa così lo strumento per riflettere sulle pratiche educative messe in campo dalla scuola e individuare aspetti di forza, di criticità attraverso la condivisione e il dialogo che consente all’istituzione scolastica di poter tracciare, nell’ambito della pianificazione triennale dell’offerta formativa, azioni di miglioramento. In questa accezione può inquadrarsi in senso ampio anche il patto di corresponsabilità tra le scuole e le famiglie consentendo di elaborare strategie di crescita e sviluppo concordate e conosciute da tutta la comunità educante.” conclude il Presidente Invalsi.

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