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Chi è Francesco Rocca?

Romano, classe ‘65, è stato al vertice della Croce Rossa italiana. Ora, è il nuovo candidato del centrodestra alla presidenza del Lazio
Credit: EPA/ SALVATORE DI NOLFI 
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20 dicembre 2022 Aggiornato alle 20:00

Il suo nome circolava per il Ministero della Salute. Ma da oggi Francesco Rocca è il candidato del centrodestra alla presidenza del Lazio. Un profilo tecnico quello dell’ormai ex presidente della Croce Rossa italiana (si è dimesso ieri per accettare la candidatura). Ma che da sempre ha raccolto consensi in politica. Soprattutto a destra.

Nato nel 1965 a Roma, Rocca, di professione avvocato, si avvicina al volontariato sin dai primi anni degli studi universitari, collaborando, tra gli altri, con il Jesuit Refugee Service e la Caritas. Accanto a queste attività affianca il suo lavoro da avvocato. Nella seconda metà degli anni ’90, è in prima linea nella lotta contro la mafia e, proprio per questo, è costretto a vivere cinque anni sotto scorta.

Nella sua gioventù c’è anche un episodio giudiziario. A 19 anni riceva una condanna a tre anni e due mesi per spaccio dopo essere stato arrestato a Casal Palocco per aver venduto eroina per conto di una banda nigeriana. Di questo episodio Rocca parlerà nei suoi anni più maturi dicendo: «Ho imparato dai miei errori».

Il primo incarico “politico” arriva nel 2002. L’allora presidente del Lazio Francesco Storace (centrodestra) lo chiama, in qualità di commissario straordinario, a risanare le finanze dell’ospedale romano Sant’Andrea. Il lavoro di Rocca è così apprezzato che il suo ruolo viene riconfermato anche dalle amministrazioni successive di centrosinistra. Nel 2008 arriva un nuovo ruolo sempre nell’ambito del centrodestra laziale. L’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno lo vuole come capo del dipartimento salute e attività sociali del comune della Capitale.

Nel frattempo le sue attività nel volontariato si intensificano. Per la Croce rossa partecipa a diverse missioni umanitarie: vola in Georgia per il conflitto del 2008, a Haiti per il terremoto e in Siria per la guerra. Senza dimenticare l’Italia dove si presenta nelle varie regioni d’Italia colpite dai terremoti nel corso degli anni (L’Aquila, Emilia, Italia Centrale).

Insieme al suo impegno cresce il prestigio dei suoi incarichi: nel 2013 è eletto presidente nazionale della Croce rossa italiana. Ruolo in cui verrà riconfermato fino a oggi. Le sue cariche si estendono a livello internazionale quando nel 2017 diventa il primo italiano a essere scelto come presidente della Federazione internazionale delle Società di Croce rossa e Mezzaluna rossa.

Durante i suoi dieci anni alla guida della Croce rossa italiana porta a termine la storica riforma dell’associazione che rientra così nell’ortodossia del Movimento Internazionale, non essendo più un ente pubblico, ma un’associazione ritornata completamente nelle mani dei volontari. Nel frattempo si trova a fronteggiare diverse emergenze. Prime tra tutte quelle sui migranti e sul Covid.

In piena prima ondata difende i volontari della Croce rossa accusati dai datori di lavoro di essere degli «untori». Mentre sugli sbarchi critica spesso l’Unione europea. Come quando nel 2016, di fronte alle continue crisi migratorie, arriva a dire: «Esiste un’Unione europea? Perché io, oltre alla politica degli annunci e a una pretesa di saldare le anime del popolo europeo con logiche economiche, non vedo nient’altro».

Un discorso che potrebbe piacere tuttora ai sovranisti che lo vogliono alla guida del Lazio. Meno forse i suoi elogi per le Ong. Nel 2017 attaccava: «Non è possibile che gli unici problemi di queste ore siano le Ong e la guardia costiera libica: è a dir poco miope pensare che la questione migrazioni si possa affrontare puntando il dito contro chi salva vite in mare».

Ma a tutto si trova un compromesso. Così già a ottobre il suo nome inizia a circolare come possibile ministro della Salute. Alla fine gli viene preferito Orazio Schillaci. Poco male perché nel frattempo si avvicinano le Regionali del Lazio.

Diversi big di Fratelli d’Italia vorrebbero candidarsi. Tra loro Fabio Rampelli e Chiara Colosimo. Ma tutti vengono frenati. Serve un civico che sappia di destra senza spaventare. Rocca è il nome ideale. Lui inizialmente tentenna: «Io candidato? Nessuno mi ha chiamato». Poi la chiamata arriva. Se sia quella giusta lo diranno le urne.

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