Economia

Lo sport fa bene, anche all’economia

Non solo integrazione, cultura e socialità: tra i benefici dell’attività fisica ci sono stati 24,5 miliardi di euro di introiti e oltre 420.000 occupati solo nel 2019, posizionando l’Italia quarta nella classifica europea
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21 dicembre 2022 Aggiornato alle 14:00

L’attività sportiva rappresenta una valvola di sfogo per più del 34% degli Italiani e indubbi sono i suoi benefici, sia fisici che mentali, particolarmente positivi anche per la nostra economia.

Secondo l’indagine “Il Pil dello Sport”, portata avanti dall’Istituto per il Credito Sportivo, nel 2019 ha partecipato alla composizione del valore del Pil per una quota pari all’1,37% producendo circa 24,5 miliardi di euro. All’interno di questa cifra il contributo maggiore (45%) è stato dato dalle attività sportive strettamente connesse con quasi 11 miliardi di euro. Queste comprendono tutti i prodotti e servizi necessari allo svolgimento delle attività sportive in senso stretto quindi, a esempio, le industrie produttrici di palloni da calcio.

In un confronto Europeo, realizzato con valori del 2018, l’Italia si posiziona quarta con 21,2 miliardi di euro successiva solamente alla Germania, che svetta in classifica con 104 miliardi; alla Francia con poco meno di 40 miliardi e al Regno Unito con oltre 36 miliardi di euro. Ci fa scendere, invece, al 14esimo posto la percentuale italiana di contribuzione al Pil nazionale che si ferma all’1,32%, prima posizione invece per l’Austria con il 4,12%.

Ma i vantaggi per la nostra economia non finiscono qui: nel settore sportivo sono occupati circa 420.000 persone, dati che ci rendono quarti a livello Europeo e con un contributo all’occupazione nazionale pari all’1,7%. Anche in questo caso ad avere il risultato migliore è la Germania che con 1,7 milioni di addetti e con una partecipazione al tasso occupazionale nazionale del 4,6% si scosta notevolmente dai numeri italiani.

Come ulteriore prova dello sviluppo del settore sportivo possiamo analizzare la presenza di istituzioni no profit. Queste comprendono oltre 120.000 realtà con la percentuale più alta in Italia pari al 32,9%: le istituzioni nel settore artistico e culturale e quelle nel settore ricreativo e di associazione si fermano rispettivamente al 15,9% e al 14,3%. Non è, dunque, un caso che anche lo sport sia stato inserito all’interno degli investimenti del Pnrr. Sono, difatti, stati stanziati oltre 700 milioni di euro con l’obiettivo di costruire nuove strutture sportive che rispondano ai criteri di green e sostenibilità, incentivando la riqualificazione delle aree urbane e sostenendo un’idea di sport accessibile a tutti.

L’importanza dell’attività fisica va però analizzata anche nell’ambito sociale ed educativo. È sotto agli occhi di tutti la genuinità del legame che si crea tra bambinǝ durante, a esempio, una partita di pallavolo, facendo venire meno differenze di sesso, culturali o di età. Lo sport ha un immenso potere integrativo e abbiamo il dovere di sfruttarlo. È proprio in questo spazio che si inserisce il nuovo progetto di Sport e Salute spa, la quale ha stanziato 4 milioni di euro per sostenere progetti sportivi che garantiscano delle opportunità per i soggetti più fragili e vulnerabili.

Da dove vieni? Da una partita con gli amici” è lo slogan utilizzato e che evidenzia l’obiettivo di inclusione perseguito. La stessa associazione sta poi portando avanti la diffusione dello sport nelle carceri italiane partendo dall’istituto penale per minorenni a Casal Del Marmo e che verrà presto diffuso in altre 100 strutture su tutto il territorio.

Queste analisi ci portano a due conclusioni: la prima è la grande potenzialità economica dello sport, che, come evidenziano i dati dal confronto Europeo, non è sfruttata al massimo. La seconda è la mancanza di ricerche e indagini ad hoc sui risultati sociali e di integrazione generati dall’attività fisica, risultati che seppur visibili nella realtà non sono a oggi rappresentati numericamente. Tuttavia, come evidenziato dal Professore di statistica dell’Università La Sapienza Giorgio Alleva, queste analisi potrebbero rappresentare uno strumento molto interessante che supera le logiche economiche e di Pil.

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