Diritti

Tunisia: elettori cercasi

Le elezioni per il rinnovo del Parlamento hanno registrato la più bassa affluenza dal 2011, con un tasso di partecipazione dell’8,8%. Un segnale di protesta contro il presidente Kais Saied
I tunisini votano in un seggio elettorale a Tunisi per le elezioni parlamentari in Tunisia. Gli elettori eleggeranno l'Assemblea dei rappresentanti del popolo (ARP) in linea con la nuova Costituzione, approvata con un referendum a luglio
I tunisini votano in un seggio elettorale a Tunisi per le elezioni parlamentari in Tunisia. Gli elettori eleggeranno l'Assemblea dei rappresentanti del popolo (ARP) in linea con la nuova Costituzione, approvata con un referendum a luglio Credit: Hasan Mrad/IMAGESLIVE via ZUMA Press Wire
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
19 dicembre 2022 Aggiornato alle 17:45

Meno di 1 avente diritto al voto su 10 si è recato alle urne: è il bilancio delle elezioni che si sono tenute in Tunisia sabato 17 dicembre per il rinnovo del Parlamento. La partecipazione si è fermata all’8,8%, un dato molto distante dalle elezioni precedenti.

Ieri il partito Corrente Democratica, uno dei 12 che hanno boicottato le elezioni ritenute illegittime dall’opposizione, ha chiesto le dimissioni del presidente Kais Saied. Secondo il leader Ghazi Chaouachi la bassa affluenza è un messaggio che il popolo tunisino vuole inviare a Saied: «Non ha più posto in Tunisia, deve accettare la sconfitta e farsi da parte», ha dichiarato a Al Jazeera.

Anche il movimento di opposizione Fronte di salvezza nazionale ha tenuto una conferenza stampa chiedendo le dimissioni del presidente, accusato di aver compiuto un colpo di Stato contro la democrazia tunisina e di voler invertire i progressi raggiunti dalla Rivoluzione dei gelsomini del 2011. Ahmed Nejib Chebbi, presidente del movimento, ha detto a Agence France-Presse che il presidente ha «perso ogni legittimità» e ciò che è successo «è un terremoto».

Un tasso di astensione superiore al 91% «dimostra che pochissimi tunisini sostengono l’approccio di Kais Saied». L’affluenza è tra le più basse di qualsiasi altra registrata nella storia globale moderna: «Haiti, nel 2015, al 18%, e l’Afghanistan, nel 2019, con il 19 %», ha spiegato al Guardian Max Gallien, dell’Institute of Development Studies.

A luglio del 2021 il presidente ha introdotto una nuova Costituzione, dopo aver sospeso il parlamento, riducendo notevolmente l’importanza di quelli che ha definito i «nemici del popolo», ovvero i partiti politici del Paese, a cui Saied ha dato la colpa per l’economia in declino e la disoccupazione diffusa in Tunisia. In particolare, si è scagliato contro il movimento Ennahda, il “Movimento della Rinascita”, dell’alleanza di opposizione.

Per queste elezioni, al posto dei partiti tradizionali, il presidente ha incoraggiato le persone “comuni” a candidarsi: il risultato? Più di un migliaio di candidati autofinanziati in competizione per 161 seggi, con una grande confusione su chi fosse candidato e un certo numero di collegi elettorali con un solo candidato al ballottaggio. Tra questi, spiega il Guardian, solo 122 candidate donne sono state approvate rispetto a 936 uomini: la nuova camera avrà un aspetto molto diverso da quella eletta nel 2014, in cui quasi un terzo dei parlamentari erano donne.

È una conseguenza della legge elettorale voluta da Saied, che rimuove l’obbligo per le liste di candidati di alternarsi tra i sessi e introduce requisiti aggiuntivi che colpiscono in modo sproporzionato le donne, contribuendo alla loro esclusione. «Il parlamento tunisino era un tempo un esempio per l’uguaglianza di genere, ma con queste nuove modifiche alla legge, presto potrebbe essere solo storia», ha scritto Salsabil Chellali, direttore tunisino della Ong Human Rights Watch .

E con l’assenza di molti partiti politici, numerosi elettori, spiega il Guardian, neanche sapevano che si stessero svolgendo le elezioni. Tra i votanti, poi, la maggioranza (68%) è stata di sesso maschile, mentre i giovani sono rimasti lontano dalle urne: il 70%, riporta l’emittente Al Jazeera, aveva più di 45 anni.

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