Futuro

Twitter: bye bye Musk?

“Dovrei dimettermi?” ha chiesto il ceo del social network in un sondaggio aperto. Il 57,5% degli utenti ha votato “sì”. Intanto continua la battaglia contro i giornalisti accusati di doxing
Credit: Muhammad Ata/IMAGESLIVE via ZUMA Press Wire
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
19 dicembre 2022 Aggiornato alle 14:30

Dovrei dimettermi da capo di Twitter? Mi atterrò ai risultati di questo sondaggio”. Sono le parole del tweet con cui la mattina del 19 dicembre Elon Musk ha rimesso agli utenti la decisione sul futuro del suo attuale ruolo di ceo del social network. Il responso del popolo di Twitter è stato chiaro: su una platea di oltre 17,5 milioni di votanti, il 57,5% delle preferenze si è espresso per l’allontanamento di Musk contro il 42,5% del no.

Il plebiscito arriva in seguito a mesi di continui rivolgimenti e disordini interni che hanno rappresentato il momento più delicato e controverso nella storia della piattaforma lanciata nel 2016. Appena una settimana dopo aver rilevato Twitter al termine di una serie faticosa di trattative e ripensamenti, Musk aveva operato pesanti tagli al personale licenziando circa la metà dei dipendenti, e promettendo agli altri un carico di lavoro maggiore.

Molti di loro avevano infine scelto di andarsene in disaccordo con la governance del proprietario di Tesla e SpaceX, che a metà dicembre ha sospeso gli account di diversi esponenti del mondo dei media, tra cui giornalisti di New York Times, Washington Post e Cnn, accusati di doxing (o doxxing), la pratica di diffondere pubblicamente dati personali di soggetti terzi allo scopo di danneggiarli.

I dati in questione riguardano ElonJet, un account che traccia gli spostamenti del jet privato di Elon Musk. Il 17 dicembre, interpretando la volontà di un ennesimo sondaggio, l’imprenditore ha annunciato di aver riammesso gli account dei giornalisti sospesi, salvo poi sospendere una giornalista del Washington Post nel fine settimana.

Il 18 dicembre, inoltre, Twitter ha annunciato in un primo momento l’intenzione di rimuovere “gli account creati esclusivamente allo scopo di promuovere altre piattaforme social e contenuti che contengono collegamenti o nomi utente” relativi a Facebook, Instagram, Mastodon, Truth Social, Tribel, Nostr e Post.

Consentiamo ancora la pubblicazione incrociata di contenuti da qualsiasi piattaforma di social media. Anche la pubblicazione di collegamenti o nomi utente su piattaforme di social media non elencate sopra non costituisce una violazione di questa politica”, ha aggiunto la società.

Jack Dorsey, uno dei cofondatori di Twitter, ha dichiarato pubblicamente che la nuova policy anti-concorrenza della piattaforma “non ha senso”. Nelle ore successive Musk sembra aver fatto marcia indietro e ha rimosso i post che annunciavano i dettagli dell’operazione. Ma in queste ore l’account aziendale Twitter Safety ha lanciato un altro sondaggio per chiedere agli utenti cosa pensano al riguardo.

“Dovremmo avere una politica che impedisca la creazione o l’uso di account esistenti allo scopo principale di pubblicizzare altre piattaforme di social media?”, ha chiesto la piattaforma. Al momento l’87% degli utenti ha risposto di no.

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