Ambiente

La sesta estinzione di massa è già reale

Un nuovo studio racconta quante specie stiamo perdendo e perché dovremmo considerare sempre di più la scomparsa degli invertebrati
Credit: Claus Jensen
Tempo di lettura 4 min lettura
19 gennaio 2022 Aggiornato alle 11:20

La sesta estinzione di massa è già realtà. Come lo sono la pandemia che stiamo vivendo o il cambiamento climatico in corso. Stiamo perdendo sempre più specie a un ritmo preoccupante: dal 1500 a oggi tra 150.000 e 260.000 di quelle più note sono estinte nel corso del tempo. In termini di biodiversità, già ora, abbiamo perso tra il 7,5 e il 13%, percentuali enormi se pensiamo che stiamo parlando di altri esseri viventi sul Pianeta e, oltretutto, una larga parte di queste specie proviene da un’area per noi sfruttata ma ancora decisamente sconosciuta, l’oceano.

Questi e altri allarmanti dati sono contenuti in un nuovo studio pubblicato su Biological Reviews da un team internazionale di ricercatori, fra cui Robert Cowie (University of Hawaii – Mānoa), Philippe Bouchet (CNRS, Sorbonne Université) e Benoît Fontaine (CNRS, Muséum National d’Histoire Naturelle).

Gli esperti ci avvertono che la sesta estinzione di massa che segnerà il futuro del Pianeta è già iniziata, con un declino costante di numerose specie. Nonostante i numeri impietosi, per esempio nel calo di invertebrati, insetti e organismi marini, c’è ancora chi dubita di quanto sta avvenendo eppure “il drastico aumento dei tassi di estinzione delle specie e il calo dell’abbondanza di molte popolazioni animali e vegetali sono ben documentati, anche se alcuni negano che questi fenomeni equivalgano a un’estinzione di massa” ricorda il bioscienziato Robert Cowie.

Gli scettici si concentrano infatti sulla crisi dei mammiferi e degli uccelli, ma secondo gli autori dello studio non tengono conto per esempio degli “invertebrati che costituiscono la grande maggioranza della biodiversità”.

Uno degli strumenti che oggi tenta di raccontare al mondo l’andamento della scomparsa di fauna e flora è la Lista Rossa dello IUCN, l’Unione internazionale per la conservazione della natura. La lista ci ricorda a esempio che attualmente più di 40.000 specie sono minacciate di estinzione, il 28% di tutte quelle valutate. Per i ricercatori che hanno condotto il nuovo studio però anche la Lista Rossa tende a concentrarsi soprattutto su uccelli, mammiferi e anfibi, senza però raccontare nel dettaglio quanto sta accadendo agli invertebrati. “È fortemente parziale”, scrivono Cowie e colleghi.

Se guardassimo solo alle specie di mammiferi e uccelli valutate nella lista, soltanto “circa l’1,5% di mammiferi e uccelli si è estinto dal 1500, un tasso in linea che però non racconta cosa sta accadendo in generale”. Per questo motivo, per dare una valutazione più ampia della sesta grande estinzione di massa, gli esperti hanno allargato il campo anche concentrandosi per esempio sui molluschi e diverse altre specie di invertebrati. Dai dati elaborati, gli scienziati sostengono che in poco più di 500 anni abbiamo perso circa 2 milioni di specie animali e vegetali conosciute sulla Terra.

Questa nuova estinzione in corso, a differenza degli altri 5 eventi che hanno segnato finora la storia della vita, è causata principalmente dalle attività dell’uomo. Per lo stesso motivo, auspicano gli esperti, l’umanità ha ancora la chance di invertire il declino: forse non saremo in grado di salvare tutte le specie - chiosano i ricercatori - ma se agiamo con attenzione e urgenza potremmo riuscire a preservarne una larga parte.

Come conclude Crowie del resto “gli esseri umani sono l’unica specie in grado di manipolare la biosfera su larga scala. Non siamo solo un’altra specie in evoluzione di fronte a influenze esterne. Al contrario, siamo l’unica che ha la possibilità di fare una scelta consapevole riguardo al nostro futuro e a quello della biodiversità terrestre”.

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