Culture

The dark side of the web

3 autori e autrici - Eggers, Wiener, De Vigan - per scoprire cosa si nasconde dietro il volto dorato della rivoluzione digitale
Credit: Cottonbro/pexels

Negli ultimi anni, abbiamo vissuto tantissime piccole e grandi rivoluzioni. Nessuna, però, come i social network è stata così dirompente e capace di trasformare le nostre abitudini così rapidamente.

Li amiamo, li odiamo, ci passiamo una quantità esorbitante del nostro tempo libero – e spesso anche di quello lavorativo – consegniamo loro le nostre vite, i nostri pensieri, i nostri ricordi, i nostri momenti, i nostri dati. Fanno parte della nostra routine quotidiana al punto che la nostra presenza virtuale è ormai quasi inscindibile dalla nostra realtà.

Quello che spesso dimentichiamo, è che i social non sono un parco giochi pensato per il nostro continuo divertimento, ma aziende che hanno un obiettivo – il profitto – che raggiungono attraverso la vendita ad altre aziende di spazi pubblicitari e che per questo hanno bisogno, un disperato bisogno, di trattenerci il più a lungo possibile nel nostro loop infinito di scrolla – leggi – ripeti.

Per salire sulla grande giostra, diamo in cambio i nostri dati e, soprattutto, diamo loro il potere di fornirci in tempo reale informazioni ritagliate su misura per noi, in grado di indirizzare non solo i nostri acquisti, ma anche i nostri pensieri e la nostra visione del mondo.

È il lato oscuro dello scintillante mondo dei social, in cui tutti possono essere felici: utenti, ma anche dipendenti – che grazie alle Big Tech possono fare rapidissime carriere di successo – e influencer, che possono guadagnare non solo enormi quantità di denaro ma anche ben più dei famosi 15 minuti di celebrità di wharoliana memoria.

Non è una novità: documentari, saggi, inchieste lo hanno raccontato. Oggi, vogliamo consigliarti 3 romanzi che lo hanno fatto, ognuno da una prospettiva diversa.

Il cerchio, Dave Eggers, Mondadori, 2013, 7,99€, 396 p.

Quello di Dave Eggers è sicuramente uno dei testi più famosi quando si parla dell’aspetto distopico dei social network, non solo perché è stato uno dei primi a essere pubblicato, ormai quasi 10 anni fa, ma anche per la sua trasposizione cinematografica, interpretata da Tom Hanks ed Emma Watson.

Secrets are lies”, “Sharing is caring” e “Privacy is theft” sono la neolingua di The Circle – società dietro cui non è difficile vedere l’azienda di Zuckeberg – che persegue l’obiettivo della trasparenza totale, dell’interconnessione continua e della necessità della presenza sui social come presupposto per la cittadinanza attiva promettendo in cambio un mondo più sicuro e più sano. Cosa potrebbe andare storto?

La storia è narrata attraverso gli occhi di Mae, volenterosa e poi dubbiosa neoassunta che sull’altare della trasparenza a ogni costo rischia di sacrificare famiglia, amici, affetti, persino se stesa.

La Valle Oscura, Anna Wiener, Adelphi, 2020, 19€, 309 p.

Anche il libro di Anna Wiener racconta il mondo dei social network da dietro le quinte, svelando cosa si cela davvero dietro il volto dorato della Silicon Valley e non in un ipotetico scenario distopico.

A cavallo tra autobiografia e romanzo, nasconde dietro una leggerezza solo apparente un racconto disincantato dei 5 anni in cui l’autrice ha lavorato nel mondo delle startup innovative e delle compagnie del tech. Il risultato non è solo un viaggio all’interno dell’evoluzione della sua storia personale - l’arco di disillusione dall’entusiasmo per essere parte del “futuro” al disincanto di fronte alla vera natura di quel futuro - ma anche uno spaccato reale sulle logiche tutt’altro che innocenti che regolano l’industria del web.

Tutto per i bambini, Delphine de Vigan, Einaudi, 2022, 19€, 296 p.

Con il romanzo di Delphine De Vigan ci spostiamo dai dipendenti delle Big Tech a quelli che ne sono utenti prima e star poi, gli influencer. In particolare, dietro il pretesto della sparizione di una bambina appartenente a Happy Recré, una delle famiglie più famose del web, il thriller dell’autrice francese nasconde una riflessione su un tema di straordinaria attualità: quello dei baby influencer, del loro diritto alla privacy e della sovraesposizione a cui esponiamo i bambini fin dalla più tenera età.

Nella Francia che ha introdotto nel 2020 la prima legge al mondo che regola il lavoro delle piccole star del web, questo libro mostra non solo i rischi concreti dello sharenting e della condivisione costante di ogni dettaglio della loro vita, ma anche le derive di un sistema che spinge i genitori a fare delle “identità dei loro figli un bene di consumo” e delle loro esistenze scenografate, riprese, fotografate e infinitamente replicate un asset di una strategia di business.

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