Diritti

Gli appunti di Giorgia (parte 3)

Ecco cosa ha detto alla festa per i 10 anni di Fdi la Presidente del Consiglio Meloni, in una speciale edizione dal vivo della rubrica settimanale che promette di dare un resoconto settimanale sul lavoro svolto dal Governo
Giorgia Meloni all'evento per il decimo anniversario di FdI in piazza del Popolo a Roma, il 17 dicembre 2022.
Giorgia Meloni all'evento per il decimo anniversario di FdI in piazza del Popolo a Roma, il 17 dicembre 2022. Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI
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19 dicembre 2022 Aggiornato alle 12:00

Prosegue la rubrica Gli appunti di Giorgia, ma questa volta “in piazza”, in occasione dei 10 anni di Fratelli d’Italia, fondato il 21 dicembre 2012.

La premier ha voluto iniziare il suo discorso ricordando Fabio Antonio Altruda, pilota Eurofighter, di cui ieri, 17 dicembre, si sono svolti i funerali solenni a Trapani.

L’incontro si svolge sotto forma di intervista. Si comincia con una domanda sull’evoluzione del partito Fratelli d’Italia, al momento della fondazione «eravamo consapevoli di quanto fosse difficile», era una sorta di scommessa. In questi 10 anni, sono stati tanti i momenti difficili, di facile non c’è stato nulla. Il “criceto nella ruota”, questa è l’immagine che la premier utilizza per spiegare i primi anni di Fratelli d’Italia, fino ad arrivare al 2022, anno in cui il partito diventa il primo in Italia. Giorgia Meloni ha voluto comunque sottolineare che il merito non sia stato esclusivamente suo, ma è stato un grande lavoro di squadra.

Coerenza, questa sembra la parola adatta, secondo la premier, a descrivere il partito, in quanto tutto ciò che stanno facendo al governo, è esattamente ciò che avrebbero dovuto fare, niente di meno. Il suo sguardo, sottolinea la Presidente del Consiglio, non è rivolto al consenso, ma ai dati ufficiali, al Pil, all’occupazione, alla natalità e così via.

Come sono i rapporti con gli alleati? Ottimi, così risponde Giorgia Meloni, che si dice molto contenta della maggioranza e molto orgogliosa del Consiglio dei Ministri.

La Presidente del Consiglio dice di essere molto soddisfatta della Manovra di Bilancio, date anche le condizioni in cui è nata; 30 miliardi di euro sono stati liberati subito e sono stati destinati al tema dell’energia. 1,5 miliardi invece sono stati destinati alla famiglia; c’è preoccupazione per la natalità, quindi è stata abbattuta l’Iva sui prodotti della prima infanzia, sono stati poi estesi i congedi parentali.

Non si è fatta attendere la risposta a Confindustria: più della metà delle risorse, ha spiegato, sono state spese per mettere in sicurezza il tessuto produttivo dell’Italia; alcuni sindacati, in particolare Cgil, hanno mosso delle critiche sulla manovra, definita “contro i poveri”. Una critica da lei ritenuta bizzarra, dal momento che, dce, gli stessi sindacati difendono il Pos e le commissioni per i piccoli esercenti. Si aspettava una condivisione, in quanto è stata data priorità alle categorie fragili o alle pensioni. Per il caro energia, per esempio, è stato esteso l’Isee fino a 15mila euro per coloro che possono usufruire del bonus luce e gas, sono stati poi stanziati 500 milioni per combattere il caro-carrello sui beni di prima necessità.

Qualche parola è stata spesa sul reddito di cittadinanza: è necessario puntare sul lavoro, fare in modo che le persone in difficoltà possano trovare un’occupazione. «Un governo che ha il coraggio di fare queste scelte», così Giorgia Meloni definisce la sua squadra.

Si tocca poi il tema dei migranti: La Francia torna sullo scontro con l’Italia, «governo italiano ancora poco collaborativo», queste le parole di Macron. In realtà, la premier sostiene che ciò sia completamente fuori luogo, anzi, l’Italia per la prima volta pone il problema che la gestione migratoria in Europa sia sbagliata, e si deve cercare di risolvere questa questione.

L’Italia, per esempio, è la quarta nazione in Europa che accoglie i profughi ucraini, ma gli altri Stati non distribuiscono i nostri immigrati irregolari, perché questo non è previsto dal regolamento di Dublino.

Guardando ai dati, dei 3mila dei richiedenti asilo sbarcati in Italia, solo 117 sono stati distribuiti (tra cui 38 Francia, 57 Germania). L’Italia è l’unico porto di sbarco in Europa? «No», risponde Giorgia Meloni. In Italia dall’inizio dell’anno sono arrivati 94mila immigrati, e la Francia? Secondo la premier, la reazione di Macron sembra esagerata.

Qual è allora la soluzione? Un comune impegno per la difesa dei confini dell’Unione Europea. «L’Italia ha alzato la sua testa di fronte agli altri. Risultato? Si parla di questo problema». C’è bisogno di un’Europa unita.

Prosegue l’intervista e la Presidente ritiene di essere soddisfatta del lavoro svolto fino ad adesso, sa di aver fatto tutto ciò che voleva e doveva fare. Ha sottolineato ancora una volta il suo dispiacere per non aver partecipato al vertice di Alicante. Un vertice molto importante perché il Mediterraneo deve diventare l’interlocutore privilegiato. L’Italia può essere l’hub di approvvigionamento energetico, un ponte tra Africa e Europa.

Si passa poi alla norma anti-rave: dichiara di aver ascoltato molte valutazioni bizzarre. Per esempio, quello di Alleanza Verdi e Sinistra, che lei definisce un intervento “illuminante”. Non si sta negando ai giovani il divertimento, ma se si vuole organizzare un rave, in Italia si potrà fare solo rispettando le regole.

Parlando invece delle elezioni regionali del Lazio, ci si chiede quando si scioglierà il nodo del nome del candidato. Priorità assoluta è quella di trovare un nome condiviso dagli alleati, si farà quindi una rosa di tre nomi ed entro lunedì 19 dicembre ci sarà l’annuncio del nome del candidato.

La querela a Saviano è l’ultimo argomento toccato. Domanda scottante, alla quale la premier risponde che non la ritirerà. Il motivo? Saviano le ha affibbiato la responsabilità della morte di un bambino in mare quando lei era all’opposizione e non aveva alcuna responsabilità.

«Che le cose vadano meglio per gli italiani», questo è l’auspicio di Giorgia Meloni per l’anno nuovo.

E conclude con una notizia positiva: nell’ultimo trimestre l’Italia ha registrato una crescita maggiore di Francia, Spagna e Germania, e questo dimostra che la nostra nazione ha un sistema produttivo solido, «siamo gente forte che si rimbocca le maniche. Ci vuole ottimismo e bisogna crederci tutti insieme».